Chiude la nostra rassegna di commenti alla stagione passata del Genoa e a quella che verrà il collega e firma del Secolo XIX, Andrea Schiappapietra“Il campionato che si è appena concluso è un campionato a due volti, due facce della stessa medaglia: la medesima squadra con due rendimenti totalmente diversi. Ci resterà il dubbio di quello che sarebbe potuto essere se non ci fosse stata l’emergenza Covid manifestatasi in quella maniera dirompente a fine settembre dopo la bella gara col Crotone e alla vigilia della trasferta di Napoli”.

“Quello ha nettamente pesato sulla crescita della squadra e sul lavoro di Maran, che ha sicuramente deluso, ma ha delle attenuanti avendo preso in mano la squadra in mano per la prima volta in un anno anomalo, senza un ritiro estivo e con una rosa formata in poche settimane. Coi cambiamenti continui che ha il Genoa, una situazione così non aiuta. Maran ha delle attenuanti, ma è evidente che il Genoa alla vigilia di Natale, con soli 7 punti al penultimo posto, doveva cambiare per forza e l’unico cambio possibile era quello con Ballardini. Una scelta non facile per i trascorsi che c’erano stati, ma la scelta più giusta, della quale va dato atto allo stesso Preziosi, tornato sui propri passi. L’ha sempre detto che Ballardini è molto bravo quando prende le squadre in corsa, mentre il giudizio cambiava quando doveva partire dall’inizio”.

Adesso vedremo: Ballardini ha fatto ampiamente il suo dovere, anzi qualcosa in più avendo salvato il Genoa con un certo anticipo ed essendo rimasto, da gennaio in poi, fuori dalla mischia. Ballardini ha questa capacità di non sbagliare gli scontri diretti, e quando il Genoa si è un po’ riavvicinato alla zona calda, non ha fallito i due scontri diretti con Spezia e Benevento che gli hanno consentito di fare quell’ultimo balzo verso la zona tranquilla. E poi c’è quell’undicesimo posto che segna una netta inversione di tendenza rispetto a quanto visto negli ultimi anni: per trovare un piazzamento migliore bisogna andare indietro di almeno cinque anni”. 

Il futuro? Siamo abbastanza certi che sarà ancora sotto l’ègida di Ballardini. In un periodo in cui tanti allenatori stanno cambiando squadra, il Genoa potrebbe avere un vantaggio, quello di confermare la guida tecnica. Evidente che bisogna intervenire sulla rosa perché Ballardini ha corretto una squadra che aveva delle indubbie qualità, ma che aveva bisogno di diventare squadra. Era fatta di singoli, alcuni di ottimo livello, ma non era squadra: Ballardini ha avuto questa capacità. Ora bisogna sostituire i partenti e si cercherà di confermare i vari Perin e Strootman, malgrado il mercato sia pieno di insidie. Penso che il compito principale sarà trovare un centravanti in grado di continuare il trend che si è visto quest’anno, con attaccanti che segnano e un reparto offensivo con elementi interessanti. Mi aspetto che Shomurodov, se resterà come è nei piani, possa andare in doppia cifra e faccia quel salto di qualità che tutti si attendono dopo un anno di ambientamento e buoni segnali. Per il resto, non credo si possano fare grandi sogni: il Genoa può ambire a fare un campionato meno da montagne russe e quello sarà già un bel punto di partenza. Poi penso che quello che comincerà sarà un campionato molto diverso dagli altri dato che i tanti cambi in panchina porteranno ad un livellamento e diverse squadre sono in difficoltà, coi conti da fare quadrare. Anche il Genoa avrà delle necessità perché è evidente che le perdite ci sono state e bisogna correre ai ripari. Penso che sia una situazione in cui, se si riuscirà a gestire questa fase con una certa tranquillità, il Genoa possa partire con l’ambizione di un campionato sereno, magari tra le prime dieci in quella parte sinistra che qualche anno fa veniva un po’ sbeffeggiata, ma che poi è diventata negli ultimi anni un miraggio”.

Una cosa che ci aspettiamo tutti l’anno prossimo è che tornino i tifosi allo stadio, che indubbiamente danno una mano al Genoa. Speriamo in un campionato differente anche da quel punto di vista.

“Assolutamente: è l’auspicio di tutti che questo campionato e il finale di quella ancora precedente rimangano un caso isolato e che poco a poco si possa tornare negli stadi. Secondo me, in un’analisi più generale e onesta, giocare nel Ferraris pieno è un’emozione impagabile. Mettiamo pure sulla bilancia che il Genoa senza tifosi si è salvato l’anno scorso ed è arrivato all’undicesimo posto quest’anno. È un messaggio ad affrontare il tema tifoseria in senza esasperare determinati concetti, perché la tifoseria è fondamentale, ma la squadra ha dimostrato di saper sopravvivere anche nello stadio vuoto”.


Genoa, il resoconto sul campionato: Pinuccio Brenzini (Radio Nostalgia)