La promozione della stagione 2004/2005, con Serse Cosmi in panchina, se la costruì anche lui con le sue sgroppate sulla fascia sinistra. Parliamo di Vittorio Tosto, ex calciatore rossoblu con 33 presenze all’attivo con la maglia del Grifone. Lo avevamo contattato alla vigilia di un Crotone-Genoa che vedeva mister Nicola avversario del Genoa ormai tre anni fa, e poi ancora per la modifica regolamentare dei cinque cambi. Oggi lo contattiamo per farci raccontare qualcosa in più sul girone di andata di Serie A, sul mercato e, anche, sul prossimo Crotone-Genoa in programma domenica.


Parto un attimo dalla fine, e dalla tua vita da consulente di mercato in proprio. Ci racconti cosa fa oggi Vittorio Tosto?

“Ho creato una società di consulenza di mercato, lavoro per conto mio e do assistenza alle società sportive e ai calciatori, facendo a tutti gli effetti un mercato da direttore sportivo (per la mia società) e, attraverso i mandati, dando un sostegno alle società professionistiche oltre che ai giocatori”.

E come vanno le operazioni in questa fase? Ne hai già conclusa qualcuna?

“Il mercato è sempre in continua evoluzione, non si ferma mai. Al di là delle difficoltà del momento, i numeri sono sempre enormi e l’azienda calcio non si ferma mai e produce uno scambio di enorme di investimenti onerosi. Anche se inferiori, sono aumentati i valori degli stessi calciatori e le società fatturano svariati milioni di euro e l’azienda calcio è tra le prime dieci per fatturato. In questa fase si lavora piuttosto maggiormente a distanza, attraverso social e minore presenza fisica, ma le operazioni ci sono. Come viene chiamato mercato di riparazione, le società intervengono inserendo elementi all’interno dei loro organici: potete constatare che anche le società di Serie A, chi uno e chi dieci, fanno operazioni anche oggi. Chi ha fatto bene migliora la rosa confermandone gran parte, come il Milan con Mandzukic, mentre chi va male, come il Parma, cerca di stravolgere tutto inserendo 6/7 giocatori nuovi. Il mercato non si ferma mai e c’è chi spende di più per rimediare agli errori di inizio stagione”.

“Bisogna tener conto di una fase che non può prescindere dalle difficoltà di questo lockdown e di questo virus, che ha stravolto gli obiettivi di una società e di un ambiente. Il 2020 è stato atroce per la gestione del programma. Già prima, negli ultimi dieci anni, la famosa parola “progetto” che camminava di pari passo con programma e ambizione di società, era andata a scemare. Il coronavirus l’ha definitivamente distrutta. Il coronavirus ha messo fine a un’epoca di progettualità e messo KO le potenziali tecniche di campo, stravolgendo pure i risultati. Società che erano in grossissima difficoltà sono state avvantaggiate da questo lockdown, trovandosi addirittura in testa alla classifica. Il Milan non era stato costruito per vincere il campionato, ma ha avuto fortuna in questo periodo in cui è stato stravolto. E chi aveva investito per obiettivi si è trovato a fare conto con grandissime difficoltà. Il campo, insomma, non sta dimostrando i valori reali di una squadra, che usciranno ora nel girone di ritorno.

Le squadre che hanno avuto forza e avevano un organico già ottimo, come Atalanta o Sassuolo, si sono ritrovate sì ad avere le stesse difficoltà di Genoa o Parma, ma hanno riconfermato un percorso di crescita intrapreso da anni. Faccio l’esempio: il Genoa è sempre alla ricerca di cambiamenti e di trovare l’assetto giusto, cambiando allenatori, direttori sportivi, cambiando tanto. E nel calcio, quando si cambia tanto, non è mai facile. Il coronavirus ha ingigantito le problematiche di ricostruzione delle società e ha rafforzato delle che avevano maggiori certezze. Stanno soffrendo Genoa, Torino, Parma, Fiorentina a scapito di un Benevento, di uno Spezia, di un Crotone anche, che stanno portando avanti un percorso iniziato prima del 2020″.

Hai citato anche il Crotone, prossimo avversario del Genoa. Un Genoa di cui Ballardini si è dimostrato un’altra volta la più grande “cura”. Come giudichi il girone di ritorno del Genoa e l’impatto a gamba tesa del tecnico ravennate sulla stagione rossoblu e che Crotone-Genoa ti aspetti?

