La decima giornata in archivio con la Scuola: non quando si aprirà, ma per quella dell’Università di Perugia nei confronti di Suarez. Si potrà dire con ammirazione: “vedi Suarez ? Si è fatto da sé, ha imparato l’italiano, non è mai andato a scuola”.

La Juventus e Paratici, il direttore dell’area tecnica che ha chiesto consigli alla Ministra De Micheli, compagna si scuola, correranno solo rischi a livello di giustizia ordinaria, ma non a livello di Giustizia sportiva non essendoci il “cadavere”, cioè Suarez. Non è stato tesserato, non ha giocato in bianconero. Al massimo una multa per la Signora.

Il San Paolo non è più di un Santo, ma di Maradona. A furor di popolo il Comune partenopeo lo ha intestato al Pibe de Oro.

Decise le date per l’elezione del Presidente della FIGC, il 22 febbraio. Gravina gioca sulla sua presentazione in cerca di alleanze, Sibilia nei voti della Lega Dilettanti anche dopo un anno che non gioca.

Da questa settimana si vota anche nelle sezioni arbitrali per l’elezione del Presidente della Associazione Italiana Arbitri: anche Nicchi fa finta di mollare, ma non è vero.

È stata poi la settimana dell’arbitro Frappart, la prima donna che ha diretto la Champions. Brava, impietose le immagini vicine ai calciatori. Neanche il Feat (fisico, estetico, atletico, tattico), conta più nel calcio professionistico. Bene: bisogna essere contenti perché potrebbero servire le donne arbitro in futuro, importante trattarle da direttori di gara e non porger loro rose.

Arrivano i ristori del Governo anche al calcio. Non euro, ma tasse e contributi slittati di qualche mese e pagabili anche a rate. Allegri intanto si è confessato in inglese, al Times, via Zoom con modalità da vecchio Carosello dichiarando: “sono pronto ad allenare in Premier”. Balotelli giocherà nel Monza, riparte dal fondo e dal papà Galliani: è l’ultima occasione.

Primi scricchiolii degli arbitri. Lasciati in panchina i giovani da Rizzoli, tornati  alla ribalta gli errori di giacchette colorate e Var. Sul campo balza agli occhi che il Milan senza Ibra gioca e vince, la Juventus e l’Inter senza CR7 e Lukaku fanno fatica.

Spezia-Lazio 1-2. Perde Italiano, ma gioca bene. La formazione spezzina è sfortunata, la squadra di Italiano prende due pali e si arrende solamente ad un errore di Maggiore, che si fa scippare un pallone a centrocampo e vede Immobile timbrare il gol in contropiede solitario, e da una punizione di Milinkovic-Savic.

Juventus-Torino 2-1. La Signora piena di rughe di gioco ci mette la testa per fare due gol, grazie al Torino che sbaglia nettamente la marcatura a zona davanti al portiere Sirigu, bloccato sulla riga di porta. Giampaolo dovrà spiegare che nella marcatura a zona non bisogna guardare solo il pallone, ma marcare anche un avversario nella propria zona.

Inter-Bologna 3-1. Per una notte il Biscione di Conte striscia alle spalle del Diavolo rossonero. È stata la notte di Hakimi e quella del terzo successo consecutivo. Il Bologna ha brillato, ma come sempre ha ballato dietro: se prende gol da 41 partite ci sarà un motivo. Mihajlovic incazzato prima di giocare perché qualcuno aveva spifferato la nuova tattica ai giornali. Nuova tattica 3-4-2-1 non compresa, ha detto Sinisa: “non hanno capito che un difensore in più non voleva dire difendersi e giocare per il pareggio”.

Verona-Cagliari 1-1. Neanche le tante assenze hanno cancellato le identità di gioco di Juric e Di Francesco. Il pareggio è giusto. Bel gioco e pressing continuo. Rinviata Udinese Atalanta per pioggia. Gotti non ringrazia, ma Gasperini sì. In questo momento meglio giocare una partita a metà gennaio senza Champions di mezzo.

