Nel corso della giornata di ieri si sono susseguiti, su televisioni e social network, video di tifosi intenti a malmenarsi nei pressi dei tornelli d’ingresso a Wembley, prima della finale vinta dall’Italia ai calci di rigore contro l’Inghilterra. Tensioni si sono registrate anche dopo la partita, con diversi arresti per insulti a pubblico ufficiale e danni aggravati a persone o cose. Una ventina di poliziotti sono rimasti feriti negli scontri.

A fare il giro del mondo è stato un video che risale a poche ore dal calcio d’inizio: tifosi italiani malmenati dagli inglesi? Questo il titolo più gettonato, smentito da una revisione più attenta delle immagini. Tifosi inglesi malmenati da tifosi inglesi per saltare la coda o entrare senza il biglietto? Probabile, ma il concetto non cambia e non rende nemmeno onore a un movimento che nei mesi scorsi era salito agli onori della cronaca per aver di fatto bloccato sul più bello il tentativo di creare una Superlega.

La scuola inglese, da sempre senza mezze misure, ieri avrebbe potuto cercare una via di mezzo. Esaltarsi e caricarsi a molla per 48 ore è costato caro ai più scatenati nel pubblico di casa, traditi sul più bello dalla lotteria dei rigori: tricolori bruciati, insulti razzisti, medaglie tolte dal collo, uno stadio semivuoto già pochi minuti dopo il terzo rigore fallito, ne sono stati la prova. Ma nel mezzo del parapiglia, ieri, si è visto il peggio della vecchia scuola inglese. E no…non può essere solamente colpa delle pinte di birra. In medio stat virtus, non solo a centrocampo ma anche dentro gli stadi, la casa dei tifosi. A casa si torna con rispetto, a proposito di coming home.