José Mourinho non fornisce indizi di formazione alla vigilia della partita che la sua Roma affronterà contro il Genoa. Anzi, tutto il contrario. “La formazione non la sanno i miei assistenti, i giocatori e nemmeno i procuratori. Sarà una buona opportunità per voi giornalisti per capire chi sia il più bravo, visto che in questo momento le vostre fonti non hanno acqua e sono secche. Il lavoro fatto durante la settimana, che voi avete capito e seguito tramite le vostre fonti, è lavoro che va nella spazzatura. Non c’è nessun dubbio: quel che abbiamo provato, dinamiche offensive e difensive, lo abbiamo perso nel momento in cui abbiamo perso un giocatore importante come Cristante (questa mattina risultato positivo al Covid, ndr). Con i tanti problemi che abbiamo in questo momento, con i tre terzini sinistri tutti fuori, dobbiamo trovare soluzioni e fare sacrifici, giocando anche in posizioni adattate. Bisogna trovare un puzzle che ci permetta di giocare bene, fare una buona partita e portare a casa punti”. Sul modulo: “In due degli ultimi tre giorni abbiamo lavorato con la difesa a tre, questo è vero e voi lo sapete ma non vi dirò come giocheremo”. 

Sul rapporto con Shevchenko, Mourinho ribatte: “Il primo ricordo che ho è la prima volta che l’ho visto giocare. Facevo il match analyst per il Barcellona in una partita di Champions, la prima era stata PSV-Dinamo Kiev ed è stata la prima volta che l’ho visto giocare. Poi la storia l’ha fatta lui e c’è poco da aggiungere: quando diventi pallone d’oro, vinci titoli o Champions League, la storia la fai tu. È alla sua prima esperienza in un club ma ha fatto molto bene con l’Ucraina dimostrando di avere filosofia e leadership, magari una leadership tranquilla e silenziosa come il suo profilo. Spero che possa capitargli quel che è capitato a me: io ho perso la mia prima partita ufficiale da allenatore ma poi ho vinto tanto. Gli voglio bene, anzi benissimo, ma gli auguro di perdere la prima e poi di avere grande gioia e successo nella carriera da allenatore”.

Mourinho esalta l’atmosfera che si respira al Ferraris, riconoscendo come entrambe le squadre si affaccino alla partita con diverse defezioni e punti interrogativi. Genoa-Roma è una partita da giocare al buio? “Non dico da giocare al buio ma con qualche difficoltà sì. Il Genoa, anche loro hanno difficoltà perché non sanno come giochiamo noi e con quali giocatori. La difficoltà più grande per noi due allenatori è che ci sono giocatori importanti non a disposizione. Affrontare una squadra che gioca per la prima volta con un nuovo allenatore ti dà grandi punti interrogativi, ma come detto da Shevchenko in conferenza stampa la formazione non sarà (dettata, ndr) tanto dalla sua idea di gioco quanto dai giocatori a disposizione. Ma giocheranno per fare risultato, perché il Genoa ha bisogno di punti. Anche noi abbiamo bisogno di punti e, come quasi sempre accade con noi, sarà una partita come minimo divertente e con emozioni, voglia di giocar bene e di vincere. Di solito tutte le nostre partite sono state divertenti, a parte quella contro il Bodo che è stata divertente solamente per loro. Poi ci sono lo stadio e i tifosi. Penso che questa settimana la nuova proprietà abbia influenzato, portando subito speranza e motivazione per tutti: sicuramente sarà un ambiente difficile in uno stadio bellissimo, veramente, un ambiente difficile. Ma neanche in questo momento di grande difficoltà entreremo in campo con un’idea diversa da quella di vincere la partita”.