Stiamo lavorando, siamo avanti, vedremo di concludere nelle prossime ore. Non è semplice, però vediamo“. Aveva risposto così ieri sera il direttore sportivo rossoblu Faggiano a chi gli domandava, a Telenord, dell’operazione per portare al Genoa Eldor Shomurodov. In attesa di sviluppi conclusivi sul fronte della trattativa che dovrebbe portare l’attaccante uzbeko in rossoblu, abbiamo contattato telefonicamente Giorgio Kudinov, collega giornalista e per quindici anni corrispondente di Sport Express, quotidiano numero uno in Russia per quanto concerne sport e calcio. Una premessa per i telecronisti: il cognome si pronuncia con l’accento sulla seconda delle tre “o”.

Ci fai una piccola descrizione di questo Eldor Shomurodov?

“Questa operazione ha stupito un po’ tutti: il suo nome è venuto fuori quasi dal nulla. Su tutti i maggiori siti si sono scatenati un po’ tutti, perché la Serie A è da sempre un torneo di primissimo livello e prestigio e accostare un giocatore della Premier League russa al calcio italiano è sempre di prestigio. Sono state dette e scritte tante cose, ma la morale della favola è che c’è in corso effettivamente una trattativa e che il Genoa vorrebbe il calciatore. Il Rostov non ha chiesto, ma quasi, un pagamento il più presto possibile senza rateizzare, perché vendendo Shomurodov deve acquistare un altro giocatore, peraltro un altro straniero che ha già individuato. Le parti penso che arriveranno al dunque e il Genoa alla fine otterrà la rateizzazione”. 

Chi è Shomurodov? “Nel campionato russo ci sono giocatori più forti di lui. È una prima punta abbastanza veloce. Non è fenomenale, ma è bravo nell’anticipare l’avversario e ha un buon destro. Avrei dovuto dire che segna tanto, ma quest’anno ha segnato un solo gol in Europa League contro il Maccabi Haifa. Il Genoa probabilmente lo tiene così tanto in considerazione sulla scia della stagione precedente quando aveva segnato undici reti. È ancora abbastanza giovane (25 anni, ndr) e anche per questo il Genoa lo tiene tanto in considerazione. Nazionale uzbeko, chi l’ha scelto vede in lui un potenziale che ancora non è riuscito a dimostrare in Russia. Perché qui ci sono altri nomi che se dovessero uscire quelli, nessuno direbbe “ma come mai?”. Questo non vuol dire che Shomurodov sia la scelta sbagliata perché il Genoa, si sa, riesce spesso a trovare giocatori interessanti e rilanciarli.

Diciamo che è una sfida: non direi al cento per cento che abbiano scelto il giocatore che sicuramente farà bene, anche perché i giocatori che vengono nel campionato russo hanno spesso avuto problemi di ambientamento. In Russia sono arrivati anche giocatori con più talento di Shomurodov, ma non sono mai riusciti ad esplodere sino in fondo. E questo perché il campionato russo non è paragonabile a livello di intensità e tattica a quello italiano. Non è quindi automatico che un buon giocatore nel campionato russo sia un buon giocatore anche in Serie A. Detto ciò, ci si augura sempre che un calciatore possa fare bene”. 

A livello fisico, col suo metro e novanta, è un giocatore che va a fare battaglia in area di rigore oppure ama anche venire a prendersi il pallone fuori dall’area di rigore e aiutare la squadra in fase difensiva? Ha anche questa tipologia di attitudini?

Diciamo che in questo momento era più considerato una prima punta classica, che gioca vicino alla porta, ma avendo queste caratteristiche e questa velocità può fare anche quello che dite voi. Non è un giocatore alla Dzyuba, centravanti della nazionale russa, al quale se fai dei lanci è in grado da solo di fare reparto. Non è quel tipo di giocatore: da statico non ha tutta questa elevazione. È più forte nell’anticipo.

