“A che gioco giochiamo” continua. Aver pontificato sulla ripresa della stagione 2019/2020 per 48 ore ha solo illuso, escludendo i tifosi, la stampa sportiva, le Tv sportive non quelle generaliste che stanno lavorando in modo florido vista la paura e il lockdown.

La lettera dell’Udinese e del Presidente Pozzo di autosospendersi e non giocare, neanche calcolata nell’assemblea della Lega di mercoledì, è stato un boomerang velocissimo che nel giro di 24 ore ha fatto ripensare a tante squadre alla ripartenza collettiva di lunedì 18 maggio. La scusa dei ritiri, qualcosa di votato e conosciuto già da aprile, nasconde qualche altra volontà. Gravina tra l’incudine e il martello ha risposto subito: “se non volete il ritiro continuate con gli allenamenti individuali fino al 13 giugno“. Dopo ha cambiato idea per l’ennesima volta.

Solo una settimana di allenamenti individuali e il veleno che viaggia in Lega calcio è stato subito iniettato dallo scoop del Corriere della Sera sugli allenamenti segreti con il pallone della Lazio di Lotito. Cairo, il Presidente del Torino, avendo dovuto ingoiare bocconi amari in tutte le riunioni della Lega calcio, ha fatto vedere la forza del “quarto potere”, l’influenza della stampa e della televisione.

Spionaggio calcistico non solo tramite carta, ma anche con droni sul campo del Napoli per vedere se venivano ottemperati i protocolli del CTS. Un segreto di Pulcinella il distanziamento nei centri sportivi: il protocollo è stato subito usato all’italiana. Operazione sbagliata della Lazio e di Lotito, che ha fatto ridere Spadafora che non si fida del mondo del calcio e ha sempre ben puntellato per quel motivo i paletti del comitato scientifico.

La FIGC per fare rispettare il protocollo da tutti ha subito fatto una squadra di ispettori federali che possono fare improvvisate a sorpresa durante gli allenamenti oppure l’utilizzo dei Droni. Non sappiamo se questa presa di posizione della FIGC abbia scatenato il mal di pancia di almeno 11 società, la maggioranza, contrario di quelli (15 su 20) che avevano votato mercoledì scorso accettando il protocollo del CTS.

Altra pagina di questa commedia sono i tamponi effettuati a Ibrahimovic. Arrivato lunedì in Italia, fatto il primo tampone negativo e ripetuto mercoledì (sempre negativo), lo svedese subito in campo a Milanello coi compagni senza aver fatto quarantena, come è successo a tutti coloro che arrivano dall’estero e ad altri calciatori.

Inutile fare il bis di tutte le comunicazioni riportate da Buoncalcioatutti tempestivamente e completamente. Solo alcune frasi del Presidente del Coni Malagò  che però lasciano il segno.

  • “La Serie A riparte al 99,9% a giugno, ma non so se finirà”
  • La quarantena di squadra potrebbe anche essere rivista” (chissà perché dopo la riunione del CONI con il Ministero dello Sport e  i protocolli del CTS sembrano di poca attuazione negli altri sport collettivi)
  • “non capisco la sfida tra i medici del calcio e il Comitato tecnico scientifico”
  • “perché il calcio da due mesi non ha ancora fatto un piano B”
  • “la FIGC non dovrebbe essere più in difficoltà a fare altri programmi e classifiche considerato che il Governo gli ha tolto il  panico dei ricorsi  ai tribunali amministrativi”
  • studia  i playoff e playout, classifiche solo con partecipazione alle Coppe e retrocessioni in base alla classifica

L’ultima considerazione del Presidente Gravina, brav’uomo, ma come dirigente lascia  sgomenti: “la difficoltà oggettiva è l’impossibilità di reperire strutture recettive disponibili per i ritiri. Quindi, pur condivivendo il protocollo dei Ministri Spadafora e Speranza,  bisognerà fare (secondo lui) una piccola variazione che possa consentire di continuare ad allenarsi, trasformando gli allenamenti da individuali  a collettivi”.

