Il girone di andata del Genoa, coi suoi numeri incontrovertibili in senso negativo, è da lasciarsi alle spalle. Per commentare quello che è stato e quello che sarà del Grifone, complice anche la parentesi del calciomercato di riparazione, approfittando della pausa del campionato di Serie A abbiamo contattato e ascoltato le opinioni di alcuni colleghi della stampa sportiva locale e nazionale.


ANDREA SCHIAPPAPIETRA (SECOLO XIX)

“Il girone di andata del Genoa ha mostrato una squadra mai nata, in estate costruita solo all’ultimo minuto con tempi ben diversi dal solito. E questo perché c’era questa cessione in corso, che era la mia preoccupazione estiva. Il fatto che non si fosse concretizzata tra giugno e luglio, andando oltre, poteva andare a riverberarsi sulla squadra. Visto quanto è successo era impossibile fare peggio, o comunque era molto difficile. Il Genoa ha vinto una sola partita sulle 19 del girone di andata. È una squadra mai nata, e sicuramente la frase del presidente Preziosi sulla squadra da settimo od ottavo posto è stata incauta, detta forse anche come provocazione e sfida. È anche vero che, arriva Fares, Maksimovic, Caicedo e Tourè, c’era entusiasmo, pur non avendo più la squadra giocatori come Zappacosta o Strootman. La squadra ha deluso, alcuni giocatori non si sono mai visti, lo stesso Tourè si è presentato come un lontano parente di quello visto al Nantes. Non ha funzionato pressoché nulla, salvo lo spirito di squadra in determinate partite tra cui l’ultima con l’Atalanta, che ha dato fortunatamente il segnale di una certa compattezza

Non c’è stata nemmeno la scossa che di solito si ha con un cambio di allenatore, anzi: la squadra ha fatto notevoli passi indietro dal punto di vista della voglia di provarci e dal punto di vista realizzativo. Shevchenko ha sicuramente tanti alibi, dal calendario alle tante assenze, e merita di avere temp per lavorare e fare vedere ciò che può dare. Non ha l’approccio del tipico allenatore da salvezza: il tempo per seminare è poco, il mercato si è appena aperto (e l’arrivo di un calciatore giovane e di prospettiva come Hefti dallo Young Boys rientra nella filosofia dei nuovi proprietari) e c’è voglia di fare. Bisogna però sapere che questo potrebbe non bastare: vanno fatte scelte precise, anche dal punto di vista della gestione della squadra. Una squadra la cui rosa va ridotta, compattata, come accaduto negli anni scorsi quando arrivava un dirigente alla Marroccu capace nel compattare le varie anime della squadra e della dirigenza. Ora molto è cambiato, perché chiaramente con la nuova proprietà tanti equilibri sono cambiati. Serve una voglia comune di salvezza, non solo di guardare al futuro, ma anche al presente. Perché senza presente, il futuro può diventare come quello del Parma che sta trascorrendo questa pausa cercando di fare un mercato per tornare in Serie A da metà classifica e con un allenatore nuovo

Il Genoa è squadra che vada rivoluzionata. Non ricordo una squadra che a gennaio si sia salvata col 4-3-3, però è anche vero che Shevchenko ci crede e ha diritto che il mercato gli dia la possibilità di giocare col suo modulo preferito. Il Genoa deve ripartire da una maggiore solidità difensiva, come visto con l’Atalanta, prova che è stata frutto non solo dei difensori, ma dell’atteggiamento di tutta la squadra. Al Genoa servono giocatori in grado di alzare il livello della pericolosità offensiva, mezze ali in grado di andare a segnare ed esterni che sappiano saltare l’uomo. Per quanto concerne il centravanti, ci rimarrà l’amaro in bocca per l’esperienza di Caicedo, che andava gestito in una maniera differente. Uno degli errori fatti in questi mesi di assestamento è stato quello di consentire che alcuni giocatori sparissero dai radar e dessero un po’ l’impressione che si attendesse gennaio per cambiare, quando invece c’erano 7/8 partite da cui portare a casa punti“. 


