Pazzo calcio è andato in scena nella partita tra il primo Genoa americano e il Verona. Folle Genoa e Verona da vittoria sicura a tre a tre per la cronaca.

Difficile fare una critica alla partita giocata dai genoani e dai veronesi. La tecnica e la tattica sono utopie spietate e il gioco del Vecchio Balordo ha entusiasmato per i vigili istinti dall’80esimo minuto in poi. Avvincente la partita per il comportamento di Criscito e compagni sotto l’aspetto agonistico e spettacolare, peccato che non sia arrivata la vittoria anche se non meritata. Perché sotto l’aspetto tattico e tecnico ha vinto il Verona di Tudor, per il Genoa qualche sbigottimento. 

La forza del Grifone è il carattere. Il rovescio della medaglia per i veronesi  è di tirare i remi in barca, come a Salerno, quando gli avversari mettono la grinta.

Gli americani presenti in campo prima dell’inizio della gara e anche alla fine saranno andati via con una doverosa constatazione: i giocatori del Genoa si sono battuti al meglio con slancio virile, ammirevole, e non sorprende per chi lo segue perché lo avevano già fatto in altre gare ribaltando il risultato con cuore e grinta seppur con poco gioco. Difficile per i nuovi proprietari non dirsi fieri di questi giovanotti dopo quanto visto e sofferto.

Gli americani che hanno fatto capolino dall’entrata degli spogliatoi un’ora prima dell’inizio della gara, chiamati e osannati dalla Nord con tante bandiere a stelle e strisce che sembrava di essere ad un conferenza del Presidente degli Stati Uniti, non si sono fatti pregare per andare sotto la gradinata. Peccato che non avessero un interprete vicino altrimenti i cori prolungati contro Preziosi sarebbe stati interrotti e  interpretati nel modo giusto non dando l’impressione di essere d’accordo.

Tornando alla gara, Tudor ha fatto un mini-turnover, ha indovinato la mossa di giocare con due attaccanti vicini, operazione non capita bene dalla difesa del Genoa visti i recuperi in affanno di Maksimovic e Biraschi fino al gol di Simeone caricato solo sulle spalle di Cambiaso. Simeone se non sbaglio aveva il numero 9 sulle spalle perciò non doveva essere controllato dai centrali difensivi  saltati come birilli nell’azione che ha portato al gol? Tanti, troppi errori in fase di disimpegno dalla fase difensiva in su.

Kallon e Fares più preoccupati a difendere che attaccare e poco serviti bene, in particolare il ragazzo della Primavera, non sono riusciti a creare la superiorità numerica con un dribbling o uno scatto. Tutto ha prodotto pochi tiri in porta e nessun calcio di punizione diretto dal limite dell’area. Le uniche occasioni sono arrivate sui piedi di Badelj dentro l’area di rigore, ma hanno avuto effetti non benefici pur avendo i sette metri di porta da centrare.

Nell’intervallo Ballardini si è giocato subito due sostituzioni: Behrami e Pandev per Cambiaso e Melegoni. Melegoni per Pandev si può capire, Behrami per Cambiaso meno, secondo la Tribuna Stampa il migliore del primo tempo in un corsia di destra si è battuto assieme a  Kallon contro la forza dell’Hellas, Lazovic e gli inserimenti di Barak, il tipo di calciatore che manca al Genoa. Punito per il gol di Simeone?

Subito il rigore di Maskinovic, che c’era per un pestone al Cholito rilevato dal Var, ed ecco che il Verona ne ha approfittato. Sul due a zero scaligero Sirigu si è eretto a salvatore del Genoa con ottimi interventi, mentre il gioco del Genoa ha continuato  ad essere confuso tatticamente e tecnicamente. Solo l’entrata di Eukuban con il fisico e la corsa ha fatto scricchiolare la difesa veronese, Tudor ha contribuito con sostituzioni non capite. Il rigore del difensore scaligero, manca il giallo,  giusto come quello contro il Genoa, ha avuto lo stesso effetto per i gialloblu in bianco in precedenza facendo uscire alla grande l’aspetto agonistico, quindi anche sentimentale, una vera squisitezza dei calciatori genoani trascinati dalle pennellate di calcio di Pandev, Destro e Rovella.

Pandev con unico assist gol per Destro, Rovella per un calcio di punizione perfetto per l’altro gol di Destro, un cannoniere che prova a reggere la squadra da solo in fase di possesso facendo fatica ma riuscendo a condire le sue gare con guizzi gol da bomber antico.

Ballardini nelle ultime interviste prima e dopo le gare esterna mal di pancia che cova dall’inizio della preparazione. Che quelli usciti lo scorso anno fossero più forti di quelli entrati era ed è evidente, che tutte le squadre incontrate dal Genoa erano  pronte dal primi di agosto e che qualcuna gioca da lungo tempo insieme è altrettanto vero, ma che tutte siano più forti bisognerà aspettare a dirlo quando il Grifone “ballardiniano” avrà finito il suo rodaggio.

Dopo la gara contro la Salernitana e la sosta per la Nazionale non si potranno più cambiare giudizi di partita in partita. L’equilibrio lo dovrà dare Ballardini. Dopo Salerno Bdovrà richiedere di allenare 25/26 alciatori, dare gerarchie e non spezzarle do gare in gara, facendo giocare una volta Tizio e un’altra Caio, anche se lui e solo lui con il suo staff restano, ad oggi, gli unici a vedere gli allenamenti. D’accordo che i giovani devono crescere ma succederà solo con il minutaggio, compreso Vanheusden, che con  Criscito è  l’unico tra difensori schierati  ad aver giocato 30 partite in passato.

Dopo tornerà il calciomercato e subito bisognerà scatenare la ricerca di  un Anguissa o Barak. Un calciatore con quelle caratteristiche che manca da troppo tempo nella  rosa del Genoa.

Il Grifone è in ritardo perché è stato ingessato nel calciomercato estivo per la vendita della società, operazione non  nata ad agosto ma anche prima tanto che Preziosi già a fine luglio aveva confermato ad un intrattenitore e organizzatore di eventi a Forte dei Marmi l’operazione.

Anche Marroccu è stato ingessato dalla futura vendita. La prova è che Anguissa – non sono Paganini e mi ripeto – era del Genoa ai primi di luglio. Marroccu è ancora sotto contratto del Genoa, per tale motivo la società non l’ha salutato. Dopo il calciomercato è andato in ferie per stare vicino alla moglie e ai figli, che stanno tutti bene, come tutti i papà.

A questo punto la domanda è una: tornerà Marroccu? Dipenderà dagli americani: probabilmente se succederà vorrà essere edotto su quale sarà il suo compito nel prossimo calciomercato. Se nel suo database c’era Anguissa, la rivelazione di tutti i centrocampisti in queste prime sei giornate di campionato, ne avrà altri. 

Tu vuò fà l’americano? Domenica 17 ottobre al Ferraris contro il Sassuolo bisognerà fare il genoano anche senza biglietti omaggio. Riempire il Tempio ricordandosi che, oltre l’emozione di sentire cantare nuovamente il popolo rossoblù a quarti, senza il loro contributo il pareggio contro il Verona sarebbe stato difficile da conquistare.