Noi tifosi ci eravamo illusi che con la vittoria di Cagliari il Genoa avesse scacciato le paure e le titubanze delle prime partite, ma la partita con la Fiorentina ha confermato che la squadra non è pronta e che il gioco è sempre farraginoso: troppa gente che porta palla, troppo lenta la manovra e troppi giocatori che non si propongono ai compagni. Anche le posizioni in campo di alcuni di loro non sono sembrate appropriate.

Uno sguardo sull’avversario di oggi.

Il Genoa incontra il Bologna in terra emiliana, un Bologna che sabato ha subito una pesante scoppola contro l’ Inter ed è chiamata ad un pronto riscatto. Mihajlovic, tecnico bolognese, non ha risparmiato critiche ai suoi giocatori e tutto l’ ambiente bolognese è un po’ in subbuglio. Mihajlovic è un allenatore dal carattere forte e dalla personalità spiccata, tatticamente sempre sul pezzo. I rossoblu bolognesi adottano il 4-2-3-1 che ben si adatta agli uomini in rosa.

L’analisi reparto per reparto. Partiamo dalla difesa.

Skorupski, il portiere, non è un fenomeno ma garantisce un rendimento regolare, è bravo tra i pali ed in uscita, anche se con i piedi può commettere qualcosa errore. De Silvestri, Medel, Theatee Dijks formano la linea a 4. De Silvestri sulla destra assicura una buona spinta e una buona tenuta difensiva, è un giocatore di una certa esperienza, pericoloso in avanti con i suoi inserimenti al buio e nelle palle inattive con i suoi colpi di testa. Dijks, un olandese di elevata statura, bravo quando spinge e quando può liberare il suo importante piede sinistro, non eccelle nelle letture difensive.

Medel e Theate compongono la coppia centrale, un duo nuovo che grazie all’ intelligenza tattica e alla sagacia di Medel troverà subito le giuste misure. Medel è giocatore brutto a vedersi, non ha certamente il fisico da difensore centrale, ma assicura alla sua squadra una protezione e uno spirito combattivo che non ha eguali. Cattivo, tempista e con una buona tecnica è difficilmente superabile nell’ uno contro uno. Theate è l’ uomo nuovo: entrato nel secondo tempo nella partita di San Siro, ha destato subito una buona impressione firmando anche il gol della bandiera per il Bologna. Il difensore belga dispone di una buona tecnica con il piede mancino e ha notevole stazza fisica.

Il centrocampo.

Svanberg e Dominguez sono i due mediani di centrocampo. Svanberg è forte fisicamente, ha buone proprietà tecniche e facilità di corsa, è bravo negli inserimenti offensivi. Dominguez, argentino ex Velez, agisce da distributore di gioco, è abile sia nel lungo sia nel corto, è rapido, ma non ha una grande forza fisica.

L’attacco.

Orsolini, Soriano e Barrow giocano dietro alla punta centrale. Orsolini, gioia e dolore di Mihajlovic, viene impiegato sulla fascia destra anche se è mancino: ha corsa, tecnica e forza ma è molto discontinuo e di difficile gestione. Stesso discorso si può fare per Barrow sulla fascia opposta, anche lui alterna partite e giocate irresistibili a prestazioni irriconoscibili. Soriano è il trequartista centrale, anche se durante la partita a volte si abbassa tra i due centrali diventando il playmaker oppure cerca lo spazio alle spalle della punta centrale. Il centravanti è l’ austriaco Arnautovic, giocatore irascibile dotato di un’importante fisicità e di piedi buoni, bravo nella difesa della palla e sempre pericoloso dentro l’area di rigore. Un elemento di spessore in cui il Bologna ripone molta fiducia.

Come si comportano sulle palle inattive?

Quando devono difendere sui corner e sulle punizioni laterali, lo fanno a zona, è anche Arnautovic retrocede ad aiutare la retroguardia. In attacco i corner sono calciati da Orsolini, Dijks e Dominguez, e sulle le punizioni laterali dalla trequarti gli incaricati sono gli stessi. Ogni tanto però provvede anche Soriano.

In conclusione? 

Dopo la partita di oggi il Genoa incontrerà il Verona a Marassi, dovrebbero essere due partite alla portata, a patto di cambiate registro ed atteggiamento. Troppo brutto e rinunciatario quello visto sabato scorso, il Genoa deve diventare una squadra coraggiosa che giochi la partita contro qualsiasi avversario. I calciatori della rosa genoana hanno qualità importanti e possono imporsi. A mio modesto parere le verdure per fare un buon minestrone ci sono, è giunto il momento che i cuochi ce lo facciano gustare.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.