Il Genoa Primavera vince 3-1 contro il Parma, qualificandosi ai Quarti di Finale di Coppa Italia dove affronterà l’Empoli. Proprio pochi giorni fa, a Monteboro, i Grifoncini hanno subito una pesante sconfitta contro la squadra toscana (5-1). “Venivamo da tre partite complicate contro Fiorentina, Inter ed Atalanta. La prima è stata equilibrata e siamo stati bravi a vincerla. Contro i nerazzurri non abbiamo potuto giocare alla pari perché siamo rimasti in 10 dopo un quarto d’ora per un’assurdità, in più eravamo già sotto di 1-0 e in inferiorità numerica abbiamo tenuto molto bene il campo per tutto il primo tempo. Con l’Empoli, invece, abbiamo sbagliato completamente partita: siamo stati un po’ supponenti, non siamo stati attenti e determinati nel fare le cose semplici. Oltretutto eravamo anche andati in vantaggio, quindi avremmo potuto approfittare della situazione e invece abbiamo sbagliato tutti quanti partita. Ma i ragazzi ti fanno parlare e tacere, cambi giudizio davvero in poco tempo”. 

Sulla partita di oggi: “Era una partita che tenevamo a far bene. Abbiamo fatto giocare anche ragazzi da cui cercavamo risposte. Dobbiamo trovare ancora un equilibrio di squadra, questo è palese, ma siamo partiti bene. Dopo il primo quarto d’ora ci siamo tirati troppo dietro e sul secondo gol abbiamo ripreso a giocare in avanti cercando poi di andare in gestione. Abbiamo rischiato davvero poco, tranne da una punizione su cui abbiamo preso gol. In alcune situazioni avremmo potuto fare qualcosa in più, ma va bene così”.

Chiappino si è sgolato a lungo con i suoi ragazzi, per fargli capire di entrare dentro al triangolo di centrocampo del Parma. Sfondarlo per poter portare via più palloni? “Esattamente. Abbiamo avuto una squadra che ha giocato, ha fatto la sua partita, che ha qualità e idee su come portare avanti la partita. Noi abbiamo sbagliato troppo dal punto di vista tecnico: avevamo spazio per giocare, abbiamo sbagliato troppe volte dopo la riconquista della palla così come la palla dietro ai loro centrocampisti, dove c’era tanto spazio. Se sbagli quei palloni e devi rincorrerli fai il doppio della fatica”.

Il 3-5-2 ci ha un po’ meravigliato. È stata una necessità o una scelta per continuare a seguire il modulo della prima squadra? “Dobbiamo cercare di dare un colpo al cerchio e uno alla botte. La nostra priorità è cercar di trovare giocatori che possano essere funzionali alla prima squadra. Questo è un percorso di crescita che dobbiamo fare, ma se riusciamo ad abbinare il modulo – più che il modulo i princìpi di gioco – pensiamo di agevolarli ancor di più. Se vengono chiamati per fare due o tre allenamenti, riescono a starci dentro. La terza motivazione è che abbiamo buonissima fisicità dietro, con ragazzi che secondo me sono di prospettiva, ed è giusto cercare di mettere in condizione giocatori che per il momento hanno più prospettiva rispetto ad altri. Magari quelli che adesso non stanno giocando fra  tre mesi passeranno avanti. Abbiamo ancora giocatori bravi ma un po’ acerbi per la categoria e dobbiamo prepararli”.

Sadiku oggi al debutto: è stato all’altezza? “Erion secondo me è un buon giocatore. Giocava con i grandi in Serie A svedese e noi avevamo bisogno di un giocatore solido a centrocampo. Turchet, che ha giocato fino ad ora, è molto bravo ma ha bisogno di rifiatare: non può giocarle tutte. Abbiamo colto questa opportunità, un ragazzo appena inserito a cui oggi – al di là della prestazione – avevamo necessità di dare minuti perché è stato quasi un mese fermo per via della la sosta invernale. Dobbiamo farlo allenare giocando, visto che noi giochiamo e non possiamo allenarci. Qualche pallone sbagliato di troppo, vedeva la giocata ma era un po’ lento nel proporla, ma va bene così. Queste sono cose che vanno a posto quando si trova la condizione”. 

Covid e rose allargate: il campionato Primavera potrà davvero essere buon serbatoio per il futuro? In Serie A sembra se ne stiano accorgendo. “Assolutamente, speriamo che sia fatto tutto quanto si è sentito dire per decenni, ovvero che si debba investire nel settore giovanile e mettersi a posto con le strutture e con le squadre. La prima squadra ha la necessità di trovare sempre giocatori, è importante perché si gioca spesso, gli infortuni sono dietro l’angolo e ci può essere la necessità di chiamare giocatori che stiano dentro il loro gruppo: questo è determinante. Il Covid è stata una sciagura per tutti quanti ma ha dato un po’ più di slancio alle società nel poter rischiare di far giocare qualche giovane in più”.