Il mantra di Ballardini prima di affrontare la settimana principe dal suo arrivo a Pegli sarà  semplice: “si può risultare migliori anche se il valore è inferiore a quelli di qualsiasi rivale“.

Alla vigilia di una settimana tosta da giocare con Inter, Sampdoria e Roma bisogna fare i conti col fatto che anche gli avversari avranno il loro calendario del campionato e quello di Europa League, almeno per quanto riguarda la Roma.

La partita con l’Inter è difficile non solo per la forza dell’avversario. Conte ha trovato il bandolo della matassa tattica grazie a calciatori che erano andati nel dimenticatoio (Eriksen, Perisic), ha raggiunto la vetta della classifica e difficilmente il tecnico nerazzurro proverà a fare quello fatto nel passato: mollarla.

Ballardini e il Vecchio Balordo alla Scala del Calcio, ritornata tale nell’anno del Covid, insegnerà ai suoi uomini che non bisogna perdersi di coraggio contro Inter, Samp e Roma e  se non arriveranno sempre  i risultati, può darsi che tutti gli volteranno le spalle. Il Grifone  però non lascerà la preda e vorrà raggiungere la meta a furia di applicazione.

Per riuscire in questo trittico di gare il Vecchio Balordo dovrà essere come una persona noiosa, molesta, insopportabile sul prato verde come nelle altre 10 gare giocate. Pazienza se il giorno dopo si ascolterà, si leggerà di un Genoa cinico, con c..o: importante che il “verrou” di Balla porti risultati.

Lo stile di gioco di Ballardini è una strategia tattica, un modo personale e particolare sul come comportarsi dal primo giorno arrivato a Pegli, modellando la rosa a disposizione in base alle capacità tecnico-tattiche, alle potenzialità fisiche e al comportamento morale dei calciatori.

Il segreto del “Verrou”, catenaccio o chiavistello del” Balladream”, consiste nella giusta alternanza della marcatura ad uomo con quella a zona. La marcatura ad uomo dovrà variare in funzione della pericolosità della situazione, mentre nella copertura a zona il tecnico rossoblu intende non solo la copertura della stessa, ma anche il marcamento degli eventuali avversari presenti nella stessa zona.

Anche contro l’Inter il Genoa continuerà con l’idea tattica non solo rigida, non farà una pressione alta ma metterà in alto una sorta di pressing lampo. La formazione del Genoa anti-Biscione a domani un’ora prima dell’inizio della partita.

Ballardini e il suo staff dovranno decidere quando faranno il turnover pesante o leggero considerate le tre gare da giocare in una settimana, con un derby nel mezzo. Terranno conto che rispetto al passato in questo campionato è difficile fare o non fare il turnover, giocare tre gare in una settimana in modo continuativo in tempi normali  non dovrebbe essere cosa impossibile per atleti.

Balla e il suo staff tattico e atletico però non si dimenticheranno che si gioca una  stagione particolare non solo colpa del Covid, giocando senza una preparazione estiva e in campo   dall’autunno ogni tre giorni: gli infortuni muscolari sono all’ordine del giorno per ogni squadra.

Conte dopo il dito medio alzato contro la Dirigenza juventina è pronto a far saltare la dittatura di nove anni della Signora anche se il Campionato è ancora lungo e restano da giocare 15 giornate di campionato, con Pirlo a otto punti di distanza con una partita da recuperare e lo scontro diretto la penultima di campionato. Circostanze che a Conte non faranno dormire sonni tranquilli se dovesse fare una volata allo sprint con Agnelli e compagnia.

Il Derby dominato domenica scorsa non è tutta farina del sacco del Biscione, che ha  solamente timbrato un campionato su quello che le precedenti giornate ci avevano mormorato sulla tenuta del Diavolo.

Conte ci tiene a far ritornare quel “titulu” che manca dai tempi di Mourinho, tanto, troppo tempo passato. Senza coppe da giocare dovrebbe trasformarsi in un’occasione in più, che non si può sbagliare.

