Il Genoa è tornato a lavorare da una settimana, ma sono poche le emozioni percepite dal ritiro, probabilmente come in tutti gli altri a causa di questo mercato stagnante e in attesa di novità.

Il Genoa e Ballardini hanno iniziato la nuova stagione in punta di piedi, senza tappeti rossi e fanfare, d’altra parte anche l’ultimo campionato è terminato solo con una salvezza, seppur con un undicesimo posto inaspettato alla fine del 2020.

A Neustift più che un ritiro è in atto un casting per valutare chi potrebbe essere pronto a partecipare – non tanto giocare con continuità – nella prossima Serie A e non si parla solo dei giovani millennial, ma anche di qualcuno che negli anni passati ha avuto poca fortuna non solo con la massima categoria, ma anche con gli infortuni.

L’ immagine di queso quindicesimo ritiro austriaco si deve aprire con uno nuovo ciclo, con Ballardini che vorrà e dovrà essere nuovamente protagonista.

Balla è al centro di questo progetto, meglio specificare annuale, ed è consapevole con il suo staff che sarà dura. Attraverso i suoi insegnamenti e quelli del suo staff auspica di sovvertire, con l’aiuto pure di Preziosi, lo scetticismo e tanti altri pensieri che contraddistinguono il Vecchio Balordo.

Questa è una settimana decisiva durante la quale si tireranno le somme con Preziosi e Marroccu per quanto riguarda quanto si è approfondito durante il ritiro e cosa occorrerà. Sarà poi Preziosi a dover trovare e rimettere in rosa altri giocatori alla Strootman, Zappacosta, Scamacca e qualche altro altro tornato alla base.

Ballardini e il suo staff hanno un compito non facile, insomma. I giovani arrivati hanno la carica, la voglia di partecipare, e Ballardini per farli crescere e creare plusvalenze ha bisogno di qualche giocatore di qualità che li prenda per mano sul terreno di gioco. Oggi sono otto giorni di ritiro lavorando, oltre che su tecnica e tattica, anche sui fondamentali.

I fondamentali nel calcio, in particolare in Serie A, sono il controllo e la battuta di testa o di piede. Nel controllo devono esserci tutti i movimenti necessari a fermare in volo o in rotolamento  il pallone, nella battuta indirizzare e servire nel modo giusto un compagno. E particolare attenzione in questi primi giorni anche per le posture in ricezione del pallone, perché gli errori in Serie A si pagano cari.

Ballardini e il suo staff stanno valutando nel compiere questi movimenti, quale che sia, un giocatore già fatto o anche in pectore pronto ad esprimere la propria tecnica  calcistica.

Il calciatore ideale per giocare in Serie A deve essere un atleta che non sappia solo correre, ma sia dotato di un repertorio completo il più possibile con fondo atletico e potenza – cioè velocità più forza oltre tecnica. In Serie A si gioca a ritmo elevato e l’istinto è importante.

Già scritto da qualche anno: c’era una volta la preparazione. Si mette fieno in cascina in modo diverso. Il pallone è diventato il mezzo più importante dell’allenamento per curare la parte aerobica, tecnica e tattica: lavoro fisico con il pallone e tanta palestra per fare potenziamento. Tutto sotto controllo con i GPS, un habitat naturale sulle spalle dei calciatori che segnala km percorsi, “benzina” consumata, accelerazioni e frenate.

La tesi di questo calcio, tutti attaccanti tutti difensori, non significa in Val Stubai creare calciatori polivalenti a scapito della specializzazione del ruolo. Significa piuttosto formazione di giocatori sempre più altamente specializzati in grado, nel contempo, di operare con efficacia in tutte le zone del campo.

Ballardini e il suo staff ci provano, ma sarà un lavoro non facile senza l’aiuto del calciomercato.

Intanto è tornato il sole a Neustift, forse un buon auspicio per il Grifone.