L’ex presidente del Genoa, Enrico Preziosi, è tornato a parlare della cessione del Genoa dopo 18 anni di presidenza e lo ha fatto ai microfoni di Radio Rai, nell’ambito della trasmissione “Radio Anch’io Sport”. Trasmissione che gli ha permesso intanto di ribadire che nel calcio, da presidente, non ci si vede ormai più. “Sono uscito dal calcio e non ci entrerò assolutamente mai più – risponde a chi gli chiede di un possibile interesse per la Salernitana – Ci sono da oltre trent’anni e ho già dato. Lo dico a tutti perché già ho avuto diverse telefonate da qualcuno che mi ha chiesto “perché non facciamo questo…”. Non farò mai più niente nel calcio. Questo è un dato certo”.

Si passa poi immediatamente alla fresca cessione del Genoa a 777 Partners. “Sono persone giovani, capienti e hanno una situazione finanziaria importante con investimenti in tutto il mondo. Sono pienamente affidabili ed era la cosa più importante: sono anni che cercavamo coloro o colui che potesse dare un futuro al Genoa. E 777 Partners è società di tutto rispetto. Il futuro del Genoa penso sia blindato. Il mio ruolo in società? Sicuramente chi ha comprato il 100% ha il diritto di decidere tutte le attività legate al mondo del calcio. E i proprietari decideranno. Per contrattualistica ho un posto nel board, che non vuole dire potete decisionale, ma una delega per alcune attività”. 

Sui programmi che hanno i nuovi proprietari. “Intanto si è capito che un’era è finita, quella dei presidente mecenati. Oggi il calcio va trattato come azienda. E come azienda vedono nell’intrattenimento, per il futuro, uno dei settori più interessanti. Qualche volta dovranno fare i conti con burocrazie e sistema italiani, ma penso che per loro l’intrattenimento sia qualcosa di importante e vada strutturato con stadi di proprietà, attività di aggregazione che porteranno poi ad avere non solo i conti in positivo, ma anche la possibilità di trarne dei frutti, valorizzare e poi poter vendere a qualcun altro. È sempre stato così. Perché i fondi non sono entrati in Lega Serie A e ora entrano nei club? In Lega siamo un popolo avverso affratellato insieme, mentre in un club è più facile trovare intese con alcuni azionisti o imprenditori. È meno complicato, in Lega abbiamo venti squadre con venti persone che la pensano diversamente. Ecco perché probabilmente entrano per la porta secondaria”.

E a chi ribadisce che il Genoa è l’ottavo club in Serie A ceduto a proprietà straniere, di cui molte americane, e chiede se ci sia il rischio che diventi solo puro business, Preziosi risponde: il calcio ha questa magia, quella di inculcare passione. Ho visto la prima partita dove ho lasciato loro essere protagonisti, ossia la scorsa, e ho visto molto entusiasmo ed eccitazione. Non si può pensare al business puro e freddo senza pensare che si parli di un investimento sulla passione degli altri. E loro forse pensano proprio questo, che la passione possa poi indurre tutti i supporter a fare qualcos’altro per la squadra, per le strutture, per l’aggregazione. Qualcosa che porterà probabilmente vantaggi anche sotto il profilo economico”. 

Sul finale di trasmissione, l’ex presidente rossoblu ha risposto ad alcune domande dei teleascoltatori. “Cosa c’è dietro a tutto questo vento americano che arriva in Italia a prendere le squadre di Serie A? Perché ci vedono un business e vedono nel calcio e nell’intrattenimento uno dei business più importanti nel futuro. Se sono sani e hanno anche un briciolo di passione, lasciamoli investire. A me sembra proprio di sì: bisogna guardare nel tempo, non dopo 2/3 anni. Mi pare che, ad esempio, il presidente Commisso, dopo un anno e mezzo di tribolazione, oggi abbia ora portato in equilibrio la società assicurando un futuro importante alla Fiorentina. Bisogna aspettare, ma penso ci siano tutte le premesse per fare meglioSe gli americani potrebbero creare una lega alternativa? Non credo assolutamente perché il calcio europeo non è governato da americani, ma da un ente che rappresenta tutte le società. Dovrebbero esserci in tutta Europa solo americani, ma non credo ciò avverrà. Magari miglioreranno alcune condizioni che vanno migliorate, ma gli americani non credo potranno incidere su questo“.

Ancora, uno sguardo sul passato da presidente e sulle contestazioni. “Ho preso il Genoa in Serie C, praticamente in Tribunale, e ho investito tantissimo. L’idea è che fosse in Serie B e l’abbiamo acquisito senza nessun tipo di problema. Abbiamo provato a fare quello che era possibile in questi anni. Il calcio è molto difficile e a volte viene a mancare un supporto, quello dei tifosi, che si aspettano molto più di quello che si può fare. Io sicuramente avrò fatto un sacco di errori, ma anche qualcosa di buono. Il giudizio lo affidiamo alla storia: tra l’altro 15 anni di Serie A, che per molti tifosi non sufficienti, hanno testimoniato che sono stati fatti sforzi. Potevo sicuramente fare di più, ma lo rimandiamo alla storia. Si può sempre fare di più, ma si poteva fare anche peggio. Ho lasciato il Genoa in Serie A e in mani sicure: a me interessa solo questo. A tutti non posso piacere, e se i tifosi si aspettano di più, spero che chi è arrivato dia loro soddisfazione”. 

Sulle problematiche di ricezione e trasmissione avuta da DAZN ad inizio campionato: “Penso che in questo momento non fossero preparati per dare un servizio ai telespettatori. Questa è la verità. Peccato che Sky sia stato del tutto o parzialmente fatto fuori, perché da anni è in Italia e ha un segnale molto semplice, leggibile e confortevole. Loro devono ancora investire ed è un peccato, perché chi paga un abbonamento e poi vede quel tipo di servizio qualche domanda se la fa. Spero solamente che accelerino per trovare una soluzione e dare un segnale decente ai telespettatori. Io sono a favore di Sky e forse una collaborazione tra Sky e DAZN sarebbe stata opportuna”. 

A seguire un passaggio sul contrasto al razzismo e sul campionato del Napoli capolista. “La Federazione ha messo in piedi contro il razzismo tutte le modalità perché questo non accada più. Lo stupido esiste sempre, sperando che anche questo stupido la smetta perché non è accettabile. L’anno del Napoli? Sono sempre stato tifoso del Napoli, me lo auguro. Rimarrò però legato al Genoa e seguirò qualsiasi partita il Genoa affronterà. Il Napoli è sempre stata la mia squadra del cuore e sono felice che questa stagione sia cominciata con sei vittorie. Hanno tutti gli ingredienti per raggiungere questo sogno: lo spero per loro e direi anche “forza Napoli“.

Infine, un quesito circa il suo rapporto con gli allenatori e sul fatto che ne avrebbe potuti esonerare di meno. “Talvolta il calcio è fatto anche di emozioni, di ansie, paura, poca razionalità. E questo accompagna anche persone come noi. È vero, con gli allenatori non ho avuto molta fortuna, ma quando ne ho trovato uno l’ho tenuto circa nove anni. Mi riferisco a Gasperini. Tutto sommato, quando si è convinti di un certo tipo di persona, viene difficile lasciarsi. In altri casi non sono stato fortunato, un po’ troppo avventato, e mi prendo anche questa critica“.

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