Parma-Benevento 0-0. Pareggio condizionato dalla pioggia. Due soli tiri in porta, solo per questa statistica sarà ricordata la prima gara della storia tra Ducali e Streghe. Non solo colpa della pioggia: il brutto risultato ad occhiali influenzato dalla paura di non perdere e dai 15 probabili titolari assenti: 7 nel Parma, 8 nel Benevento.

Roma-Sassuolo 0-0. Pareggio ad occhiali inaspettato sulla carta,  doveva essere gara ricca di gol viste le caratteristiche delle squadre.  Roma furiosa per l’arbitraggio di Maresca e il comportamento del VAR Guida, due napoletani. Espulso Pedro per un fallo non da uomo di esperienza e Fonseca furibondo per un fallo di Dzeko in partenza dell’azione del gol di Mikhtaryan. Oltre il gol, è mancato il gioco per entrambe le squadre nel pantano nell’Olimpico.

Crotone-Napoli 0-4. Poker della Maglia dell’argentina contro i pitagorici. Il Napoli ha vinto facilmente e difficilmente ha sofferto. Stroppa prova a cambiare anche gli uomini, uno in difesa e uno a centrocampo, ma sparisce dal campo dopo il gol di Insigne al 30’ del primo tempo. Lo stiramento di Benali e il rosso a Petriccione al 10’ del secondo tempo hanno accelerato la goleada del Ciuccio.

Sampdoria-Milan 1-2. Brillano il rossonero e il primo posto in classifica al Ferraris anche senza Ibra. Non brilla il direttore di gara Calvarese di Teramo sempre restìo a consultare il VAR in occasione del rigore concesso al Milan e quello non concesso alla Samp. La Samp non è stata a guardare, ma i rossoneri anche quando c’era da difendersi non si sono mai scomposti. Ranieri ha cercato di approfittare del ritmo non frenetico della gara: operazione riuscita bene aspettare gli avversari in difesa, meno in fase di possesso con Gabbiadini a corto di fiato dopo la lunga sosta e Quagliarella poco assistito dal centrocampo. Pioli alla  30ma partita vinta consecutivamente è contento: cambiano i suonatori, colpa degli infortuni, ma la musica non cambia .

Fiorentina-Genoa 1-1. Un punto che non serve a nessuno, se le cose non cambieranno alla svelta. Fiorentina e Genoa sono rimaste con gli stessi problemi prima dell’inizio della gara: giocare a bagliori, poca mentalità legata alla salvezza,  la “cazzimma”  o rabbia  per levarsi dalle sabbie mobili e la principale trasposizione non solo nel fare gol, ma anche nel tirare in porta.  Le prossime due partite in calendario per il Grifone non favoriranno tutto ciò e dovranno essere una full-immersion di preparazione fisica e tattica in vista delle ultime due prima del Natale, dove non si potrà giocare con il braccino corto.

Maran cambia strategia tattica in ogni gara, ma dà l’impressione di non poterla colorare bene con la rosa a disposizione. Qualsiasi modulo ha le sembianze della coperta corta o in avanti o dietro, colpa di un calciomercato fatto con pochi principi di calcio, con tanti calciatori che prendono freddo in tribuna e in panchina.

Per Maran con Juventus e Milan nei prossimi 8 giorni occorrerà uno sforzo da parte di tutti nel recuperare Criscito, Zappacosta, Melegoni e Cassata per le due gare prima di Natale con Benevento e Spezia in trasferta. Vederli giocare con Juventus e Milan non serve.

Pochi Santi, pardon giornalisti in Paradiso sulla stampa nazionale. Nessuno ha notato, neanche con i replay, le anomalie, cioè falli,  in occasione del gol della Fiorentina: chiedere a Bani o Pellegrini se hanno ricevuto falli e spinte.