In primo luogo, auguri Vecchio Balordo per i tuoi 128 anni. L’agosto 2021 dovrebbe aver maturato il passaggio della società da Preziosi ad un Fondo americano. Il condizionale è d’obbligo dopo le tante trattative sull’uscio del “Pio Signorini” poi saltate. Tutti i genoani  e i media hanno messo sotto la lente d’ingrandimento i fondi di investimento, società che fungono da salvadanaio e nelle quali più soggetti possono investire per ottenere un guadagno.

Il Fondo americano come otterrà questo guadagno con la società Genoa? Questa e la domanda e la risposta si saprà quando verrà messo nero su bianco. La questione che ha incuriosito di più nella trattativa in corso è che nessuno ha mai parlato dei debiti del Genoa. Il Fondo americano cosa acquisterà il patrimonio netto del Genoa, 14,5 milioni di euro (e quindi in totale più del 5% del loro patrimonio) o tutto quanto, debiti compresi? Preziosi, grazie alla sua esperienza nel mondo del calcio, resterà come nuovo investitore  del Fondo oppure per le garanzie rilasciate a rate proporzionalmente ai pagamenti dei debiti stessi?

Sono solo domande, spetterà al tempo dare risposte. Nel frattempo, l’agosto del Genoa e di Ballardini ha maturato poco gioco e adesso a settembre tecnico e lasquadra devono vendemmiare non solo gioco, ma anche risultati.

Fino alla prossima sosta per la Nazionale del 2 ottobre il Vecchio Balordo dovrà affrontare Cagliari, Bologna e Salernitana in trasferta, Fiorentina e Hellas Verona al Ferraris. Ballardini alla fine del calciomercato 2021 riparte con 13 calciatori nuovi. Dovrà iniziare un nuovo ritiro e il suo lavoro e quello del suo staff non sarà semplice e facile.

Fra l’altro in questa condizione dovrà avere l’appoggio non solo della vecchia guardia rimasta, ma anche di coloro che si occupano in società sul campo (Marroccu, Marco Rossi, Mesto) nel gestire l’introduzione dei nuovi elementi.

Le conoscenze specifiche e le capacità di Ballardini e dello staff, oltre insegnare la didattica, sono la sensibilità psicologica e le doti morali di varia e molteplice natura. La sua forza quando è arrivato al Genoa è sempre stata di pazienza, perseveranza, equilibrio dentro lo spogliatoio prima che sul terreno di gioco.

Nei momenti di difficoltà Balla ha dimostrato di saper gestire le pressioni di squadra e calciatori, intesi come singoli e come gruppo. Da oggi dovrà essere anche bravo con lo staff nel gestire le pressioni esterne: presidente, dirigenti, procuratori, media, tifosi. Sarà l’equilibrio interno e esterno che è sembrato mancare già dal ritiro di Neustift a poter fare la differenza.

Ballardini ha fatto sempre vedere e capire che, oltre proporre quello che vuole sul campo, sa leggere quello che succede. I nuovi arrivati hanno delle potenzialità, la forza dello staff atletico è quella di ottenere la più alta percentuale di imprevedibilità dal gruppo a disposizione.

La tecnica di base e la tattica individuale non dovrebbero mancare, come l’esperienza agli ultimi arrivati. Anche se il calcio si evolve in continuazione, la tecnica di base non dovrebbe essere assente nei nuovi ingaggi. Solamente il tempo e lo spazio a disposizione sarà cambiato in una nuova squadra, ma non l’atto motorio.

Il lavoro più importante dell’allenatore e dello staff sul terreno di gioco determinare tatticamente le regole del gioco della squadra. Importanti sono i segnali di comunicazione tra i calciatori nelle due fasi di gioco e nelle diverse situazioni di gioco.

Non avendo giorni di ritiro a disposizione, Ballardini in modo unico e semplice dovrà sintetizzare e semplificare proposte tattiche di immediata comprensione.

Il tempo è poco  per il Vecchio Balordo per  trovare un sistema di gioco equilibrato tenendo conto delle due fasi di gioco. Elastico, pronto ad adattarsi facilmente ad ogni tipo di atteggiamento avversario senza squilibri, pur eventualmente cambiando compito. Razionale e formulato in base alle caratteristiche fisico-tecniche e tattiche di personalità dei calciatori a disposizione. Tocca a Ballardini, insomma, per non trovarsi a lottare contro i mulini a vento dei risultati, trovare la quadra.

Se in difesa e in attacco sarà facile trovarla, a centrocampo come sempre sarà difficile. I nuovi innesti Tourè e Hernani non hanno come nel passato le caratteristiche del mediano o mezzala pronto a fare le due fasi. Il francese ha dimostrato in carriera di essere un recuperatore di palloni e dare equilibrio alla squadra giocando da centrocampista centrale. Visto il fisico ha sempre usato il corpo nei contrasti in fase di interdizione quando riesce a scegliere bene il tempo di aggressione e pressing.

Ballardini  in questi giorni di lavoro avrà capito le caratteristiche del francese più portato ad essere di un secondo centrale di centrocampo e perciò volendo sfruttare il materiale a disposizione dovrà provare a cambiare il solito 3-5-2.

Se il Vecchio Balordo vorrà continuare con il 3-5-2 o con il centrocampo a tre Ballardini dovrà ritoccare tutto l’assetto della squadra. Con la lunga rosa a disposizione può scegliere più soluzioni, non solo il 3-5-2: il 4-2-3-1, l’albero di Natale, il 4-3-3 con Caicedo e Destro centravanti e qualcuno a girargli intorno. E anche il 4-5-1 della Svizzera contro l’Italia.

Confortato dai risultati proverà a mettere il campo il modulo preferito, il 3-3-3-1. Modulo in cui per il Mister c’è tutto: in fase difensiva tre calciatori alla difesa della porta, tre centrocampisti che danno ampiezza con uno di loro che si allarga, profondità con il trequartista che lega il gioco e tre punte pronte a garantire verticalità e larghezza di gioco. Con le due ali o esterni a metà tra la prima punta e i centrocampisti pronti a formare due rombi.

Ballardini in questo momento si trova con tanti giocatori che non hanno fatto la preparazione in un ritiro essendo svincolati e la squadra – il tempo è poco anche per il tecnico – potrà essere giudicata quando ci sarà una pari condizione atletica anche per i nuovi arrivati.

Non sempre l’opera di Balla  è stata apprezzata e valutata con obiettività. Come in ogni circostanza della vita, figurarsi nel calcio, è il risultato che conta e che determina la graduatoria dei valori.

Un sistema può essere oggettivo come idea e struttura, ma dovrà adattarsi negli equilibri alle capacità, qualità e valori dei singoli calciatori.

Un cuoco deve essere più che mai libero di creare” (Gualtiero Marchesi). Frase che calza a pennello anche per Ballardini che dovrà avere un pizzico di tempo per cucinare bene il Grifone. In questo momento in casa Genoa e anche fuori, anche se c’è la vendita della società a fare da cuscinetto, vige la vecchia pubblicità dell’AMGA per l’acqua: “noi  la vogliamo calda e subito”. Difficile dopo la buona campagna di calciomercato, ma pur sempre troppo last-minute.