Altra partita difficile per il Vecchio Balordo. L’unica partita vinta dal Genoa nel girone di andata del campionato nel 2020 nella parentesi Maran. Ballardini cercherà di portarla in porto con le modalità viste dal suo arrivo.

Ballardini III debuttò sulla panchina un’altra volta nel 2017, arrivò al Pio Signorini il 6 novembre per sostituire Juric e l’undici novembre andò a vincere allo Scida contro un Crotone allenato da Nicola, reduce da una striscia positiva di risultati.

Nuovamente con un atteggiamento dei calciatori scesi in campo per fare la differenza in Calabria e, che hanno regalato tre punti d’oro non solo al tecnico, ma ai loro tifosi.

La posta in palio nel novembre 2017 era alta, i ritmi della partita furono subito forsennati ma il Genoa facendo vedere che la cura di Ballardini poteva dare i suoi frutti ha incominciato a fare immediatamente la partita realizzando un gol al 10’ del primo con Rigoni e da quel momento fu dura per i Pitagorici fare calcoli sul recupero del risultato.

Domani allo Scida Balla si aspetta un’altra partita uguale da parte dei suoi ragazzi, fatta con il concetto di difesa e di equilibrio. Tutto condito da un gioco di squadra e non più una somma di esercizi individuali, ma un organismo all’interno del quale tutti hanno e sanno  fare il compito assegnato loro.

Per Ballardini non c’è successo se non c’è ordine, quindi ragionamento. Il puro istinto, perfino il talento, devono essere regolati altrimenti sconvolge il gioco della squadra: il Genoa deve ruotare intorno a se stesso e agli altri. Il calcio rossoblu è semplice e soprattutto verticale. Il passaggio laterale prepara ma, è la verticalizzazione che decide e fa gol.

I numeri dei moduli contano poco, ma in varie occasioni nel Balla IV in corso di partita  qualche volta si vede il 3-3-3-1, la strategia che gli piace di più: fra i tre difensori il centrale è uno stopper sulla prima punta avversaria, i due terzini aspettano gli avversari in base al modulo con cui giocano, mentre a centrocampo ci sono 5 elementi di risorse atletiche e buona tecnica. Il mediano di destra è un incontrista e cerca di coprire la difesa, quello di sinistra oltre la sua zona deve cercare di essere più di raccordo, il più creativo. Le ali spesso in attacco, ma anche di fatica a fare le due fasi di gioco: è importante che il loro gioco possa coniugarsi con quello delle mezzali. Quando sono alti, le mezzali/mediani devono coprire le corsie laterali. Gli attaccanti giocano per la squadra e cercano la profondità facendo anche i primi marcatori delle ripartenze dal basso avversario.

Anche in Calabria, Ballardini giocherà semplicemente una partita scegliendo la formazione migliore, la più adatta pensando all’avversario. Non deve dimostrare la correttezza di un modulo di una strategia, deve solo vincere una partita.

Vecchio Balordo va’ avanti non fermarti, cerca l’obiettivo che hai davanti! La formazione a domani un’ora prima che inizi la gara anche se l’unico dubbio rispetto alle precedenti potrebbe essere Ghiglione sulla corsia di destra e Zappacosta a sinistra che predilige accentrarsi e battere a rete di piede destro.

A Crotone, invece, continua la dura vita delle neopromosse dalla B alla A. Si spera che in questo girone di ritorno gli uomini di Stroppa possano ripetere il miracolo fatto da Nicola nel 2017. La squadra girò a 15 punti e si salvò dopo un finale allo sprint.

Nel girone di andata la squadra di Stroppa ha fatto anche buone prestazioni, ma sono stati troppi i punti persi. Il Crotone ha fatto tanta fatica in trasferta, soli due punti, ed è rimasto male per l’ultima sconfitta in casa della Fiorentina: assenti nel primo tempo, nel secondo (considerato anche il scivolamento verso il basso della Viola) hanno provato a riprendere il risultato ma non è riuscito per i soliti errori. Gli uomini di Stroppa, se nel primo tempo hanno visto mancare il coraggio e la cattiveria non solo nelle ripartenze, nel secondo tempo sono caduti nella trappola di Prandelli che li ha costretti a palleggiare molto bassi e in verticale: a quel punto non sono riusciti a tenere il pallone e gestirlo.

