Chiudiamo la nostra rassegna di opinioni e giudizi sul calciomercato del Genoa concluso lo scorso 5 ottobre. Lo facciamo con le parole di Gessi Adamoli, collega e firma di Repubblica.

Qual è il tuo giudizio sul calciomercato del Genoa?

“Scinderei il giudizio tecnico da quello economico-amministrativo, che vanno scissi ma mangiano sempre a braccetto perché avere una società debole dal punto di vista economico presuppone una squadra non forte. Il Genoa ha ribaltato questa politica degli ultimi anni: all’assemblea degli azionisti del Genoa leggi spesso la relazione che fanno agli amministratori. Le ultime erano tutte in fotocopia, e si diceva che era necessario avviare un percorso virtuoso di rientro per cercare di recuperare una situazione economica veramente preoccupante attraverso plusvalenze e abbassamento del costo del lavoro e ingaggi.

E quest’anno gli ingaggi sono lievitati, lasciando perdere gli obblighi di riscatto che scatteranno prossima stagione. Gli ingaggi sono lievitati in maniera esponenziale, è stata fatta una campagna acquisti interessanti dal punto di vista tecnico, anche se c’è un’incompiuta, e ci sono degli ingaggi sproporzionati. Anche la rosa lo è: ci sono 32/33 giocatori in rosa, addirittura un ragazzo – Zennaro – pagato oltre 2 milioni, un 2000 che guadagna 200mila euro netti a stagione e andrà a fare il fuori quota dei fuori quota in Primavera. Zappacosta era nel mirino dell’Atalanta, perché è un giocatore importante, che con Gasperini si sarebbe esaltato, e l’Atalanta ha rinunciato per via dell’ingaggio che supera i due milioni netti. C’è questo rovescio della medaglia: campagna interessante dal punto di vista tecnico che lascia grandi interrogativi da un punto di vista amministrativo, perché fatta da una società che è obbligata a fare una politica virtuosa.

E veniamo alla plusvalenza. Quest’anno ruota solo attorno a Shumorodov: questo ragazzo uzbeko, duramente interessante. Se sfonda abbiamo fatto “bingo”, nel senso che trasforma in rete i più verosimili cross dalle fasce di Pellegrini e Zappacosta e le palle in profondità di Pjaca e Badelj. Se però ha problemi di ambientamento e questa scommessa uzbeka quindi non soddisfa le aspettative, succede che il Genoa si ritrova senza uomo gol e senza la possibile plusvalenza perché si ritrova assieme al Parma la squadra che ha più giocatori in rosa ed è la più anziana del campionato.

La politica di Faggiano è questa. Se Shumorodov esplode, il Genoa ha svoltato. La squadra è superiore rispetto a quella degli anni scorsi, manca questo uomo-gol da doppia cifra che il Genoa insegue da troppi anni, che potrebbe essere sicuramente lui. Mi dà l’idea di uno che a Sanremo prende tutte le fiches e le mette sul 36. Se esce tutti va bene, altrimenti rimane con le braghe di tela. È troppo tutta una campagna acquisti che ruota attorno a un nome: se questo è quello che ci si aspetta, tutto va bene. Altrimenti sono grossi, grossi punti interrogativi”.

Un tuo pensiero sull’esclusione di Schöne?

“Siamo rimasti tutti molto sbigottiti e perplessi. Un giocatore che un anno e qualche mese fa faceva la semifinale di Champions, poi non sia in grado di essere nei venticinque del Genoa e gli viene preferito Brlek che l’anno scorso giocava e non giocava nell’Ascoli. Mi rifiuto di credere che sia una scelta tecnica, come dichiarato dal direttore Faggiano, perché una scelta tecnica non esiste. Esiste una scelta di altra natura. Siamo sempre lì: Faggiano è nuovo dell’ambiente, ma da quanto tempo che ai tifosi del Genoa vanno dette le cose in modo chiaro senza raccontare quelle che in genovese vengono dette “musse”. Schöne non fa parte del progetto? Si dica chiaramente il motivo: la scelta tecnica è una bugia che non fa onore a chi l’ha fatta e soprattutto a chi la riceve”.


Il giudizio sul calciomercato: l’analisi di Sebastiano Vernazza (Gazzetta dello Sport)