Qua e là per l‘Italia si fa largo l’apertura degli stadi alla simbolica cifra di mille spettatori. Ridurre il tifoso ad una cifra fa abbastanza indispettire, specialmente se la cifra è estremamente ridotta e buttata lì un po’ così per non ammettere di non aver discusso, nelle opportune sedi, la possibilità di aprire ad una percentuale fissa di pubblico. Sarebbe stata un’occasione per analizzare anche la capacità e l’efficienza strutturale degli stadi della nostra Serie A, in molti casi da rinnovare, ampliare e mettere in sicurezza.

Detto ciò, nelle ultime ore si è fatta strada l’idea che la Serie A possa garantire al 25% dei tifosi di entrare negli stadi a partire dal primo weekend di ottobre, in concomitanza della terza giornata di campionato. Una percentuale che sarebbe stata messa sul tavolo nell’ultimo incontro tra Ministero della Salute e Ministero dello Sport. A partire da ottobre, in attesa del nuovo DPCM, alcuni stadi arriverebbero addirittura ad ospitare quasi 20mila tifosi. Il Ferraris, per esempio, arriverebbe ad una cifra intorno alle 9mila unità.

Si parla di una ipotesi che prevederebbe una macchina organizzativa non da poco, considerato che si parla di adottare un protocollo molto stringente. Niente striscioni, niente bandiere, obbligo di mascherina per grandi e piccini, ipotesi di ingressi scaglionati, a distanza di un quarto d’ora da settore a settore. Insomma, tutto tranne che la solita domenica di tifo e condivisione allo stadio.

È bene specificare che, per adesso, non ci sono ufficialità né dal CTS (che ha bocciato il protocollo FIGC per l’accesso continuativo dei tifosi negli stadi) né dalla Federazione né dalle singole leghe. Né tantomeno dal Ministro Spadafora, che ha però ribadito l’impegno ad analizzare

Nel pomeriggio, alla Camera, un capitolo importante sulla tematica. Il Ministro Spadafora si è infatti sottoposto a un question time di fronte ai deputati del Parlamento, senza parlare di percentuali, ma presentando l’agenda dei prossimi appuntamenti. Si è parlato, nello specifico, di riapertura degli stadi uniforme dalla Serie A ai Dilettanti. E lo stesso Spadafora non ha mancato di rimarcare come l’Italia possa permettersi eventuali nuove aperture grazie all’attenzione rigorosa avuta nei mesi precedenti.

Vorrei ribadire che proprio rigore e attenzione coi quali il Governo ha gestito il tema degli afflussi allo stadio ha consentito nel migliore di modi di chiudere i campionati scorsi, non solo del calcio, e anche di poterli riaprire in sicurezza. Come non sfuggirà, pochi minuti fa è uscita un’agenzia che dice che tutta l’Inghilterra andrà verso la chiusura di tutti gli stadi almeno sino a marzo. Anche la Francia si avvia verso un dibattito che dovrebbe portare alla chiusura almeno sino alla fine dell’anno (ma sono riaperti già da settimane, ndr). Noi, grazie all’attenzione avuta nei mesi scorsi, abbiamo già consentito alcune presenze. E fatto anche qualcosa in più: in vista della ripresa dei campionati di tutte le discipline abbiamo chiesto e ottenuto dal CTS, per eventi non continuativi come gli Internazionali di tennis, una prima partecipazione del pubblico. Nelle settimane passate la FIGC aveva presentato, specificamente per il calcio, un protocollo che il CTS ha bocciato in maniera netta ritenendo che non ci fossero ancora le condizioni né per il calcio né per le altre discipline di garantire l’accesso continuativo del pubblico. Ieri, in un incontro avuto col presidente Bonaccini e le altre rappresentanze del calcio, abbiamo condiviso la necessità di un protocollo che dovrebbe essere approvato domani all’unanimità da tutti i presidenti di Regione e sottoposto venerdì al CTS per la riapertura in sicurezza di tutte le competizioni sportive, dalle serie principali alle serie minori. Lo faremo, anche alla luce dei dati che deriveranno dall’impatto della riapertura delle scuole. Rigore e attenzione ci consentono oggi di rivedere queste graduali aperture che negli altri paesi europei non stanno avvenendo”.


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