Presidente, una domanda: perché ha dato subito l’OK appena è uscito il protocollo che Spadafora ha riportato immediatamente orgoglioso alla Camera? Ieri sera il Ministro Spadafora ha avuto la parola per ultimo dopo un altro venerdì nero per il mondo calciofilo-dirigenziale ed è stato anche aperto rispetto al passato con ironia: “Abbiamo capito che la Lega dice di avere difficoltà ad attuare il protocollo che ci ha proposto per andare in auto-isolamento. Non glielo abbiamo proposto noi , ce lo avevano proposto loro”.

Operazione di revisione solo per la quarantena per il Ministro dello Sport? La responsabilità ai medici delle società è stata annacquata, ma non tolta dall’INAIL: “riconosciamo per il Covid-19 l’infortunio sul lavoro, ma non ne rispondono i titolari“. Tutto ciò – è bene chiarire – non comporta automaticamente la responsabilità civile e penale delle imprese.

Il  Ministro Spadafora e il Governo dovranno capire che il calcio deve ripartire non solo per l’ultima rata dei Diritti TV che continua a latitare, ma anche perché il Coronavirus ha bloccato lo sport a livello mondiale su tutto quello che gli gira intorno. Nel calcio non ci sono coinvolti solamente calciatori e società, ma tanti altri dipendenti. I giornali sportivi sono in crisi, i tre maggiori quotidiani sportivi italiani rispetto ai mesi di primavera dell’anno 2019 hanno perso quasi il 50% delle vendite nelle edicole. La stessa Sky Sport 1  lo scorso Marzo ha perso il 56% degli ascolti su 24 ore rispetto all’anno precedente. Sky Sport 24 ancor di più.

Il calcio non serve solo all’editoria, ma anche ai botteghini di Coverciano che non può perdere i clienti della serie C e dei Dilettanti. Il centro Federale fattura milioni di euro dai centinaia di corsi per il patentino di Uefa Pro per allenare in A e B (8 milioni a corso); l’Uefa A per la C e la D (2500 euro); Direttore sportivo (5000 euro); preparatore atletico (2500 euro) euro; osservatore (2000 euro); preparatore dei portieri (2500 euro) e gli ultimi arrivati i match-analyst (2000 euro).

Nel calcio in Italia, visto che nei palazzi dove si dovrebbe contare, bisogna fare questi calcoli e prospettarli al Governo. In Lega e FIGC non controlla più niente nessuno e si avvicinerà al crollo generale se non si cambia rotta senza fare i furbetti, e questo non solo sui prati verdi.

Altra settimana passata tra ciarle, date, che sono come le cicale che accompagnano il calcio come un treno che non deraglierà mai, anche se non si capisce quando arriverà al capolinea e chi sia il capotreno. I macchinisti sono tanti tra CONI, Lega e FIGC e va considerato che il Governo ieri ha aperto qualche semaforo verde.

Lunedì si riparte, ma secondo allenamenti collettivi  o individuali? Come, senza ritiri e con l’assenza al momento di una autorizzazione alla ripresa degli allenamenti in forma collettiva, a meno che non siano fatti come quelli degli altri sport? Si attenderà il nuovo protocollo? E sarà quello auspicato da FIGC e Lega Calcio?  

Il nuovo protocollo si dovrà fare tutti insieme, Governo,  Lega,  FIGC, medici, calciatori e ci si dovrà rendere conto che si è più indietro da quando è iniziato il teatrino della ripresa della stagione 2019/2020 da continuare, 50 giorni o di più.

Si parte o no? “Ogni limite ha una pazienza”, “la diffidenza rende tristi”, “ho paura, quello è un deputato”. Frasi di Totò più che attuali con il calcio italiano.

 Oggi si gode per il calcio della Bundesliga. Chi se ne frega!