Ritiri, è scontro” (Corriere dello Sport).La rivolta (Gazzetta dello Sport). “Rivolta contro Spadafora” (Tuttosport). Si presentano così questa mattina i titoli di giornale relativi al mondo del calcio, dove le ultime 48 ore hanno rappresentato un continuo volta-gabbana. Alla stipula di una data per la ripresa (13 giugno) e alla lettera di accettazione della FIGC al CTS sulle modifiche al protocollo e alle sue revisioni, sono seguite le polemiche prima dei medici sociali, poi di società e calciatori mediante l’AIC.

In particolare, guidati dall’Inter e, solo poche ore dopo, dalle parole del presidente del Cagliari, Gulini, sono stati i club a mettersi di traverso rispetto al protocollo e alle sue regole stringenti, dalla quarantena obbligatoria per tutta la squadra in caso di positività anche di un solo calciatore al ritiro forzato di due settimane, impossibile da perseguire per mancanza di strutture, più che di volontà dei tesserati. L’elenco preciso delle richieste dei club lo fornisce stamane la Gazzetta dello Sport in uno dei proprio sottotitoli. “Chieste modifiche al protocollo: niente quarantena di gruppo in caso di positività, abolizione dei ritiri e no alla responsabilità penale dei medici”. 

Questa mattina i temi sul tavolo sono interamente incentrati su questi aspetti, che porteranno oggi al tavolo di discussione Lega Serie A e FIGC. L’obiettivo, oltre quello di intraprendere una linea comune, è di tornare a discutere col Ministro Spadafora e col Comitato Tecnico-Scientifico. Così è impossibile cominciare titola all’interno del cartaceo Tuttosport, che parla di bocciatura vera e propria dell’obbligo dei ritiri. 

A tenere accesa una fiammella sulla possibilità che la quarantena forzata possa essere rivista e cambiata c’è il presidente del CONI, Giovanni Malagò, che scommetto sulla ripresa del calcio al 99%. “Isolare la squadra per un caso mette a rischio il campionato anche a settembre. Governo e CTS possono intervenire”. E sull’episodio relativo alla Lazio, allenatasi già a gruppetti malgrado lo vietasse il DPCM prima del 18 maggio: “Dalla foto emergono certi fatti, ma non so se sia vera. Mi è sembrata tuttavia una cosa poco rispettosa delle regole. Come sempre è una questione di cultura tra un certo mondo del calcio e gli altri sport”. 

Un’altra partita aperta, che il Corriere dello Sport definisce “doppia”, è quella che terrà la Lega Serie A al banco anche con le emittenti televisive che devono ancora saldare l’ultima rata dei diritti tv. Si parla di una cifra oscillante, secondo il Corriere dello Sport, intorno ai 215 milioni di euro. Si valuterà anche la mega offerta di CVC, il fondo di private Equity statunitense che vorrebbe gettarsi a capofitto sulla Serie A con oltre due miliardi di euro. 


GLI APPROFONDIMENTI SUL GENOA

SECOLO XIX – L’edizione odierna del Decimonono non parla soltanto della rivolta in Serie A da parte dei club contro il protocollo, ma anche del futuro di Romero. In prestito dalla Juventus, il difensore argentino è possibile che non rimanga in bianconero la prossima stagione. Romero “segue le sorti del torneo” e non è da escludere a priori – seppur difficile – che rimanga un’altra stagione all’ombra della Lanterna. In un breve trafiletto, il Secolo XIX riporta anche un estratto del comunicato dell’ACG diffuso ieri mattina (clicca QUI per leggere la nota dell’Associazione Club Genoani).

TUTTOSPORT – A completare il quadro relativo a Cristian Romero c’è Tuttosport, che parla del difensore argentino, di proprietà della Juventus, come possibile pedina di scambio con la Fiorentina per arrivare a Federico Chiesa. 


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Serie A, l’Associazione Club Genoani: “Non vogliamo più aver a che fare con voi”