L’Inter ha cambiato marcia quando la società cinese ha manifestato problemi economici e la volontà di vendere innescando incertezze sul futuro nerazzurro. Tutto ciò ha scatenato nello spogliatoio interista un mastice, trasformando le sfide personali in una sfida collettiva con  un patto: “lo scudetto lo dobbiamo vincere per no stessi e per la tifoseria”.

Antonio Conte dopo il girone d’andata nervoso ci ha messo parecchio nel  trovare la quadra della squadra, l’equilibrio e la consapevolezza di propri mezzi.

Tatticamente dell’Inter e del modulo, il 3-5-2, conosciamo tutto: bisogna aggiungere che contro il Genoa mancherà Hakimi. Qualcosa in più viene messo da Eriksen, mostrando più attenzione alle consegne tattiche non solo pronto ad imbucare assist per i due attaccanti. Il  recupero di “calimero” Eriksen ha tolto i troppi muscoli in un centrocampo solo fisico e ordinario inserendo qualità e fantasia. L’altra rivoluzione della passata Inter di questa stagione è stata fatta dal nuovo ruolo di Perisic pronto ad ingaggiare duelli su tutta la corsia di sinistra. Di tutto ciò ne giova la difesa protetta da Brozovic, pronto a fare legna davanti all’area di Handanovic, e Barella, il leader del centrocampo che non corre più a vuoto.

Nel campionato si è acceso il Conte pensiero del passato, quello visto in casa Juventus plasmato a sua somiglianza:  forza fisica, movimento senza pallone, ripartenze  micidiali, alternando il possesso pallone per aiutare la fase difensiva e abbassare i ritmi dell’avversario.

Nella  formazione  nerazzurra non dovrebbe esserci turnover, Conte teme più il Genoa che le altre squadre che dovrà incontrare nella prossima settimana, e quindi solo la sostituzione di Hakimi con  favorito Darmian.

Conte è preoccupato per la positività dei dirigenti e di uno dello staff, tutti per lavoro a  contatto con i calciatori. I tamponi fatti giovedì ieri sono risultati negativi per il gruppo squadra. Altri tamponi verranno fatti oggi e la risposta Conte l’avrà domattina a poche ore  dall’inizio della Gara con il Genoa prevista per le ore 15.

Arbitro sarà Chiffi della sezione di Padova, nato il 1984, ingegnere gestionale, è arbitro dal 2001 quando lasciò l’atletica per fare il mezzofondista. Vanta 49 gare dirette in serie A con 16 rigori e 13 espulsi. In stagione 10 gare, 8 nella massima categoria e due in B. Quattro i rigori e zero gli espulsi in Serie A.

In carriera con l’Inter solamente una partita nell’ottobre 2019, un pareggio 2 a 2 con il Parma a San Siro e per decidere la gara c’era stato uno dei più lunghi Var, circa 4 minuti prima di decidere se Lukaku fosse o meno in fuorigioco. Partita che non fu digerita da Conte perché con una vittoria avrebbe superato in classifica la Juventus che aveva pareggiato a Lecce.

Con il Genoa tre gare (0 vittorie, 1 pareggio, 2 sconfitte) e anche coi rossoblu fu tradito mentre si trovava al VAR (in campo Di Bello) non segnalando all’ultimo minuto di gioco un evidente fallo di Florenzi su Pandev davanti al portiere giallorosso.

Chiffi di Padova da quell’anno 2019 in cui si era picchiato con il VAR è migliorato e sta cercando di fare il salto di qualità, anche se il suo rapporto con la tecnologia quando è in campo e davanti ai televisori brilla poco.

Primo assistente Del Giovane (Albano), secondo Rossi (Rovigo), quarto uomo Abbatista (Molfetta). VAR Mazzoleni di Bergamo, AVAR Vivenzi di Brescia

Diffidati Inter: Barella, Bastoni, Brozovic, Lukaku. Diffidati Genoa: Destro, Ghiglione, Masiello.