La zucca di Halloween del Genoa è vuota ancora di un risultato dentro il Tempio. Per l’ennesima volta sempre a ripetere gli stessi concetti da troppi anni. Non fosse più forte il dispetto vi sarebbe di che mettersi a piangere. E tanto più è cocente quante più ingenue erano state le speranze dei genoani nelle ultime tre estati. Niente. Sperare per tutti è stato pazzesco ancor più che ingenuo, sperare nelle ultime tre stagioni è stato farsi complici di una situazione chiaramente fallimentare che in questa stagione rischia di toccare il fondo. La Nord lo ha capito e ha fischiato sonoramente alla fine della gara con il Venezia. Tanti altri l’hanno capito, considerato dopo tutte le chiacchiere sull’apertura e la capienza degli stadi. 7605, compresi i ticket omaggio, degli sponsor, spettatori contati dal contatore che registra le entrate, meno dei biglietti annunciati. Siamo da troppo su una strada errata e non si possono mendicare attenuanti. Le colpe in ogni stagione sono state degli allenatori, ognuno è stato cacciato dopo aver fatto la preparazione estiva con una cronologia quasi scientifica, prima via il direttore sportivo dopo il mister.

Adesso tutti a rimuginare che l’Empoli ha battuto il Sassuolo a domicilio, ma Andreazzoli non era scarso. Ballardini in conferenza è stato duro ma preciso. Dopo 11 giornate di campionato dopo aver osservato i 34 giocatori della rosa, messi anche alla prova, ha ripetuto quello che ogni genoano ha sempre detto almeno una volta: come fanno a giocare in Serie A alcuni elementi? Balla ha voluto anche dimostrare di essere solo con il suo staff tecnico e fisico, i massaggiatori e i dottori e senza management sportivo, che non è il D.S.. I giovani sono un altro discorso. Senza esperienza in Serie A si fa fatica. Ballardini lo aveva preannunciato alla società quando chiedeva una rosa a disposizione di 16 presunti titolari e 6 giovani da inserire in un complesso rodato. Ballardini in una serata conviviale a Neustift durante un aperitivo nella seconda parte del ritiro con i giornalisti presenti aveva detto e fatto capire le stesse cose, lamentandosi delle uscite e dei mancati arrivi. Non è stato ascoltato, non solo dalla società e dai giornalisti presenti, assuefatti ai mal di pancia dei tecnici precedenti, supportandolo poco. Alcuni calciatori, al di là del fatto che son pagati profumatamente, hanno una tracotante sicurezza quando ci si crede superiori, di educazione sportiva nei fondamentali del calcio. La domande delle cento pistole: perché gli sono stati fatti anche contratti pluriennali, di chi è il business? Ingaggi da pagare anche quando vanno in prestito.

Balla e il suo staff dopo aver esaminato allenamento dopo allenamento, si sarà pentito dell’errore con le porte chiuse degli allenamenti e delle partite non fatte anche con squadre di dilettanti, altrimenti i tifosi che li avrebbero seguiti avrebbero scoperto prima il Vaso di Pandora. Anche le porte chiuse e le gare contro i dilettanti non possono essere caricate sulle spalle del tecnico e del suo staff. Balla ha detto chiaramente che da qualche giornata la scarsa qualità a disposizione è stata messa da parte e di aver trovato per il futuro le idee chiare sul futuro sul campo del Vecchio Balordo. Operazione, dopo 11 giornate di campionato, che potrebbe avere un significato, dopo averli provati tutti per non essere accusato di non averci provato. Il tecnico, per provare a dare un gioco e cercare un’identità, non ha saputo sottrarsi alle lusinghe sempre sconsigliabili ma umanamente comprensibili della fama , utilizzando sempre le 5 sostituzioni per sopperire al gioco dell’età. Quando ha utilizzato calciatori specializzati per il ruolo la squadra è dimostrata monca rispetto alle due ultime gare.

