Al termine della gara pareggiata solo in extremis e tra mille difficoltà contro l’Udinese, abbiamo raggiunto telefonicamente Bruno Pizzul, la voce più famosa d’Italia per le telecronache della nazionale e della Serie A, presente alla partita alla Dacia Arena e ordinario proprio di Udine.

Non è stata una grande partita. Il Genoa l’ha finita con piena soddisfazione perché era ormai persa. L’Udinese non aveva fatto granché, ma qualcosina in più sino alla fase finale sì. In realtà poi il punticino serve a tutte e due, però penso di poter dire che è stata una partita francamente deludente. Il Genoa tatticamente l’ha interpretata alla “sperindio”, senza un attaccante di ruolo e finendo con 4/5 attaccanti. E alla fine ha portato via quel pareggio che le consente quantomeno di continuare a sperare. Ma né Udinese, né Genoa escono soddisfatti da questa partita. Il Genoa è soddisfatto del risultato, ma ha la consapevolezza di avere ancora molti problemi sul piano dell’equilibrio tattico e dell’attenzione”. 

Quello che non si riesce a capire di Nicola è perché gioca sempre con questo 5-3-2 e nella stessa maniera contro Juventus, Brescia, Parma, Udinese. Perché non osa di più?

“È un po’ quello che viene imputato tutt’ora all’Udinese. Si dice che imposti la squadra sul 5-3-2, anche se coi due sterni riesce ultimamente a mantenere il baricentro un po’ più avanzato. I tecnici sono molto affezionati a quella tattica lì. A Udine, Nicola aveva riportato la squadra coi due quinti che non si capisce se sono centrocampisti o difensori, ma alla fine finiscono per essere più che altro difensori senza alimentare quella fase offensiva che servirebbe. Un 4-4-2 potrebbe risultare più efficace per tutti, ma sembra passato di moda”.


Udinese 2-2 Genoa, Pinamonti pareggia al 95′. Altra rimonta del Grifone (che regala un tempo)