Dopo il commento del Ministro dello Sport, ora dopo ora giungono nuove dichiarazioni in merito in merito ai casi di Coronavirus all’interno del Genoa. Nel corso della trasmissione “Un giorno da pecora”, in onda su Radio1, anche il Viceministro della Salute Pierpaolo Sileri ha detto la propria:  “Sicuramente saranno stati rispettati i protocolli e anche il numero di tamponi effettuati dimostra che ci sono stati dei controlli importanti. Per quanto riguarda quello che è accaduto si tratta del fatto che il tampone in qualche caso è sopravvalutato. Il tampone è il segnale più importante, ma anche la tempistica nel quale viene fatto è importante: se parto per un viaggio faccio il tampone, ma potrei prendermi il virus anche sull’aereo. Così come non è detto che nella fase di incubazione del virus tu risulti già positivo, quindi questa esperienza insegna che l’uso del tampone va fatto con giudizio. La quarantena diventa il sistema gold standard per la prevenzione del contagio. Se tu hai un contatto con una persona che è stata positiva, devi metterti in quarantena. Tutta la squadra doveva andarci dopo il caso Perin? No, devono andare in quarantena coloro che nel corso delle indagini epidemiologiche vengono riscontrati come contatti stretti. Non significa tutti: io in ufficio avrò contatti stretti con due o tre persone. Il contatto stretto ha una sua definizione particolare: devi avere prossimità, non è quello che incrocio per il corridoio”.

Ancora Sileri: “I giocatori possono essere positivi, pertanto non dovresti né abbracciarti né baciarti dopo un gol. Bruttissima cosa da dire, ma il miglior vaccino da tenere in attesa di quello reale è mantenere le distanze. Sono sicuro che al Genoa siano stati seguiti i protocolli, ma se io da avere un positivo improvvisamente mi trovo ad averne 14 intorno a questa persona significa che in qualche maniera vi è stata possibilità di contagio. Quindi in qualche maniera il Coronavirus è arrivato in contatto con l’altra persona. Quando hai fatto il tampone, se è negativo senti come libero, ma non è così. Chi ha il virus non è quello davanti a te ma potresti essere te stesso. Ancora oggi mi capita di entrare in determinati uffici e vedere che certe persone non tengono la mascherina. È stato un errore del mondo occidentale non valorizzare l’utilizzo della mascherina. Durante la partita, all’aperto e distanti, direi di no. L’importante è che vi sia distanza. Bisognerebbe fare rieducazione sanitaria. I nostri atleti sono molto forti ben preparati e penso che possano moderare la loro tensione siano in grado di moderarla, peraltro in uno stadio vuoto”.

Sul rischio di uno stop al campionato: “Il rischio è che, quando hai una squadra con 14 positivi, anche disputare una partita diventa quasi difficile. Innanzitutto bisogna fare i tamponi all’altra squadra, ma bisogna farli con le giuste tempistiche. Qualunque persona entrata in contatto con un positivo dovrebbe andare in quarantena: chi ha parlato per più di un quarto d’ora senza mascherina con una persona – può succedere – o si è intrattenuto negli spogliatoi con giocatori dell’altra squadra. Se qualcuno del Napoli dovesse risultare positivo e nel frattempo ha contagiato qualcun altro, capite che a quel punto si arriva al blocco. La mia preoccupazione è un’altra: se un giocatore del Napoli dovesse risultare positivo e avesse contagiato qualcun altro nel frattempo, capite che si arriva al blocco perché ci sono due squadre di A che si devono fermare. Deciderà la squadra, ma se dovessero aumentare i casi credo che la cosa migliore – la dico da medico e non da viceministro – da fare sarebbe fermarsi per almeno 7 giorni e fare tamponi a tutti. Bisogna considerarlo come un focolaio”. 

“Io ho fatto la proposta di fare 7 giorni di quarantena e poi fare il tampone, per non vanificarne il ruolo – Conclude Sileri – Ha detto bene Bassetti, anzi benissimo: se fatti così possono vanificarne l’impiego. Il tampone rappresenta la strategia diagnostica migliore, ma deve essere usato con una tempistica e da un’azione medica appropriate”. Queste erano state le parole di Matteo Bassetti, diffuse via Facebook: “Quello che sta accadendo al Genoa potrebbe rappresentare la Waterloo dei tamponi. Dopo poche ore dall’esito di tamponi negativi per tutta la squadra si è assistito a numerose positività con probabili conseguenze importanti sul futuro del campionato di Serie A”.

In giornata, anche il virologo Andrea Crisanti si era espresso in merito alla vicenda ai microfoni di Radio24: “Rientra perfettamente nella dinamica di trasmissione del virus e fa capire quali sono le conseguenze di non applicare le precauzioni ed esentare i giocatori da una misura di prevenzione. Bisogna chiedersi perché il calcio venga esentato da una misura che viene applicata a tutti gli altri campi. C’è stata una persona positiva, avranno fatto l’allenamento e durante l’allenamento si è trasmesso il virus, c’è un periodo di circa 48 ore prima che la persona diventi positiva e la follia è stata non mettere certe persone in quarantena in presenza di un positivo. Se si fosse applicata la quarantena, ci sarebbe stato un positivo in cura, con le altre persone in quarantena, e dopo aver fatto un tampone fra 3-4 giorni si sarebbe scoperto che erano postivi. Anche il Napoli va messo in quarantena e sotto sorveglianza. Per forza, non c’è alternativa. Bisogna fare adesso i tamponi e anche fra 2-3 giorni”. 

Ai microfoni di SkySport, il coordinatore dei medici di Serie A Gianni Nanni ha confermato come con tutta probabilità, a meno di “numeri particolarmente catastrofici anche per altre squadre”, l’unica partita a rischio rinvio resti Genoa-Torino. “Non mi aspettavo un dato così importante e così tanti numeri importanti. Sapevo dei 2 casi, ma 14 mi sembrano davvero tanti. Bisognerebbe aver vissuto questi giorni in società, nel gruppo squadra e nello spogliatoio per poter dire qualcosa, ma è chiaro che bisognerà capire, sicuramente. Sono fiducioso perché il medico del Genoa so che è molto scrupoloso e ci darà tutte queste notizie. Il protocollo fa si che debbano essere rispettate le disposizioni classiche di sicurezza: portare la mascherina quando non si è in campo, il distanziamento negli spogliatoi e nelle docce, l’areazione degli ambienti e la pulizia delle mani con utilizzo di gel disinfettante. La prossima giornata di campionato secondo me non è a rischio, probabilmente bisognerà decidere solo sulla partita Genoa-Torino, a meno che non vi siano nuove sorprese su altre squadre come il Napoli. Il Napoli ripeterà i tamponi venerdì o sabato e saranno i più importanti, ma se non avremo numeri particolarmente catastrofici per altre squadre la cosa si concluderà con una decisione – eventualmente – solo su Genoa e Torino”.


Genoa, Ricciardella: “Partita con il Torino? Dalla Lega Serie A ci aspettiamo una decisione coerente”