Shomurodov ha avuto Valeri Karpin come allenatore, che ebbe anche esperienze da calciatore in Spagna, ma come tecnico non lo posso paragonare ai tecnici italiani perché il livello di preparazione tattica degli allenatori italiani è diverso da quello dei russi. Perciò quello che dicevate voi, non è detto che Shomurodov non possa farlo in Italia. Potrebbe avere la duttilità che in Russia non ha avuto. Tenete conto che il Rostov è una squadra molto strana: erano partito e sembravano dei fenomeni, poi da un momento all’altro la squadra è sparita. Tant’è vero che sono usciti subito in Europa League col Maccabi, che non è massima espressione del calcio europeo. In Italia avete allenatori che possono fare imparare molte cose ai giocatori che hanno giocato qua in Russia”. 

In passato ha giocato quasi solamente in un 4-1-4-1 come oggi al Rostov. Qualche volta è stato abituato a giocare anche al fianco di un compagno d’attacco?

“Lui ultimamente era più abituato a giocare da solo ma ciò non vuol dire che non possa farlo in coppia. Lo scopriremo solo quando lo vedremo allenarsi. C’è da dire che gli allenamenti russi sono molto diversi da quelli italiani: sembra una banalità, ma è così. Uno viene prelevato e viene inserito in un contesto completamente diverso. Lo stesso discorso vale anche per Miranchuk dell’Atalanta, che ha molto più talento però ha bisogno dei suoi tempi per capire che cosa vogliano da lui in Italia. Questo vale per qualunque giocatore venisse dalle nostre parti. Ragionando cinicamente, per lui potrebbe esserci una cosa a favore: i giocatori russi spesso sono troppo indisciplinati, un po’ con la puzza sotto il naso e questo lo si è visto anche negli anni, purtroppo. Un giocatore che rappresenta un paese orientale come l’Uzbekistan, invece, potrebbe essere meno esposto a certi eccessi che hanno i russi. Potrebbe essere una valore aggiunto, perché spesso e volentieri nei russi si notano eccessi o allenamenti sotto gamba. A volte si sentono un po’ presuntuosi. In patria ogni squadra può avere non più di 8 stranieri in squadra, quindi qualsiasi giocatore russo o con il passaporto – anche se è meno bravo – ha più possibilità di essere inserito in rosa e di giocare: ecco perché a molti mancano gli stimoli. Shomurodov, invece, è arrivato dall’estero, ha già dovuto dimostrare certe cose ed era più motivato. In più, quella sua cultura orientale che è più contenuta, potrebbe rivelarsi una cosa positiva avere un ragazzo meno ‘casinista’ di un russo in squadra. È arrivato in Russia da straniero e ha dovuto combattere per la titolarità. In un certo senso, non sarebbe per lui la prima esperienza all’estero, a differenza di Miranchuk. E questa potrebbe essere un’altra cosa positiva, o almeno me lo auguro”.

In chiusura, ti chiedo: in Russia gli stadi hanno riaperto al pubblico? 

“Ci sono dei limiti, mi pare siano ammessi il 40% o il 50% degli spettatori, che è tanta roba rispetto all’Italia. Casi ce ne sono stati, peraltro proprio a Rostov uno dei più clamorosi: la stagione scorsa il Covid ha colpito 6 o 7 giocatori. L’allenatore aveva dovuto mettere in campo contro il Soči giocatori Under 17 e Under 19, una roba assurda, perdendo 10-1. Shomurodov ne sa qualcosa e sicuramente è stato fra i giocatori in quarantena, perché tutta la squadra ci è restata per diversi giorni. Il Rostov è stato un po’ il Genoa di Russia. Il campionato in questo momento sta andando avanti, ci sono singoli casi qua e là ma per fortuna per ora i focolai nel mondo del calcio sono piccoli e si riescono a contenere. Il numero di malati in generale è tornato a crescere, sperando che non si torni a una nuova ondata. Nello Zenit San Pietroburgo ci son stati un paio di casi, ma la società non ha mai ammesso chi fossero. Tornando a Shomurodov, speriamo possa diventare un giocatore importante per questa squadra: mi auguro che sia il Genoa che il giocatore possano trovarsi bene insieme. Spero che lui e Miranchuk possano portarsi dietro qualcun altro dal campionato russo. In Russia ci sono giocatori da seguire e il Genoa negli anni ha dimostrato di saper scegliere giocatori importanti, poi esplosi in Europa. Speriamo si possa continuare di questo passo”.


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