Il Vecchio Balordo ha brindato in Coppa passando agli ottavi di Coppa Italia dopo tanti anni  di sbornie in casa e fuori casa.

L’enoteca rossoblu è stata un buon metodo champenois per i due gol di Scamacca, Masiello nel ruolo che predilige, il ritorno di Criscito e Biraschi in campo, Zajc particolarmente  quando non deve fare il mediano.

Alle bollicine del gol bisogna essere felici, anche per le condizioni in cui arrivava il Genoa e per come era uscito spesso dalla Coppa Italia. Adesso altro derby il 25 novembre, i tifosi rossoblù ci tenevano ad andare avanti. Il Genoa deve riprendersi alla svelta e la Coppa Italia dovrà diventare la sua Champions.

Il Catanzaro è uscito a testa alta dal Ferraris. Squadra con una buona organizzazione di gioco, ha giocato all’arrembaggio e ha tenuto il risultato in bilico fino all’ultimo secondo di gioco. Due categorie di differenza e non si può affermare che tutto sia andato in porto per la maggior tecnica e la miglior qualità da parte del collettivo rossoblu a quarti.

Il modulo che Maran continua a proporre non convince principalmente perché neanche con il Catanzaro è riuscito ad aggredire, al di là di tutti gli alibi e le recriminazioni da Covid.

Tutto succede perché i giocatori tecnici non fanno la differenza e nello spazio in cui dovrebbero penzolare, tra centrocampo e attacco, quelli che dovrebbero farlo sono utilizzati in modo non confacente al loro passato. Le mezzali del Genoa fanno fatica a lavorare tra le linee del centrocampo avendo più caratteristiche, in particolare di cambio passo, a  difendere che attaccare. Quando il Genoa è stato in fase di possesso, lo spazio tra difesa e centrocampo ha creato pericoli a Marchetti specialmente per il lavoro del giallorosso Carlini.

Il 3-5-2 di Maran dà l’impressione di una coperta corta. Meglio il 5-3-2 in fase di non possesso, anche perché agli esterni viene chiesto più un atteggiamento difensivo che  offensivo. Quando il Genoa cerca le ripartenze, anche contro il Catanzaro, l’operazione diventa difficile per i tre centrali dovendo preoccuparsi di essere maggiormente responsabili dell’ampiezza. Tutto questo accade e gli equilibri sono difficili da raggiungere in fase di non possesso non essendoci una pressione continua sul pallone da parte di centrocampisti e attaccanti. Operazione messa bene in campo dai calabresi.

Bene la qualificazione, bene i gol arrivati. Adesso Maran dovrà lavorare sul Derby contro una squadra organizzata come il Catanzaro, ma con tanta qualità davanti, pronta a sfruttare con movimenti preordinati l’ampiezza di campo con le ripartenze. Grifone, adesso sotto con il Derby senza fasciarsi la testa in anticipo.

Chiosa finale: attenzione alla Lazio che potrebbe chiedere il jolly e non giocare col Torino. Potrebbe essere un altro handicap in vista del recupero contro i granata del 4 novembre prossimo.