Proseguiamo, come consuetudine di fine stagione di Serie A, a sentire il giudizio finale sul campionato ai nostri colleghi. Oggi abbiamo contattato telefonicamente Sebastiano Vernazza, amico di Buoncalcioatuti e firma de La Gazzetta dello Sport

Un tuo commento a questo campionato che si è chiuso? Sono stati rispettati i valori sulla carta?

“Sullo scudetto l’Inter era la squadra più forte e si capiva già a settembre/ottobre complici anche le difficoltà della Juventus. Si capiva che la squadra di Conte potesse vincere il campionato e la svolta è stata quando l’Inter è uscita dalla Champions, perché come spesso capita alle squadre di Conte a lui viene difficile giocare su più tavoli, mentre riesce molto bene a giocare sui campionati, sulle 38 partite. Nelle competizioni ristrette, quelle che diventano ad eliminazione diretta, qualche problema ce l’ha. In coda mi sorprende la retrocessione del Parma, che credo avesse un organico superiore all’ultimo posto a cui ha invece dovuto fare fronte. Per il resto più o meno ci siamo. Forse mi aspettavo qualcosa di più dalla Roma, mentre il Napoli ha buttato via la qualificazione alla Champions coi due pareggi casalinghi con Cagliari e Verona. Avevano in mano la Champions e l’hanno gettata via”. 

C’è poi la stagione del Genoa. Un tuo giudizio sull’annata complessiva del Genoa? A guardare la classifica, coi suoi 35 punti in 25 partite, Ballardini si sarebbe virtualmente salvato anche sedendosi in panchina solo da dicembre in avanti. Sulla questione riconferma, che parrebbe scontata a vedere questi dati, cosa pensi?

“Se l’è meritata: è l’ennesima salvezza partendo da una situazione agghiacciante. Non so cosa debba fare di più Ballardini per avere una chance dall’inizio, in assoluto, ma soprattutto col Genoa. Oltre Ballardini credo che ci siano altri due uomini chiave nella salvezza rossoblu non voglio dire miracolosa, ma importante perché quando l’ha preso Ballardini aveva l’encefalogramma piatto. Uno è il direttore sportivo Marroccu, che ha tirato le fila del mercato e ha legato bene squadra e società. Anche quello era importante visto quanto accaduto con Faggiano a inizio stagione. Un altro è Strootman, perché c’è un Genoa prima di Strootman e un Genoa dopo: lo ha alzato di livello, di quattro o cinque piani. È un giocatore che per il Genoa è un lusso e credo che Marroccu ci stia lavorando, con tutte le sue forze: la prima mossa dovrebbe essere quella, facendo magari anche un sacrificio economico, ma ripartire da Strootman. Ha portato punti, personalità, disciplina tattica, fisicità, ha stabilizzato la squadra e ha fatto giocare meglio la squadra in fase difensiva sia nelle transizioni offensive. Gli è mancato solo il gol. I giocatori lo sanno e capiscono quando hanno come compagno un giocatore importante, che li fa vincere, e dopo capiscono e ti ringraziano e rimpiangono. Se il Genoa riuscisse a riportare Strootman – e magari dargli la fascia di capitano – sarebbe già un ottimo punto. Il 50% sarebbe fatto, sperando che si conservi in ottima salute come è stato quest’anno”.

Iniziano intanto i primi movimenti sulle panchine. Conte ha lasciato l’Inter, mentre Gattuso e Juric sono andati a Fiorentina e Torino. Come stanno cambiando e cambieranno gli scenari sul fronte allenatori? Cosa ci guadagnano Fiorentina e Torino? 

“L’Inter è un caso strano. Hanno perso Come, gli hanno dato una buonuscita da 7 milioni e passa a fronte di un contratto residuo di 13 milioni. Gli hanno dato a “babbo morto” oltre metà del contratto residuo. E Marotta sta rilanciando con Allegri, offrendogli un triennale da 10 milioni netti. Qualcosa non torna, perché se l’Inter è in questa grandissima difficoltà economica come fa intanto a dare questi 7 milioni a Conte, e poi come fa a proporre un triennale da 30 netti e 55 lordi circa ad Allegri. Non capisco, mi pare tutto contrasti. Poi probabilmente, penso io, Allegri andrà alla Juventus e l’Inter virerà su un tecnico più normale come Mihajlovic o Fonseca, che costi decisamente meno dei dieci che si stanno offrendo ad Allegri. Qual è la reale verità sul futuro dell’Inter? Forse c’è già un compratore grossissimo all’angolo?”

“Per quanto riguarda Gattuso e Juric, li conosciamo: sono due allenatori di temperamento, con principi di gioco differenti. Gattuso è andato a tanto così dal fare un grosso risultato a Napoli, perché anche lui era partito da una situazione molto difficile e ha rimesso in pista la squadra portandola ai confini della Champions. Juric è un clone di Gasperini, gioca quel calcio lì, di aggressività. Il problema di Juric può essere il come si pone, come si pone in pubblico. Quello potrebbe anche essere un limite per lui, ma come allenatore non c’è da discutere: a Verona ha fatto benissimo, mi aspetto faccia bene anche a Torino, anche se la società dovrà assecondarlo nella scelta dei giocatori”. 


Serie A, il resoconto sul campionato: Enrico Currò (Repubblica)