GESSI ADAMOLI (LA REPUBBLICA GENOVA)

Tutti parlano di miracolo salvezza, ma non credo sia impossibile. Lo Spezia è a 5 punti, il Venezia a 6. Non sono distanze incolmabili. Credo la media salvezza si sia sensibilmente abbassata: qualcuno parla di 32 punti, forse esagerati, ma in ogni caso non ci va molto lontano. Il Venezia ha fatto un girone di andata straordinario, giocando bene e facendo risultati insperati: poniamo che ripeta e bissi nel girone di ritorno le meraviglie del girone di andata. Sarebbero 34 punti, che significherebbe avere il Venezia nel mirino se il Genoa girasse a 34 punti. Lo stesso Spezia ha cinque punti più del Genoa, ma alla seconda del girone di ritorno c’è subito lo scontro diretto. Arrivo a dire che la partita col Sassuolo, per molti fondamentale, lo è da un punto di vista del dare qualche certezza in più alla piazza, che vedo con poche certezze, mentre dovrebbe aver maggiore fiducia in questa nuova proprietà. La gara col Sassuolo è importante, ma non determinante. Quella con lo Spezia, invece, può determinare parecchio: è partita che non si può e non si deve sbagliare. Arrivo a dire che fare 4 punti di cui 3 col Sassuolo e uno con lo Spezia vale meno che farne solamente tre contro lo Spezia. Da qui inizia la rincorsa del Genoa: bisogna vincere a tutti i costi.

Sono rimasto un po’ disorientato e perplesso per come una certa parte della piazza si sta rapportando con la nuova proprietà. C’era uno slogan di quando ero piccolo che era “la vogliamo calda e subito”. Era uno slogan per l’acqua calda, che nelle case dei genovesi, ad inizio anni Settanta, arrivava finalmente senza più boiler o altre diavolerie. Oggi sembra che la si voglia così subito, ma nel calcio non funziona così. Nel calcio ci vogliono pazienza e tempo. I nuovi proprietari hanno trovato macerie, si stanno rimboccando le maniche, stanno mettendo le mani nel fango e cercando di riportare il Genoa come società – e come squadra – al livello che gli compete. La vicenda dell’indice di liquidità è sintomatica: il Gena era fra le società senza questo indice a posto e sono intervenuti anche su questo. Nessuno ha la bacchetta magica e se fosse stati venditori di fumo, probabilmente avrebbero fatto qualche operazione per accontentare la piazza. Ci vogliono tempo e pazienza, quel tempo e quella pazienza che certi Genoani hanno avuto per diciotto anni con la precedente proprietà e che ora sembrano aver perso.

Io trasecolo quando scopro che ci sono vedove del vecchio presidenteQuando c’era lui il Genoa ha fallito una qualificazione in Europa League perché non era a posto con la Licenza UEFA, arrivava regolarmente dietro la Sampdoria di Ferrero, aveva il problema della famosa partita col Venezia. Adesso, invece, in un mese ci dovrebbe essere una rivoluzione epocale. Ci vuole calma: il mercato vero fatto con intelligenza per arrivare a qui 34/35 punti che servono per salvarsi. Bisogna guardare avanti con fiducia e senza avere il fucile spianato verso chi è appena arrivato e dovrebbe fare il miracolo“. 


SEBASTIANO VERNAZZA (GAZZETTA DELLO SPORT)

Il commento va alla classifica: i punti sono quelli e così anche la posizione. Purtroppo la vittoria dello Spezia a Napoli ha tolto ulteriori speranze perché in questo preciso momento manca una quarta squadra da tirare dentro nella corsa salvezza. Così sembrano Genoa, Cagliari e Salernitana le tre indiziate. In tutto il girone di ritorno, con diciannove gare da giocare, sarebbe un’impresa, ma un tentativo va fatto e i segnali che arrivano dalla società sono buoni. Si legge di nuovi acquisti in linea col nuovo direttore sportivo. È stato preso Hefti, difensore svizzero e profilo interessante e giovane. È un segnale che il Genoa sta imboccando la direzione di uno Scouting europeo, di buon livello, per il quale vengono usati parametri, dati e algoritmi che non sono limitati al solo nome. Lì per lì sono nomi che possono non dire nulla, ma alla lunga saranno più redditizi di tanti nomi più conosciuti e acclamati. La strada intrapresa è quella giusta, ma l’attualità parla di una classifica che dire “difficile” è poco“.


