È terminata finalmente la sofferenza del calciomercato. Calciomercato al Covid che non ha lasciato il sistema di schiavizzare migliaia di persone al limite della nevrastenia sui siti di news. Non solo, alla sera fare guerra con la famiglia per seguire avanspettacoli fatti di interviste a procuratori, inseguimenti fuori dai ristoranti e dalle sedi di calciomercato, sempre le stesse perché piace essere al centro dello scoop per ricevere indiscrezioni tra conferme e smentite a seguire.

Altro calciomercato non più per i manager delle squadre, ma per i procuratori veri protagonisti non solo nel portafoglio, ma anche nello spargere bufale raccomandate e  gestite ad hoc per un click in più.

Non è più un calciomercato da scouting. I calciatori non si vanno più vedere dal vivo ma tramite piattaforme: anche se bene informate difficilmente riusciranno a far capire le caratteristiche del calciatore ingaggiato, non potendo calcolare come affrontano i principi della fase difensiva o quella offensiva. La stessa azione nel vedere in TV una partita e dagli spalti.

È un sistema avariato in cui a tante persone fa comodo che sia così, altrimenti non si rincorrerebbero chimere calcistiche provenienti dall’estero e si calcolerebbe di più il lavoro dei settori giovanili con calciatori italiani ed esteri che non produrranno incentivi nell’immediato, ma probabili plusvalenze in futuro.

Triste il declino per il “giornalismo sportivo dei fatti“. I giornalisti del calciomercato sono diventati come vetrinisti e ogni pezzo appare come un negozio: invece di cercare la verità, non più un dovere con il calciomercato di mezzo, che deve esistere, nonostante quello che affermano filosofi in queste compravendite.

La FIGC darà la colpa la Coronavirus, però il calciomercato 2020 in una nazione normale sarebbe dovuto finire prima dell’inizio del campionato. Siamo andati per tre settimane con squadre incomplete, trasferimenti in corso anche quando si giocava, colpi di mercato anche dentro gli spogliatoi durante gli intervalli. La Serie A è già stata in campo per tre turni e sarebbe interessante sapere quanto ha inciso nella testa dei protagonisti il calciomercato su alcuni risultati.

Attenzione che questa Telenovela del calciomercato è stata mandata avanti, colorata da talk-show prima e dopo lo spettacolo serale sulle TV, ma non consisteva nell’esibizione di comici, ballerine cantanti, illusionisti, bensì di uomini che conoscono il calcio seguiti per il desiderio di bulimia nervosa di sapere sempre tutto, regolarmente smontati il giorno dopo.

In tempo di pandemia tutto è peggiorato e tutto il mondo calcistico è paese. Disperatamente hanno tentato a qualsiasi latitudine prima di vendere e dopo comprare. L’effetto recessione e l’effetto debiti sono stati all’ordine del giorno di ogni giornata di calciomercato.

Il calcio italiano – non solo quello mondiale ed europeo – è davanti a una restringimento di ricavi ed entrate. La FIFA ha previsto un buco di 4 miliardi a livello mondiale. Le società di calcio sono crisi per rispettare il budget di spesa, eccetto per il calciomercato dove si sono fatti (pochi) acquisti sonanti trovando formule di prestiti onerosi o con diritto di riscatto, lunghi contratti che senza risultati e plusvalenze potrebbero fare danni nei prossimi bilanci non potendo rispettare il rapporto costi-ricavi senza pubblico e avendo aperti contenziosi con Sky per l’ultima tranche della scorsa stagione non ricevuta e i fondi che potrebbero richiedere sconti senza la certezza che il campionato possa essere portato a termine e posticipare quello che avrebbero dovuto versare a gennaio 2021 all’atto della chiusura   per l’acquisizione dei diritti.

Non si può neanche formulare l’auspicio che il calciomercato invernale ufficiale che inizierà fra 100 giorni circa, il 4 gennaio 2021, e finirà il primo febbraio 2021 sia di riparazione dovendo ancora giocare cinque gare del girone di andata. Mercato invernale che sarà ancor più da nevrotici, sognatori al ribasso e maniaci di Fantacalcio.

Si può esprimere solo la speranza che quello del prossimo anno non si disputi durante il campionato 2021/2022 fermandosi a novembre per il Mondiale in Qatar.

Una sera della scorsa settimana Riccardo Bigon, direttore sportivo del Bologna, al Calciomercato l’originale non si è tirato indietro nel commentare le trattative affermando che “il mercato dovrebbe essere aperto solo un paio di settimane in estate, finire prima dell’inizio del campionato e chi ha fatto ha fatto e chi si è visto si è visto”.

Noi di Buoncacioatutti è da qualche anno che auspichiamo che il calciomercato debba durare solo 100 giorni dopo la fine del campionato. Le rose in ritiro devono già essere definite e su quelle gli allenatori devono lavorare. Chi ha lavorato bene avrà benefici, chi avrà lavorato male durante il calciomercato dovrà trovare soluzioni interne. Toccherebbe alla capacità di un tecnico e del suo staff correggere un progetto tecnico imperfetto per un  acquisto che non rende o è risultato sbagliato, per un infortunio inaspettato, il tutto inventando un calciatore in rosa in altro ruolo mancante oppure crescendo qualche giovane della Primavera senza passare dall’espediente del calciomercato che dura tre mesi.

Operazione difficile perché nessuno del mondo del calcio ha intenzione di portare nuovamente a galla il gioco o il progetto di calcio perché troppo soffocati, infastiditi dagli interessi che girano intorno alla Samarcanda del pallone. Oggi possiamo dire, come sempre, che sarà il campo a decidere e i risultati si conteranno alla fine.

Oggi possiamo dire che fra 15 giorni, dopo la sosta per le nazionali, inizierà il campionato 2020/2021, quando si conosceranno non solo le rose conclusive ma anche la forma che prenderanno le squadre quando scenderanno in campo. Forma che potrebbe essere diversa di quella vista nelle prime tre giornate di campionato.