Il direttore sportivo del Genoa, Daniele Faggiano, ha risposto alle domande dei giornalisti presenti nella pancia dello Stadio Luigi Ferraris a meno di 48 ore dall’esordio in campionato del Grifone contro il Crotone. Di seguito, in sintesi, le dichiarazioni di Faggiano (domande in grassetto):

“Ci tenevo a parlare anche a prospetto dell’inizio della stagione sportiva per fare un sunto e sentire qualche opinione, più che altro. Io sono abituato così, ad essere schietto: durante le trattative tengo il maggior riserbo, cerco di non dirlo fino alla fine perché come successo in questo breve mercato una trattativa è saltata per il rotto della cuffia. È un mercato e un inizio di campionato particolare e sarà tutto particolare.

Se devo dire che sono contento del lavoro dico di sì, ma ho avuto poco tempo per lavorare come direttore sportivo. Siamo ancora un bel gruppo, numeroso, e prima dell’inizio del campionato penso che un po’ di sfoltimento maggiore ci debba essere. Invece adesso ho dovuto pensare di consolidare una squadra quanto prima e cercare di completare quei ruoli in cui eravamo deficitari, ora penserò a fare qualche uscita per far si che il mister possa allenare 26 o 27 calciatori. Le trattative non sono facili, non sono state facili e una mano grossa me l’ha data la piazza, il nome del Genoa e il presidente. Con il mio staff, con il mister, con tutti, ci tengo a ringraziare per la serietà: da Abbagnara a Zarbano a Ricciardella. Stiamo cercando di darci una mano ed essere più compatti e uniti di sempre, cercare di darci pacche sulle spalle anche quando una trattativa non è andata a buon fine o si deve virare su un altro colpo di mercato perché bisogna stare attenti anche al budget. Non mi piace fare il passo più lungo della gamba, preferisco vivere con quello che ho”. 

Sugli ultimi due nomi in arrivo, Zappacosta e Pjaca: cosa possono dare? 

“I giocatori sono già qui, stanno completando le visite mediche e cercheremo di fare il prima possibile perché quello di Zappacosta è un trasferimento internazionale. Ha fatto il massimo per arrivare. Hanno già firmato e aspettiamo solo le visite mediche per ufficializzarlo. Li abbiamo presi per cercare di farli stare bene e farci stare bene. Credo a quello che ci possono dare, ci crediamo tutti e ci credono i nostri calciatori”.

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Sanabria può tornare? 

“Vedremo, stiamo lavorando su di lui e su altre situazioni. Sui difensori se devo guardare domenica siamo in emergenza, visto anche che Pjaca e Zappacosta arrivano di venerdì. Poi vedo Criscito che non è al massimo, Masiello e Cassata squalificati quindi siamo corti numericamente. A sinistra abbiamo Czyborra che si sta allenando da una settimana: non è il massimo per cominciare il campionato. Manca qualcuno, quello sì”.

Su Zajc? 

“Per Zajc penso che sia un giocatore capace di fare diversi ruoli, con capacità importanti a livello tecnico. Ascoltare Badelj ti dà una carica diversa: è arrivato con una voglia importante e posso assicurarvi che avevamo fatto un contratto di un anno in più e il ragazzo ha detto che pur di venire gli sarebbe andato bene anche un anno in meno. Cosa molto strana nel calcio, mi ha fatto molto piacere: è un ragazzo preciso e puntuale. L’abbiamo preso perché è un giocatore con qualità, con giocata facile e che vede prima. Io lo vedo da mezzala che si inserisce o da trequartista”.

Favilli al Verona, Stepinski non è voluto venire al Genoa: il motivo?

“Era uno scambio che a noi non andava bene. Stepinski è un ottimo giocatore, lo volevo già portare in una squadra in cui sono stato. Favilli è un giocatore che stimo e in cui credo, ma che forse aveva bisogno di cercare stimoli diversi e cambiare aria un anno per poi cercare di tornare o di far tornare l’investimento. Va in prestito con diritto di riscatto, ma se lo riscattano vuol dire che a Verona ha fatto bene e noi non ci abbiamo perso. Stepinski non ha rifiutato, è stata più una scelta nostra quella di non fare lo scambio”. 

Balotelli? 

