Dopo l’intervista all’ex rossoblu Damiano Moscardi, oggi osservatore internazionale dell’inter (clicca QUI per ascoltarla), abbiamo contattato telefonicamente anche l’ex direttore generale del Genoa, oggi al Brescia, Giorgio Perinetti. Il commento flash è sempre quello sulla parte destra della classifica (con qualche sortita anche sulla recente vicenda Prandelli e sulla grande annata che sta vivendo Flavio Bianchi con la Lucchese).

Siccome parlano sempre delle squadre della parte sinistra, a dieci giornate dal termine 

Parliamo di quella parte di classifica sempre complicata da interpretare, soprattutto quando tante squadra partecipano alla lotta per la salvezza. Quest’anno, in particolare, avviene un fatto abbastanza nuovo: due delle neopromosse stanno facendo un campionato importante e questo ha messo in crisi molte società. A parte la stagione contraddittoria del Parma, troviamo squadre blasonatissime come Torino, Cagliari, Fiorentina. Salvo colpi di scena, questa lotta non si risolverà sino all’ultima giornata”. 

Quanto potranno influire gli stadi vuoti sulla lotta retrocessione? Certamente. Da una parte “possono” dare meno tensione nei momenti in cui una squadra va male e ci sarebbe un po’ di contestazione, ma nella fase finale avere gli spettatori sarebbe un grande vantaggio. Quando le cose sono da decidere e la classifica si fa pericolosa, l’ambiente solitamente si ricompatta e chi ha un grande pubblico e uno stadio in grado di trascinarti dà un grande vantaggio. In questo caso, il Genoa naviga oggi in acque più tranquille, ma col Ferraris pieno questa annata sarebbe stata ancora più significativa”. 

Su Prandelli e l’addio anticipato alla Fiorentina. “Se volevano fargli le scarpe e lui ne è uscito elegantemente? No, non credo. Lui ha scelto Firenze e si è preso una grande responsabilità. Anche quando era a Genova parlava spesso della Fiorentina che conosceva molto bene. Pensava di poter risolvere il problema Fiorentina con più facilità, ma si è trovato dopo la sconfitta interna col Milan e la contemporanea vittoria di Spezia e Benevento nel pieno casino. Ha fatto un gesto di responsabilità perché non si sentiva in grado di trasmettere alla squadra l’energia necessaria, e in una città ricca di polemiche come Firenze non è facile. In più, probabilmente, non avvertiva il pieno aiuto e appoggio dalla società, ma non perché la società non volesse stare dietro a Prandelli, ma perché in certe situazioni ci vuole tanta esperienza nel condurre le cose, e questa nuova proprietà in qualche modo lo ha fatto sentire solo”. 

Infine, un passaggio su Flavio Bianchi su cui già un paio d’anni fa Perinetti disse che avrebbe fatto gol in tutte le categorie. “Nella mia vita professionale, specialmente negli ultimi anni, sono sempre stato utilizzato in mansioni diverse da quelle che sono le mie precipue. Sono sempre stato uno scopritore di talenti, di giocatori giovani, e sto cercando di farlo anche a Brescia. Nel mio DNA c’è questo: ognuno nasce con una dote particolare, io credo di saper riconoscere il talento e soprattutto le prospettive che un calciatore potrà avere. Le sue potenzialità: sono contento ogni tanto di indovinare ancora. E poi uno che fa gol ha sempre ragione”. 


Parte Destra #8, a tu per tu con Damiano Moscardi