La rabbia di Ballardini di mercoledì sera, finita la gara con il Benevento, dovrà essere la carica domani pomeriggio per tutti contro lo Spezia. Balla scuro perché si dimentica troppo presto dei 26 punti fatti in 17 gare senza rigori, solamente uno in 32 gare giocate, senza un calcio di punizione diretto realizzato, senza un gol a giro o una bombarda da fuori area che non hanno nulla a che vedere con la tattica, ma con il deretano.

Perciò domani alle 15 nel Tempio vuoto (peccato) per fare risultato occorrerà una squadra che sia più di una somma di singoli. Un Grifone solido che non rischi nulla sfruttando più la quantità che la qualità, con occasioni da gol con quattro passaggi e combinazioni di gioco.

Tutto quello che era successo nella gara di andata con un Vecchio Balordo a pezzi rigenerato in tre giorni di lavoro di Ballardini.

Domani molto è stato costruito da Ballardini e il suo staff e i giocatori non possono averlo dimenticato come sono usciti dalla fossa della B grazie alla scorza del tecnico che non è il vestito dell’albero.

Ci si potrebbe ripetere anche contro Spezia nel presentare il Vecchio Balordo, al di là del risultato di mercoledì scorso, una non fatica da copia incolla. Si potrebbe ripetere i tran tran dei principi tattici e tecnici di Ballardini, altro copia incolla. .

Lo Spezia gioca con una difesa altissima lasciando campo in profondità agli avversari. Un’arma a doppio taglio, basta controllare il tabellino alle reti incassate. Gli Aquilotti rischiano di mandare in porta gli attaccanti avversari. Altro punto di debolezza degli spezzini sono gli inserimenti senza pallone degli avversari, in particolare sulle corsie laterali, dove i laterali difensivi bianconeri lasciano molto campo alle loro spalle.

Contro lo Spezia la lavagna tattica di Ballardini avrà cercato di far capire che per fare risultato occorreranno rotazione, gioco sulle fasce e attacco degli spazi, il tutto per sfruttare imbucate centrali e la concentrazione giusta agli uomini di Italiano che potrebbe mancare nel tenere la linea alta e unita nel cuore del gioco. Tutto questo condito bene dai palloni persi sui lanci lunghi.

Lo Spezia di Vincenzo Italiano dopo 32 giornate di campionato non ha fatto la Cenerentola del campionato come segnalato da molti specialisti delle griglie di partenza ad inizio stagione. Quello che ha stupito di più degli Aquilotti è stato il rendimento esterno con 4 vittorie e 3 pareggi, con 21 reti realizzate e 34 subite. Ma aldilà dei numeri, l’interesse è stato il gioco di questa squadra e la capacità di adattarsi velocemente alla Serie A, pur non disponendo di una rosa di primissimo livello, ma con giovani subito in Under 21 a giocarsi l’Europeo.

Il tecnico Italiano in tutto il campionato non ha mai avuto in testa una formazione base, le scelte sono state fatte in base alla condizione in particolare nel cuore del gioco, lì dove le sue scelte hanno combaciato con la sua carriera di calciatore in quello stesso ruolo.

Tatticamente giocano con il 4-3-3 prediligendo due fondamentali: ampiezza e aggressività. A Italiano piace poco costruire dal basso con passaggi corti, preferisce lanci lunghi verso la punta o gli esterni, tutti pronti ad aggredire i palloni vaganti. Il gioco può variare se gli spezzini schierano un centravanti di peso o pivot o un tridente leggero alla ricerca della superiorità numerica sulla trequarti attraverso i dribbling.

Altra peculiarità dei ragazzi di Italiano il gioco sulle corsie laterali con la rotazione continua di esterno, mezzala e terzino cercando di portare densità da una parte del terreno di gioco per poter fare cambi campo, cercando di sfruttare l’ampiezza sull’esterno opposto e andare a cercare il tiro. Gli spezzini sono una squadra molto aggressiva e coraggiosa, basta controllare le statistiche alla voce falli, cartellini gialli e rossi.

La fase di possesso positiva o ripartenza è subito marchiata dalla verticalizzazione e tutti cercano di buttarsi dentro l’area avversaria, quella di non possesso senza pallone 1-4-1-4 con un pressing portato da tutti i giocatori.

Di Italiano e dello Spezia qualsiasi allenatore avversario ha parlato bene. Se all’inizio del campionato sono stati la sorpresa, alla lunga sono stati studiati, perché nel calcio non esistono gli schemi perfetti. Studiato dallo scorso anno, dalla promozione in Serie A e dalla lettura della sua tesi di laurea all’Università di Coverciano.

Italiano spesso ha comunicato che possono giocarsela con qualsiasi avversario. Lo Spezia è una squadra rodata dalla scorsa stagione, gli errori in Serie A si pagano. Euforia per il pareggio casalingo nel turno infrasettimanale contro la capolista ricordando anche la vittoria con il Milan primo della classe in quel momento. Hanno subito approfittato dello sbandamento da Superlega del Biscione, partendo lancia in resta e approfittando della lentezza degli uomini di Conte. Come sempre le formazioni a domani un’ora prima dell’incontro.

Ballardini deve scegliere come schierare la difesa senza Radovanovic, come disporre l’attacco e mutare qualcosa di diverso sulle corsie laterali, spronato anche dalla visione di Spezia-Inter.

Italiano aveva promesso tanto turnover contro l’Inter e infatti a riposo sono rimasti: Erlic e Bastoni difensori e l’attaccante Nzola. Anche il tecnico spezzino come tutti gli altri colleghi alle prese con la valutazione fisica delle tre gare in sette giorni.

Diffidati Genoa: Ghiglione, Pandev, Zajc. Diffidati Spezia: Ferrer, Gyasi, Marchizza, Ricci.