ENRICO CURRÒ (LA REPUBBLICA)

“Il girone d’andata rossoblù si commenta abbastanza da solo. Mancano preoccupantemente le vittorie, che nel calcio dei tre punti fanno la differenza. Questa mancanza di vittorie è dipesa fondamentalmente dal fatto che si è allargata la forbice tra le squadre d bassa classifica e media classifica, e quindi bisognava cercare di vincere le gare con quelle del tuo livello, del tuo campionato (perché ce ne sono due), e il Genoa non lo ha fatto. Credo anche che un elemento fondamentale sia stato il mancato apporto dello stadio. Nel senso che il problema del Genoa è quello che il Ferraris, da tempo, non è più il fortino di una volta. Nelle ultime due stagioni i punti non li ha fatti più il Ferraris, salvo in alcune partite. Però l’entusiasmo che si è ricreato oggi intorno al Genoa e che si è visto nella gara contro l’Atalanta, dove si è avuta l’impressione che la coesione tra squadre pubblico, il tutt’uno tra le due componenti, può fare la differenza nel girone di ritorno.

Cosa può fare il Genoa sul mercato per migliorare la squadra? Qualcosa può fare. Anche molto. E qualcosa credo stia già facendo. Le lacune sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto in attacco dove il Genoa ha avuto la sfortuna di non avere Destro nelle partite che avrebbe potuto e dovuto vincere. Ora lo ha nuovamente, ma deve affiancargli uno o più giocatori in grado di fare gol. Da quando è arrivato Shevchenko (lasciando da parte il lavoro di Ballardini, allenatore complessivamente bravo ed efficace), credo ci sia stato un lavoro tattico e di ordine visibili, anche se magari non ha dato tutti i propri frutti. Un lavoro che si è fermato sinora alla parte difensiva, perché drammaticamente, arrivati alla fase offensiva, gli altri non erano all’altezza della Serie A. Ora con Destro, Piccoli e con chi potrà arrivare, qualcosa si può fare. Sono comunque tutti i reparti ad avere bisogno di qualche innesto di alta qualità, di gamba, perché il modo in cui il Genoa può vincere le partite prevede che ci siano giocatori in grado di alzare il ritmo e dare quelle accelerazioni che ti fanno vincere le partite. 

La salvezza è ancora alla portata del Genoa. Lo si è visto con l’Atalanta: il livello non è così terribile. Ci sono giocatori più che dignitosi per la Serie A. È importantissimo che il Genoa possa salvarsi perché non può perdere proprio adesso una categoria che mantiene da così tanti anni. Shevchenko e Tassotti stanno lavorando bene e credo che il Genoa ce la possa fare, ma parecchio deve ancora arrivare dal mercato”. 


PINUCCIO BRENZINI (TELENORD-RADIO NOSTALGIA)

“Parlare del girone di andata è persino banale: fare peggio di così non si poteva fare e si è ottenuto il peggio di quanto si potesse ottenere. A questo punto sappiamo di non poter sbagliare molto e la società sta facendo di tutto per ottenere il risultato tramite acquisti di calciatori. Hefti è ufficializzato, Piccoli sta per arrivare. Ci sono varie componenti che stanno portando a completare l’organico. Personalmente non ho mai avuto dubbi: quando un gruppo come questo acquisisce una società ed espone le proprie idee in maniera così chiara, con un General Manager che ha altrettante idee chiare nel cercare giocatori adatti all’uso immediato. La società è al top, ora bisogna adeguare la squadra perché possa salvare la stagione. Nel girone di ritorno bisognerà fare quei 24/25 punti necessari per centrare la salvezza, salvo variazioni che si potranno creare con risultati particolarmente a sorpresa”.


Genoa, in archivio l’ultimo allenamento del 2021. In campo si rivedono Fares e Caicedo