“No, no. Non è un nome che abbiamo preso in considerazione. Siamo su altre situazioni. Balotelli penso che lo vorrebbero in tanti in squadra, ma non è nei nostri obiettivi. Quando mi vedono parlare con Raiola tutti pensano a Balotelli, ma ne ha anche altri di giocatori”.

Con Schöne non più nel ruolo di regista, il centrocampo del Genoa è davvero all’altezza? Con l’arrivo di Schöne e Badelj potrà essere di nuovo lo Schöne dell’Ajax. Il grande neo che il Genoa si porta avanti da due anni è l’assenza di una prima punta. Ora c’è il solo Destro, di cui non si discutono i valori umani ma che la porta non la vede da due otre anni. Per la punta lei sta andando incontro al valzer degli attaccanti nelle ultime settimane? 

“Sulla parte tecnica preferirei non parlare, quel che posso dire è che dobbiamo dare intensità a questa squadra. Per me dare intensità e ritmo, in questo stadio, è importante. A centrocampo sono contento, per la punta se potessi chiuderla prima sinceramente preferirei: saremmo tutti più felici e sereni. Gli anni scorsi il mercato finiva prima, quest’anno ci sono 16 o 17 giorni dopo la prima di campionato. Il malcostume italiano fa sì che le cose si facciano o alla sera prima di chiudere o all’ultimo giorno di mercato. Io sto lavorando per non arrivare all’ultimo”.

Possibile avere un riscontro sulla situazione medica dei calciatori? 

“Ho avuto poco tempo per conoscere tutti. Spero di dover parlare il più possibile con voi, cercare di fare anche qualche comunicato sulla situazione medica ma vi assicuro che non è facile arrivare in una società nuova e in questa situazione, con i tempi ristretti per tutti. Come faccio a fare ora una rosa di 25? La lista la manderemo domani, stiamo facendo delle prove ma è sempre provvisoria fino all’ultimo giorno di mercato. Io soddisfatto? Lo dirò il 30 di maggio. Come diceva un mio amico, se non ci fossero le partite il calcio sarebbe un bello sport. Io sono soddisfatto solo quando raggiungo il primo obiettivo”.

Creare la squadra in estate e toccarla il meno possibile a gennaio: è andato in questa direzione? 

“Lo spero. Dispiace solo perché con una settimana in più di tempo saremmo tutti un po’ più sereni. Lavorare una settimana in più vuol dire tanto. Noi vogliamo arrivare a salvarci con serenità per darla alle famiglie genoane”.

Promessa mantenuta: il 70% e 80% della squadra sarebbe stata pronta entro l’inizio del campionato. Ci sono state occasioni perse o occasioni in testa?

“Sono onesto. Eravamo dietro a Karsdorp, avevo parlato con lui e con la famiglia ed è rimasto alla Roma quando i documenti erano già stati scambiati. Lui ha convinto la Roma, l’allenatore e noi siamo contenti per lui, ma mi è dispiaciuto perché oltre ad essere un buon giocatore era anche una brava persona. Aveva già chiesto una casa: non dire gatto finché non ce l’hai nel sacco. Finché non ho visto le firme di Pjaca e Zappacosta ero un po’ preoccupato. Vedremo se qualche pista si sarà chiusa o si potrà riaprire. Non nascondo che per completare la rosa vorrei prendere tre giocatori, non due. L’entusiasmo di Pjaca si vede proprio nel fatto che abbia scelto il Genoa pur avendo altre richieste. Lo abbiamo fatto chiamare da Perin e Badelj per fargli capire l’importanza di questa squadra. Diritto di riscatto? Non nascondo che il ragazzo voglia tornare ad alti livelli, ma sarebbe stato difficile fare un riscatto così importante anche se avessi voluto”.

Ancora Faggiano: “Io spero che il Genoa faccia il Genoa, che tutti facciamo il nostro lavoro nel migliore dei modi. Da fuori si vede solo la domenica, ma dietro c’è un lavoro. Quell’attività porta anche a qualche punto in più e questa coesione è più importante del singolo. Devo uscire dal campo che me la sono sudata: voglio che sia la squadra a portare risultati. Non mi nascondo e dico quello che penso”. 

Sul campionato Primavera: “Penso che l’attenzione sarà importante perché è importante il settore giovanile. È importante e ti può portare qualcosa in più alla prima squadra. Alcuni ragazzi che si sono allenati con noi andranno in Primavera. Lavoro a stretto contatto con Taldo e Sbravati”.