Genoa allo Scida di Crotone: doveva essere – ed è stato – sobrio da quando è entrato negli spogliatoi fino alla fine dell’ultimo minuto di recupero. Ci ha pensato Balla a far dimenticare ai calciatori i numeri degli squali in questa stagione.

La partita, il risultato, il Vecchio Balordo  li ha confezionati già dentro lo spogliatoio, pensando di giocare contro una big e non il Crotone. L’approccio è stato subito positivo e determinato tramite le caratteristiche care al tecnico: pressing, intensità, organizzazione, equilibrio.  Biglietto da visita presentato subito ai calabresi.

La cura di Ballardini è – e sempre sarà – la stessa: due linee compatte tra centrocampo e difesa, terzini o esterni aggressivi con molta mobilità, un riferimento offensivo centrale con il buon triangolo nel cuore del gioco molto fluido, pronto a ruotare anche in corso di gara, e i due attaccanti a cercare e produrre la verticalità.

Una gara diversa  per il Vecchio Balordo , con il suo gioco dal primo minuto ha cercato di smascherare  gran parte delle idee di Stroppa  e i  relativi difetti.

Pressing alto e non pressione singola sulle ripartenze dal basso della difesa calabrese, così come un’altra chiave è stata riempire l’area di Cordaz con tanti elementi. Una trappola ligure per non farli palleggiare, portandoli a sbagliare molti passaggi non avendo la gestione della sfera.

Lettura preventiva perfetta della partita e delle gare giocate dal Crotone in casa sempre con tanti effettivi nella metà campo altrui.

Partita giocata sull’’intensità, il Genoa è stato  quasi normale, con naturalezza tanto in fase difensiva che in fase offensiva, e non avrà impressionato solo coloro che metteranno sulla bilancia della critica la forza del Crotone, dimenticandosi che i Pitagorici è

la prima partita che sbagliano allo Scida in questo campionato, pur avendone  perse altre, e il merito è del Genoa. 

Ballardini e i calciatori l’hanno letta e interpretata perfettamente. L’analisi critica di una partita , anche con il Genoa di mezzo, deve essere oltre che precisa anche logica.  

Per ottenere tutto questo il Genoa al netto  di una buona occupazione degli spazi ed anche di un buon controllo difensivo ha messo in gioco qualità nelle giocate di chi può permetterselo.

Importante contro i Pitagorici  per la  Balla-band non aver perso il controllo né sul piano del ritmo, né sul piano della tenuta mentale, cercando di aggredire il pallone, conquistare il terreno e duettare nei buchi e negli spazi giocando senza pallone sfruttando le occasioni che lasciavano i calabresi nelle loro ripartenze veloci ma senza criterio.

L’uomo partita è stato Criscito: ha giocato in scioltezza contro il Messias calabro. Su Radovanovic e Masiello gli aggettivi positivi potrebbero sprecarsi come per tutti gli altri in campo, anzi sono i numeri che non mentono mai a certificare la crescita tecnico-tattica. Destro: meno male che il calciomercato finisce stasera, altrimenti…

Ballardini nella terra della Nduja ha orchestrato al meglio le sette note musicali genoane, uno spartito che tenderà a migliorare.

DO: pressare, correre. RE: organizzazione e ordine.MI: insurrezione difficile da digerire per qualsiasi avversario. MI: l’azione, il pressing, l’equilibrio in tutte le zone del campo. SOL: crederci. LA: voglia di inseguire l’obiettivo. SI: virile pienezza dei propri mezzi tecnici, tattici e fisici. DO: tutto.

Un gioco di note e di accordi, che aspetta di essere suonato la prossima settimana anche contro il Napoli, la partita di tutti i guai che hanno impacchettato il girone di andata.

Ballardini  prima della partenza per la Calabria filosofo non dell’ovvio: “il Genoa non ha fatto niente, ma lo ha fatto bene“.

Al ritorno in Liguria non avrà detto o pensato una frase di Amleto : “Essere  o non essere, questo il problema”. Il suo Genoa non è un dilemma: “Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere”(Amleto).

Ultima frase pensando anche al calciomercato che finirà stasera, con la speranza che le sue richieste, poche, condivise con il direttore sportivo Marroccu, siano considerate.