Contro il Venezia il Genoa meritava il risultato, a meno che i numeri non contino solo nelle prestazioni negative del Vecchio Balordo: 19 tiri totali, di cui 4 in porta il Venezia 6 di cui 2 in porta. 63% possesso pallone del Grifone, 467 passaggi positivi contro i 283 dei lagunari, 12 calci d’angolo a favore e 4 per gli avversari. Contro il Venezia si sono viste linee di gioco riconoscibili per andare a fare gol, perdere il pallone e partire subito per il recupero con una pressione anche organizzata. I rossoblù a quarti hanno fatto vedere si essere più squadra dei veneziani tanto reclamizzati, non sono riusciti a fare squadre idonea in attacco per giocare contro il catenaccio lagunare in nove davanti al portiere. Contro un catenaccio animoso e grintoso o si passava sfondando con scambi stretti oppure si tirava da lontano anche questo è stato tentato. Tutto è stato ancor più difficile anche con le sostituzioni di Pandev e Galdames, perché la qualità è scemata ancor di più.

Nel contesto della partita bisogna aggiungere anche il rigore, dopo averlo visto e rivisto, su Kallon. Mariani e Pairetto al VAR non hanno neanche fatto “una chiaccherata” via cuffie. Mariani bruciato dal rigore concesso contro l’Inter alla Juventus ha fatto come le tre scimmiette: non vedo, non sento e non parlo. Nel rigore contro l’Inter era difficile calcolare l’intensità, mentre in quello contro Kallon era più facile considerato che il difensore veneziano ha travolto tutto: gambe e pallone. Anche le proteste del Presidente americano e allenatore squalificato veneziano della scorsa settimana avranno avuto effetto: parlare, comunicare serve anche nel calcio. Ballardini sempre in bilico fino alla gara di venerdì con l’Empoli. Michele Plastino, direttore di Radio Sportiva nell’intervista di venerdì scorso rilasciata a Buoncalcioatutti sulla posizione di Ballardini è stato chiaro: “Da quanto tempo facciamo lo stesso discorso sul Genoa, Ballardini e Preziosi? Il problema è che sembra si ripeta sempre tutto. Si ripete sempre tutto, e in questo è racchiuso tutto”.

Gattuso, Pirlo sull’uscio del Pio Signorini. Gattuso ha già rifiutato con signorilità e educazione almeno 2 volte. La prima con l’ex direttore sportivo genoano a giugno, la seconda alcune settimane fa, non sappiamo se contattato da dirigenti italiani o americani. Il motivo il futuro, non solo della squadra ma anche della società, con Preziosi sull’uscio del Pio Signorini. Adesso è Pirlo il tecnico chiacchierato alla sostituzione. Contattato e portato anche a pranzo o a cena, con il suo entourage farà delle considerazioni, come non ha potuto fare Juric perché a stipendio qualche anno fa quando è stato chiamato a sostituire proprio Ballardini (con Piatek capocannoniere e 12 punti in classifica dopo 7 giornate) con un ciclo di gare davanti da far tremare la panchina. Juric era un traghettatore di 5 giornate, Pirlo non può permetterselo e scommettere sul suo futuro da bruciare con un calendario fino alla fine del girone di andata da giocare contro Roma, Udinese, Milan, Juventus, Sampdoria, Lazio, Atalanta e Udinese.

Non si può affermare di essere alla fine della corsa dopo 11 giornate di campionato. La classifica della parte destra della classifica 8 squadre in 6 punti lo deve certificare. È poco pretendere dai calciatori, dai tecnici e dalla società, di guardare la classifica quando è corta e tante squadre sono vicine alla zona rossa. Balla dalla sua ha la squadra, che non è stata messa in quarantena per scarse affinità con la Serie A, anche se qualche “pisquano” afferma sul web di essere bene informato e che c’è maretta dentro lo spogliatoio. Può darsi di sì, da parte di quelli che sono stati scoperchiati come non da Genoa e da Serie A. Bisogna aspettare a cercare scusanti. La partita con l’Empoli sarà un’altra gara difficile, ma prima di fasciarsi la testa confrontare i risultati che hanno fatto in casa e fuori dalle proprie mura. Non deludano l’ultima speranza venerdì. Sarebbe davvero troppo.


Rassegna Stampa dell’1 Novembre: il Genoa non esce dal tunnel. Ballardini in bilico, c’è l’ombra di Pirlo