Al termine della vittoria contro l’Empoli nel quarto di finale di Coppa Italia, il mister del Genoa Primavera, Luca Chiappino, è intervenuto ai nostri microfoni per commentare la sua seconda semifinale da allenatore del Genoa Primavera dopo quella del 2008/2009.

“Prima di parlare della partita, intanto, vorrei porgere le più sentite condoglianze alla famiglia Spinelli – esordisce mister Chiappino in tenuta rossoblu con cravatta e abito elegante – Ho appena saputo della scomparsa della moglie Leila. Sono molto legato alla famiglia Spinelli ero ragazzino, sono cresciuto con loro che mi hanno dato la possibilità prima di fare il calciatore, poi l’allenatore.

Della semifinale del 2008/2009 cosa ricordo? Qualche analogia c’è. Ad esempio era il mio secondo anno in primavera e quest’anno è il mio secondo anno in Primavera. Al di là di questo, noi abbiamo fatto una buona partita dando spazio a ragazzi che hanno giocato un po’ meno sino ad oggi. Ci hanno dato una grande soddisfazione oggi e hanno meritato la vittoria perché ci siamo difesi bene e abbiamo avuto tutte le occasioni noi. Loro ci hanno provato nel finale a fare qualcosina in più, ma le maggiori occasioni le abbiamo avute noi. Siamo ovviamente contenti. Rispetto alla semifinale della volta scorsa, quando incontrammo la Roma, in quella squadra c’erano i vari Bertolacci e Florenzi, giocatori a fare l’alta Serie A e alcuni in Nazionale. Dei nostri non potemmo schierare Perin (perché era troppo giovane) e al ritorno El Shaarawy, che era via con la Nazionale. Ma abbiamo bei ricordi”.

Torniamo al presente. Nonostante il turnover, qualche giocatore che può darti altre soddisfazioni ci sarà anche nella prossima semifinale. “Devo dire che in 12/13 anni sono cambiate tante cose. Anche i ragazzi stessi sono cambiati. Abbiamo ragazzi che possono fare bene, ma rispetto a quella squadra forse siamo ancora un po’ immaturi dal punto di vista caratteriale e dell’esperienza. All’epoca avevamo già giocatori come Andrea Signorini, Cofie, Lazarevic, Boakye che hanno fatto la Serie A a mani basse. Una squadra che aveva forza fisica, ma anche talento”.

Oggi siete piaciuti e ci siamo domandati: come fai a tenerli così pronti fisicamente giocando ogni 48/72 ore? “Abbiamo la fortuna di avere un gruppo di ragazzi disponibilissimi, che si adattano a ogni cosa, e quella è una cosa già importante. Poi ovviamente il lavoro che facciamo in questo periodo è mentale e psicologico e la fa da padrone. Non tiriamo loro troppo il collo perché dopo 3/4 partite sono a rischio infortunio. In tal senso abbiamo avuto un grande aiuto da Pilati, che ci ha dato indicazioni precise. Per noi era una cosa nuova, pertanto siamo andati a chiederlo a chi ci era già passato. Ci hanno dato indicazioni importanti. Noi poi cerchiamo di fare del nostro meglio, cercando di assecondare i ragazzi nelle richieste essenziali. Non molliamo di un centimetro: siamo a spingerli tutti i giorni perché devono capire che hanno una importante opportunità”.


Coppa Italia Primavera, Genoa in semifinale 12 anni dopo l’ultima volta