L’undicesima giornata di campionato viene rappresentata bene dalla smorfia napoletana. Il numero  11  sono i “suricilli“, i topi, quelli che stanno vedendo tante società, almeno 7, e i loro allenatori, tutte società della parte destra della classifica: Udinese 11 punti, Sampdoria 9, Venezia 9, Genoa 8, Spezia 8, Salernitana 7, Cagliari 6.

In particolare quattro allenatori sono sull’uscio dei propri centri sportivi se non faranno risultati alla dodicesima giornata di campionato. D’Aversa della Sampdoria al Ferraris contro il Bologna; Ballardini col Genoa ad Empoli; Thiago Motta al Picco contro il Torino; Mazzarri contro l’Atalanta a Cagliari. Qualcosa – non di clamoroso – potrebbe succedere anche ad Allegri se la Juventus non farà risultato contro la Fiorentina, pur essendo quasi  già qualificato nel girone di Champions: dipende dal risultato di stasera, basta un pareggio contro lo Zenit.

Tutti questi allenatori in 11 giornate di campionato non hanno trovato – qualcuno non soltanto per colpa sua – le loro vere squadre. Nessuno di questi tecnici ha avuto la sicurezza che cambiando modulo la musica sarebbe cambiata.

La domanda è: come è possibile che gli allenatori sulla graticola non riescano a dare una identità di gioco alle squadra che stanno allenando considerato che in passato avevano dato principi solidi di gioco? Perché accade in particolare a Ballardini, Mazzarri e Allegri, tutti e tre con una sola idea: prima la fase difensiva e non prenderle?

D’accordo che nel calcio chi vince ha ragione e chi perde torto, ma il dibattito dovrebbe dividere – e sta dividendo – tifosi e esperti.

Se faranno risultati, soprattutto vittorie, alla dodicesima giornata saranno in grado di imprimere il loro marchio, la loro impronta alla squadra? Saranno in grado di tappare le falle fino al calciomercato di gennaio 2022 di riparazione dovrà essere dal primo giorno e non in attesa di saldi finali?

C’è chi difende Ballardini e anche Allegri motivando che le colpe non sono loro se le squadre latitano e fanno fatica contro qualsiasi avversario. Entrambi sono i parafulmini di una debolezza societaria e dell’aver accettato di essere i parasole di una sbagliata campagna  acquisti estiva, per Ballardini completata addirittura sul filo di lana dell’ultimo giorno di calciomercato.

Le parole di Ballardini nell’ultima conferenza stampa, la prima coi giornalisti in presenza, sono una verità saputa e ribadita da tutti quelli che hanno visto giocare il Vecchio Balordo. Sono un pietrone che Balla aveva nelle scarpe già dalla prima settimana di ritiro. Perché  non è stato ascoltato dalla società in precedenza?

Lo sfogo di Ballardini è causa della solitudine non solo sua ma del proprio staff sul campo, unico specchio in cui l’uomo s’accorge di essere brutto e antipatico per qualcuno, pur dicendo la verità ed essendo ormai a corto di bugie dopo 11 giornate di campionato. Il tutto neanche generatosi dalla solita guerra con Preziosi, ma piuttosto da una mancanza di comunicazione da parte di una nuova società che non sappiamo se si sia mai confrontata con Ballardini o lo abbia salutato come hanno fatto con tutti i lavoratori della sede.

Una società che acquista un club e non si dà visibilità, solo un primo contatto con la tifoseria dal campo e con il Sindaco, presentando solo programmi all’estero sul Ferraris e non dicendo quello che vuole fare, senza ancora aver presentato un nuovo management, è uno scenario difficile da capire. È difficile capire cosa sta succedendo e non solo per Ballardini, considerato che la vecchia società potrebbe dare l’impressione di essere ingessata.

Ballardini è sull’uscio del Pio Signorini. Ma chi vuole bene al Genoa dovrebbe salire alla Guardia affinché venerdì prossimo faccia risultato a Empoli. Pirlo per tanti è in pole position per sostituirlo. Se succederà, gli amici lo stanno sconsigliando di diventare il parafulmine del futuro non chiaro del Vecchio Balordo: dovrà entrare nel mondo Genoa come fece il Professor Scoglio quando faceva la rivoluzione (e non solo in campo).

Se arriverà, Pirlo sarà stato rassicurato dalla nuova proprietà o dalla vecchia? Pirlo è sempre stato uno che ha dato del tu non solo al pallone, ma anche  al gioco quando era in campo: avrà capito dopo l’esperienza Juventus  di poter ottenere qualcosa fino a gennaio da quello che passa la rosa genoana? Pirlo è attento a tutto il calcio e gli amici assicurano che segue anche il Campionato Primavera.

Dopo di lui, gli altri nomi per sostituire Ballardini (speriamo vinca a Empoli) sono sempre gli stessi: in circolo c’era anche quello di Stellini, vice di Conte per molti anni e DNA genoano, ma stamattina con Conte ha firmato il contratto che lo legherà a Tottenham.

Sugli altri risultati dell’undicesima giornata poche sorprese. Napoli e Milan scappano, mentre l’Inter insegue un altro scudetto. Roma, Atalanta, Fiorentina e Lazio in zona Coppe. Verona e Empoli le sorprese che daranno fastidio a tutti. Juventus e Sampdoria in convento. Juric ha tirato fuori dalla stalla il Toro con due risultati, Sassuolo che fa la gara con l’Empoli e perde, Bologna che respira dopo la gara con il Cagliari. Dall’Udinese in giù fino ai sardi tutto può succedere: una volta erano due risultati consecutivi che rilanciavano, alla dodicesima giornata ne potrebbe bastare solamente uno in Empoli-Genoa, Spezia-Torino, Juventus-Fiorentina, Cagliari-Atalanta e Sampdoria-Bologna.