Genoa-Inter lascia preoccupazione nel Pianeta che gira intorno al Genoa. La preoccupazione è l’interesse da pagare sui guai prima che arrivino.

Preoccupazione dopo le parole di Faggiano in settimana e di Maran al termine della partita sulle condizioni fisiche dei calciatori colpiti da Covid. Preoccupazione perché adesso il Genoa giocherà ogni tre giorni fino alla sosta per la nazionale, l’8 novembre prossimo. Preoccupazione perché in questi giorni sarebbe stato utile gestire al meglio il  riposo, allenandosi poco o normalmente a ritmi più bassi e dare sfogo ai giocatori più che alla  tattica.

Preoccupazione perché al Vecchio Balordo si potrebbe configurare un’altra stagione senza attaccante in doppia cifra. E se anche nel quartiere generale di Pegli hanno questa preoccupazione dovrebbero investire sull’ingaggio di uno dei calciatori svincolati. Ingaggio che potrebbe non essere tanto pesante se terranno in considerazione che c’è qualche calciatore in rosa visto poco in campo, qualcuno neanche, che guadagna un milione di euro a stagione, per grazia ricevuta del procuratore e da chi ha creduto, diciamo, di fare il colpo.

I cognomi degli svincolati non sono pochi e sono una trentina, anche se per l’uso del Genoa la scelta dovrebbe ricadere su qualcuno che in carriera ha sempre visto e sentito la porta, considerando che in gol nel campionato italiano vanno più gli over 30 che i giovani.

Nel campionato italiano in queste prime 5 giornate si è visto un processo di cambiamento. Una buona parte delle squadre cerca di vincere attraverso il gioco o ci prova, non è più solamente ad appannaggio dei club della parte sinistra della classifica. Non puoi pensare solo a difenderti e basta e poi perdere lo stesso.

Il Genoa da qualche anno si è fossilizzato su un modulo che non rende ed è successo tutto questo al di là della pandemia. Spesso abbiamo ripetuto il concetto della paura. La paura è la qualità di chi non toglie le ragnatele dal soffitto temendo che cada il soffitto.

Perché la paura, colpa del modulo, dei calciatori o del loro utilizzo? I giocatori tecnici anche di qualità non hanno mai fatto la differenza e continuano a non farla attualmente perché nello spazio in cui dovrebbero giocare e unire centrocampo e attacco non vengono utilizzati. Le mezzali o mediani fanno fatica a lavorare tra le linee nel 3-5-2 per questioni di cambio passo, non sono rapidi. Anche gli esterni difficilmente giocano dentro il campo per fare lo stesso lavoro. Sono rapidi, hanno difficoltà a sapersi comportare negli spazi stretti.

Nella gara contro l’Inter nessuno può negare che la difesa e la fase difensiva abbiano retto bene l’urto interista. Togliendo spazi a Lukaku e profondità agli altri. Davanti a Perin la prova è stata gagliarda tatticamente e tecnicamente dal primo minuto di gioco: mai concedere spazi, marcature a zona ma non blande e poco spazio lasciato alle giocate. La partita però è sembrato di giocarla in un campo da  sette con 10  calciatori contro altri 10.

Appena entrato Barella, giocatore importante (il clone non ai suoi livelli  che manca al Genoa), ha fatto come Mosè: ha allargato la difesa del Grifone, annullando quei dieci minuti in cui provava a battere le ali per uscire dalla propria metà campo.

Ma a tutto ciò bisogna aggiungere la capacità e la praticità di tradurre in gol le occasioni anche se poche”, fanno sempre la differenza. Gli allenatori di questa stagione calcistica sono all’insegna della continuità della loro strategia tattica. Maran invece ha cambiato.

Credo in Maran perché ha sempre fatto vedere una idea di gioco ben precisa, una garanzia anche di risultati senza Maradona o Pelé in squadra. Adesso vedendo il Genoa far fatica, il Covid non potrà essere un alibi per tutta  la stagione e jbisogna chiedersi se ha propositi di cambiare strategia.

Alla fine del primo tempo della gara contro l’Inter, si è accesa una piccola fiammella. La speranza che la strategia di Maran del primo tempo fosse impiantata  a schiacciare il Biscione nel secondo tempo considerate le fatiche da Champions League passate e quelle future.

L’Inter non ha strapazzato il Vecchio Balordo, ha fatto fatica a rendersi pericolosa. Non ha preso gol perché Lukaku non giocava nel Genoa. Non faccia voli pindarici Mister Conte. Le sue conferenze stampa sono da “special one” ma il suo gioco e da “normal one” vista la rosa a disposizione. Tutti nei confronti di Conte e di qualche altro allenatore sono disponibili a fare la figura dei “pisquani” pur di scrivere e parlare per riempire pagine e video senza fatica e analisi. Anche i suoi mal di pancia mettono in imbarazzo. Continuare a piangere di non avere Kante potrebbe essere pericoloso, se venisse  accontentato a gennaio se non vincerà ancora nulla eccetto il piazzamento Champions.

Scusate tutti il pessimismo del pezzo di oggi. Non ho voluto creare malinconiche chimere e non vedo tutto nero. Non mi piace fare “carceri in aria”, non ho l’ammoniaca sotto il naso, aspetto un futuro roseo genoano da raccontare.

Spero che quello scritto sia una iperbole, la lente d’ingrandimento del pensiero  di un cronista: un cannone, quando è caricato…ha la morte nel cuore con il Genoa di mezzo.

La gioia di vederlo sparare a salve già da mercoledì prossimo contro il Catanzaro in Coppa Italia.