Stroppa a Crotone non ha  lasciato  il segno, ma nelle gare del girone di andata ne ha vinte tre con squadre della parte destra della classifica. Viene criticato per il suo modo di giocare. Il suo gioco in casa appare come un suicidio con il trasloco nella metà campo altrui di tutti gli effettivi possibili, il tutto fatto di un giro pallone stucchevole e lento, operazione che ha permesso agli avversari di ripartire in ampi spazi. Il  ischio dei difensori calabresi 1 contro 1  senza schermo e filtro è sempre stato troppo alto contro qualsiasi avversario.

Stroppa al secondo tentativo in Serie A dopo Pescara non andato bene: fa fatica o non vuole recepire quanto sia vitale in Serie A l’equilibrio difensivo nella lotta per la salvezza.

Tatticamente, il Crotone gioca con il 3-5-2, uno schema come detto in precedenza non  conservativo, la cui pericolosità offensiva dipende in particolare dalla qualità del pallone tra i piedi sulle corsie laterali pronti ad accompagnare l’azione in attacco.

L’atteggiamento non conservativo porta i calabresi a creare pericoli alla porta avversaria ma in tutto il girone di andata li ha esposti alle giocate e alle ripartenze avversarie vista la difesa alta e difficilmente la squadra corta. Due aspetti che hanno permesso di trovare l’uomo tra le linee e di attaccare la profondità agli avversari. Ciò è successo anche perché i tempi della pressione non sono sempre corretti, permettendo agli avversari di pensare e giocare con calma  la giocata da fare.

Il Crotone cerca anche di sfruttare i palloni inattivi (calci d’angolo e calci di punizione) provando a far valere la fisicità.

Stroppa in corso di campionato ha trovato il Messias, una sorpresa divertente non solo per il Kroton ma anche per il campionato. In questa settimana è preoccupato perché il brasiliano ha lasciato la caviglia malconcia al Franchi di Firenze, difficilmente sarà in campo domani alle 15.

Contro il Genoa Stroppa non recupererà la punta Riviere, al suo posto il nuovo arrivato ieri in Calabria, Di Carmine dal Verona, oppure Siligardi, più indietro Kargbo e Rojas.

Avrà a disposizione Benali a centrocampo rientrato dall’infortunio nel secondo tempo ma non Cigarini. In difesa sicuri del posto Djidji e Marrone e ballottaggio tra Luperto alla prese con un affaticamento, Golemic (candidato numero uno) o Magallan arrivato dall’Ajax ma in difficoltà nelle prime gare di campionato. Sulle corsie laterali a destra l’ex genoano Pereira, a sinistra Reca, Davanti il pennello Simy di quasi 2 metri di altezza non si tocca. Anche la formazione calabrese oggi dopo la rifinitura.

Arbitra Giacomelli di Trieste, 6 novembre 1977. Nato nella seconda decade dell’anno il ristoratore triestino potrebbe avere ancora un’ anno di deroga e andare in pensione nel giugno 2022. Rizzoli ha riposto in Lui grande fiducia. In passato ha sulle spalle alcune brutte prestazioni, ma negli ultimi due campionati ha limato un suo difetto, quello delle sanzioni disciplinari che gli avevano creato grattacapi. Le sanzioni disciplinari, in particolare in serie A, possono decidere partite. 143 gare in serie A 55 rigori 26 espulsi. In stagione 7 gare in serie A 2 in serie B. La prima con Crotone Genoa: 6 rigori o espulsi in serie A.

Con il Crotone Giacomelli ha diretto 4 gare (1 vittoria, 1 pareggio, 2 sconfitte) Con il Genoa 16 gare (3 vittorie, 7 pareggi, 6 sconfitte). Primo assistente Tardino di Milano, Rossi di Novara, 4° uomo Dionisi (L’Aquila), VAR Nasca di Bari, AVAR Di Vuoto Castellamare Stabia.

Diffidati Crotone: Messias, Pereira. Diffidati Genoa: Badelj, Bani, Destro, Ghiglione, Masiello.