Altro scontro salvezza per il Genoa di Ballardini, che a Crotone affronta la squadra calabrese, ultima in classifica e ad oggi una delle maggiori indiziate alla retrocessione in B. Il Crotone però ha sempre offerto buone prestazioni e cercato di “fare” le partite, ma vuoi per la qualità dei singoli e vuoi per l’atteggiamento tattico troppo spavaldo si trova in seria difficoltà.

Uno sguardo d’insieme sull’avversario di oggi. 

L’allenatore dei “Pitagorici” è Giovanni Stroppa, ex giocatore del Milan, della Lazio e anche del Genoa, tecnico preparato che insegue il risultato attraverso il gioco. La sua squadra cerca sempre di iniziare l’azione dal basso coinvolgendo il portiere. Così si espone a grossi rischi, questa strategia molte volte non paga. La squadra calabrese scende in campo con il 3-5-2.

L’analisi reparto per reparto. 

Il portiere Cordaz è il capitano e a Crotone è un’autentica istituzione. Reattivo, fisicamente ben strutturato e bravo con i piedi, ha da poco rinnovato il suo contratto. I tre difensori sono Morrone come centrale e Djidji e Luperto come “braccini” di parte. Morrone, che ricorda Bonucci nelle movenze, nasce centrocampista, ha buona tecnica e oggi, da difensore, è il primo costruttore di gioco. Non sempre però è irreprensibile nelle letture difensive e nonostante la buona altezza non eccelle nel gioco aereo. Djidji, alla sua destra, è rapido ed irruento, costante e buono il suo rendimento. Il mancino Luperto, un giovane proveniente dal Napoli, ha una tecnica di base appropriata, è attento in marcatura e molto diligente tatticamente, ma soffre la rapidità.

Il centrocampo. 

I due “quinti” sono Pedro Pereira a destra e Reca a sinistra. Il portoghese, ex delle due genovesi, è in possesso di una buona corsa e di un’ottima capacità aerobica, ma raramente usa il piede sinistro per crossare e non avendo nelle sue corde l’uno contro uno diventa prevedibile. Reca, dalla parte opposta, ha forza nelle gambe e buon spunto in velocità, il suo rendimento sinora è stato più che buono. Reca è di proprietà dell’Atalanta ed è un nazionale polacco. La mediana è formata da Benali, Zanellato e Vulic. Benali, rimasto fuori a lungo per un infortunio, è un libico da anni in Italia: ha buona tecnica individuale, è rapido e sempre in movimento, ma paga qualcosa a livello fisico. Zanellato, il centrale, ha un fisico importante ed è cresciuto nelle giovanili del Milan: è bravo a giocare sia sul breve sia sul lungo, è un giovane con ampi margini di miglioramento, a volte cerca la bella giocata a dispetto di quella più utile. Vulic, serbo ex Stella Rossa, ha corsa e tecnica, capacità e tempi di inserimento, però non sempre è “dentro” la partita.

Infine l’attacco. 

Le due punte sono Simy e Messias. Simy è un centravanti di altezza ragguardevole e con buone qualità tecniche, ha un’andatura dinoccolata, è bravo nella difesa della palla e sa destreggiarsi tra le maglie della difesa avversaria. Nonostante sia alto poco meno di due metri, di testa non è irresistibile. Messias, che dovrebbe essere della partita nonostante una caviglia malconcia, è il giocatore più forte del Crotone: dribbling ubriacante, cambio di passo, tiro secco e preciso sono le sue qualità. Anche se è un mancino naturale sa farsi valere con il destro. Fino a pochi anni fa giocava nei dilettanti ed è in continua ascesa, fermare o limitare il gioco del brasiliano sarebbe un ottimo punto d’inizio per il Grifone. Se Messias non dovesse scendere in campo, uno tra Riviere e il nuovo acquisto Di Carmine dovrebbe prenderne il posto. Riviere, francese di origini martinicane, è svelto, bravo nel dialogo stretto e sempre pericoloso dentro l’area di rigore. Di Carmine invece è un attaccante di lotta e sacrificio, mai arrendevole e pronto alla pressione durante il recupero palla, in più si fa valere nel gioco aereo.

Come si comportano sulle palle inattive? 

Sui corner a sfavore marcano a uomo, lasciando il solo Simy a zona poco lontano dal primo palo; sulle punizioni laterali difendono a zona, e in ambedue le situazioni Cordaz esce dai pali per aiutare la squadra. In fase offensiva corner e punizioni laterali sono calciate da Messias, che ha un piede molto caldo. A volte fanno il gioco a due, ma sempre con Messias come protagonista. I tre del pacchetto centrale di difesa salgono per colpire di testa, e a loro si aggiungono Simy, che crea problemi solamente per la sua altezza, Zanellato e Vulic.

In conclusione? 

Il Genoa, allo Scida di Crotone, dovrà continuare nel percorso intrapreso con Ballardini, anzi migliorare nella gestione della palla, essere più propositivo in fase offensiva, curare ancora maggiormente una fase difensiva comunque già buona e non pensare di affrontare una squadra con un piede in Serie B. Ci sarà da sudare e soffrire, ma questo Ballardini e il suo staff lo sanno bene.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.