Uscito sconfitto dalla trasferta di Udine, il Genoa di Maran, nella partita infrasettimanale di Coppa Italia, è tornato alla vittoria, un successo importante perché ottenuto nel derby contro la Sampdoria, partita che ha sempre un valore particolare. C’è da dire che per un’ora il Genoa è stato messo sotto dai blucerchiati, ma poi, trovato il pareggio, ha meritato la vittoria con un buonissimo finale di partita. È notizia dell’ ultima ora l’ allontanamento del d.s. Faggiano, insediatosi a Pegli in agosto con pieni poteri. I suoi comportamenti e i suoi modi un po’ troppo bruschi hanno portato il presidente Preziosi a questo ennesimo ribaltone, il tutto ovviamente condito dalla mancanza di risultati. E oggi il Genoa affronta il Parma, proprio l’ex squadra di Faggiano, in una gara molto importante per il prosieguo del suo campionato. La vittoria nel derby di giovedì non deve trarre in inganno, la truppa rossoblu deve cercare di vincere la partita di stasera.

Uno sguardo d’insieme sul Parma. 

L’allenatore Fabio Liverani, ex tecnico del Lecce nello scorso campionato ed anche ex genoano, ha carattere ed esige dai suoi uomini grande partecipazione sotto l’aspetto tattico, con particolare attenzione alla parte tecnica.

Il suo Parma gioca sempre con una a linea a 4, per poi variare la disposizione dei centrocampisti e degli attaccanti a seconda delle esigenze di squadra o delle differenti caratteristiche degli avversari. Solamente a San Siro contro l’Inter e domenica scorsa nella trasferta di Roma ha optato per una difesa a tre, esperimento, quello dell’Olimpico, subito naufragato dopo un primo tempo da incubo. Oggi tornerà al 4-3-2-1, che può anche trasformarsi in un 4-3-1-2.

L’analisi reparto per reparto. Partiamo dalla difesa. 

Come l’ anno scorso, il portiere è Sepe, punto di forza della squadra, giocatore che ha un rendimento sempre elevato: reattivo e svelto tra i pali, con il pallone tra i piedi difficilmente sbaglia, e ha una forte personalità. La linea a quattro è formata da Busi, Osorio, Alves, Gagliolo. Busi è un giovane belga dalla buona corsa e dal piede destro educato, ha notevoli margini di miglioramento ma soffre anche di momenti di smarrimento durante i match. Osorio ed Alves costituiscono una coppia centrale difensiva forte nel gioco aereo, entrambi usano principalmente il piede destro. Molto tecnico e portato ad uscire dalla propria area palla al piede il primo; più esperto, smaliziato e carismatico il secondo, e per giunta con notevoli capacità balistiche sui calci piazzati. Gagliolo, l’ esterno di sinistra, forte fisicamente, con il passare degli anni è migliorato molto nella tecnica di base, tatticamente è sempre sul pezzo.

Il centrocampo. 

Grassi, Brugman, Kurtic sono i tre centrocampisti. Brugman è il vertice basso davanti alla difesa, possiede buona tecnica ed è bravo nella verticalizzazione. Ha la nazionalità uruguaiana, da anni è in Italia e non ha mai compiuto il famoso salto di qualità. Grassi e Kurtic sono i due interni di centrocampo. Grassi sul centrodestra unisce quantità e qualità, ordinato e tatticamente intelligente, è stato impiegato anche in ruoli diversi e si adatta bene alle esigenze della squadra; è cresciuto nel vivaio dell Atalanta. Kurtic, l’interno di sinistra, ha un fisico importante ed è forte sulle gambe: tecnicamente sufficiente, è abile negli inserimenti e nel gioco aereo; nazionale della Slovenia, anche lui da anni gioca nel nostro Paese.

Infine l’’attacco. 

I due giocatori sotto punta sono Gervinho e l’ex genoano Kucka. Gervinho è in possesso di una progressione devastante: se trova campo davanti a sé, diventa inarrestabile; non ha una tecnica invidiabile, ma grazie alla sua corsa veloce è il giocatore più pericoloso dei gialloblù. Kucka, soprattutto un centrocampista aggiunto, è in possesso di una forza fisica straripante, difficilmente perde un contrasto e un duello aereo, ed è in possesso di un tiro dalla distanza molto forte, anche se non sempre preciso. Inglese è la punta centrale: è bravo nel giocare spalle alla porta e nella difesa della palla, si fa valere nello stacco aereo e ha un colpo di testa preciso e potente; è in possesso anche di un buon tiro con il destro.

Come si comportano sulle palle inattive?  

Su quelle a sfavore si dispongono a zona, essendo squadra dotata in fisicità e nel gioco aereo. In fase offensiva la battuta di corner e punizioni laterali spetta a Brugman o Grassi, mentre la coppia centrale più Gagliolo, Inglese, Kucka e Kurtic entrano in area per colpire, inutile dire che si tratta di un’ottima batteria di saltatori e colpitori. Quando le punizioni sono al limite dell’area gli incaricati sono Brugman, Bruno Alves o Inglese. Se l’undici iniziale sarà quello previsto, l’unico mancino dei ducali sarà Gagliolo, non certo uno specialista dei calci piazzati.

In conclusione? 

Si spera che la vittoria infrasettimanale nel derby abbia scacciato le paure che il Genoa aveva nella testa e nelle gambe. Questa con il Parma è una partita troppo importante per l’undici di Maran. L’unico e ultimo successo in campionato risale alla prima giornata contro il Crotone oggi ultimo in classifica. Bisogna al più presto riassaporare il gusto della vittoria e ritornare ad avere fiducia nei propri mezzi e nelle proprie qualità.

P.S: a qualcuno non è bastato cambiare anche i bulloni del pullman e prima di fare una cosa è sempre meglio dimostrare. Nel calcio quello che hai fatto prima non conta, conta soltanto il presente e ancora di più il futuro. A buon intenditor poche parole…

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.