Ballardini è stata già una certezza lì a Genova, ha già dimostrato diverse volte di meritare la panchina del Genoa. Sono le classiche scelte che si fanno all’interno di una gestione e che non vengono mai capite. Quando si lavora bene, si dovrebbe avere diritto di proseguire con un lavoro ben fatto. Ballardini avrebbe meritato un ciclo lungo e importante, perché credo che dopo Gasperini fosse l’allenatore giusto per portare avanti un percorso importante rispetto alla gestione Gasperini. Il rapporto Genoa-Ballardini è un po’ “odio e amore”: si vogliono bene, ma alla prima difficoltà si lasciano per poi tornare insieme. È il momento di togliere le incomprensioni, i dubbi, e realmente ripartire da zero. Con la certezza da parte di tutti, anche di chi gestisce, che Ballardini è il migliore allenatore che il Genoa abbia avuto dopo Gasperini. 

Arrivo al girone di ritorno e sarà una griglia di partenza per tutti. Il Genoa arriva da una parentesi negativa chiusa proprio con l’arrivo di Ballardini. Sta dimostrando compattezza e tirando fuori quel cuore rossoblu che conosco molto bene. Sta tirando fuori quelle caratteristiche che un calciatore del Genoa deve avere, indossando la maglia più gloriosa el nostro campionato. Al Genoa bisogna essere chiari, lineari, semplice: sapere che i risultati si ottengono attraverso determinate caratteristiche. Il Genoa riparte ora con questa consapevolezza e potrà essere la rivelazione del girone di ritorno, anche se per me non dovrebbe mai essere una rivelazione, bensì una certezza. 

Affronterà il Crotone e incontrerà una squadra tignosa, che gioca bene, abituata a lottare nei bassifondi della classifica. Ultima ma sempre attaccata al treno: perché ricordo che oggi, avesse ottenuto una vittoria fuori casa, sarebbe a quindici punti fuori dalla zona retrocessione. Questo per fare capire che l’equilibrio, in questo momento, è talmente sottile che trovarsi impelagati all’ultimo posto o stare fuori dalla lotta salvezza vale una sola partita di differenza. Sarà partiti insidiosa per il Genoa, che assolutamente non dovrà perderla e, vincendola, staccherebbe ancor di più il Crotone. Con molta umiltà va affrontata una squadra come quella di Stroppa, che ha caratteristiche consolidate e, non avendo nulla da perdere, lotta per tirarsi fuori da questa situazione. In confronto, il Genoa vorrà tirarsi fuori e migliorare la propria posizione: non dovrà commettere passi falsi”.

Ci teniamo sempre a farlo: conosci bene il Genoa e sei rimasto legato ai colori rossoblu. Se vuoi salutare i tifosi rossoblu che leggeranno e vedranno questa intervista.

“Conservo un grandissimo ricordo dell’annata rossoblu. Mio figlio è nato a Genova, tifa Genoa, e sul frigo in cucina ho una bellissima fotografia sotto la Gradinata Nord con mio figlio di due anni in braccio, tutti e due con la maglia rossoblu. Il mio unico rammarico in carriera è essere venuti a Genova, aver vinto un campionato con una squadra fortissima facendo un ricordo di 83 punti e l’anno successivo, con una squadra forte con Guidolin in panchina, Abbiati in porta, la coppia Stellone-Milito (eravamo uno squadrone!), le vicende che noi tutti conosciamo ci hanno relegato in Serie C. La storia narra che, purtroppo, i giocatori che avevano mercato sono stati anche un po’ costretti ad andare perché attraverso una importante fideiussione bancaria bisognava coprire le spettanze con la Lega. Non sarei mai andato via da Genova, ma avevo tantissimo mercato e sono andato via per alleggerire, anche se sarei rimasto volentieri anche in Serie C: ci sarebbero potuti essere anche rischi per iscriversi in Serie C. Ci tengo a precisarlo perché Genova e il Genoa sono state una stupenda e bellissima parentesi della mia carriera: giocare a Marassi con 35mila tifosi è stata una goduria. Ho giocato anche nella Sampdoria, ma per come sono fatto io, per come vedo il calcio, apprezzo di più le caratteristiche del Genoano. Tra le due stare bisogna fare una scelta e senza dubbio questa scelta è rossoblu”. 


Aurelio Andreazzoli fra Serie A e Genoa: l’intervista – VIDEO