Cosa sta succedendo in questo momento nel settore giovanile?

“Dal punto di vista organizzativo e della gestione di tutto quello che sta accadendo in conseguenza del Covid è un momento complicatissimo. Non abbiamo vergogna di dire che siamo in difficoltà a far quadrare il cerchio, come si suol dire, dalla mattina alla sera. L’alternanza dei protocolli e delle ristrettezze a livello regolamentare ci porta ad avere una marea di incognite su come gestire le situazioni. In questo senso stiamo facendo il possibile per dare tutela e sicurezza ai genitori, dall’attività di base fino alle categorie nazionali.

Anche i nostri colleghi sono nella stessa situazione, ci confrontiamo quotidianamente, però – ripeto – non vogliamo nascondere la testa sotto la sabbia dicendo che andrà tutto bene. Siamo in difficoltà e confidiamo che la situazione migliori per poter avere meno incognite possibili e più certezze, ricominciare sia nelle gare ufficiali sia negli allenamenti giornalieri, perché la differenziazione tra dilettanti e professionisti è complicatissima”.

Per i campionati giovanili, dopo l’inizio del Primavera, c’è una programmazione?

“La programmazione dell’inizio dei campionati c’è: oggi è partita la Primavera nonostante molte squadre di Primavera 1 avessero sottoscritto un documento per rimandare di una settimana la partenza. Oggi, alla luce del protocollo dell’altro giorno sui test sierologici, non abbiamo, ad esempio, potuto utilizzare due ragazzi.

Gli allievi iniziano domenica prossima, l’Under 15 e l’Under 16 sono campionati che a mio avviso possono avere più commistione perché trasferte e partite sono abbinate, quindi ci saranno spostamenti più numerosi. Si parte con ottimismo e cercheremo di farci trovare pronti nonostante il Genoa sia una della società che, per una serie di fattori, è partita più tardi”.

La frequenza degli esami che effettuano Primavera e Under 18 è la stessa dei professionisti?

“Credo che ora siano in difficoltà anche i medici a rispondere a questa domanda. Io, come sapete, sono responsabile tecnico. Il protocollo della Primavera è uguale a quello della Serie A, mentre dall’Under 18 in giù è diverso: non c’è un’obbligatorietà dei tamponi, ma di sierologici, test che poi determinano se un ragazzo o adulto è stato contagiato anche in passato. Lì scattano meccanismi tali che portano ad avere ragazzi che non sono utilizzabili e non possono fare attività agonistica.

Si tratta di una serie di complicazioni che creano difficoltà, ma cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno, di vedere anche i ragazzini più piccoli fare allenamento. Oggi abbiamo rivisto la Primavera combattere, lottare e anche ottenere una rimonta contro una squadra forte come la Spal. Cerchiamo di essere pronti con lo spirito Genoa, anche per creare tanti ragazzi per il calcio professionistico come successo l’anno scorso. Perché molti si sono affacciati al calcio professionistico e per noi è una grande soddisfazione“.


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