In Spagna il calcio si dice pronto a ripartire con gli allenamenti e ha l’appoggio del governo per farlo. Il premier Pedro Sanchez, infatti, nel presentare un piano articolato in quattro fasi, ha confermato come dall’11 maggio le società potrebbero ricevere la luce verde per tornare a lavorare nei rispettivi centri sportivi. A partire dal 4 saranno effettuati test ai calciatori e verranno effettuate accurate ispezioni sui campi delle società di Liga, il cui presidente Tebas ha peraltro annunciato penalizzazioni pesanti per chi si dovesse rifiutare di scendere in campo (clicca qui). La data designata per la ripresa del campionato, ad oggi e salvo contrordini, è quella del 21 giugno.

Ivan Rakitic, centrocampista del Barcellona, in un’intervista al quotidiano sportivo Marca si è detto pronto a correre il rischio di essere contagiato” pur di tornare a giocare. “Voglio tornare a giocare. Lo dico con la consapevolezza che il rischio sarà molto ridotto, ma anche per solidarietà nei confronti di tutti quei lavoratori (medici e non solo) che hanno ‘giocato’ per noi dal primo minuto. Il rischio sarà a carico di tutte le altre categorie al loro rientro al lavoro. – sostiene Rakitic – Perché anche i dipendenti dei supermercati si cambiano negli spogliatoi e hanno le stesse possibilità di contrarre il virus rispetto a noi, o forse anche di più. Loro corrono quel rischio e anche io voglio farlo“.

“Vogliamo tornare a far divertire con il calcio la gente, offrendo col nostro coraggio e la nostra forza un supporto a tutti i lavoratori che ci hanno mostrato quella forza. La stessa gente che (come nel caso dell’Espanyol) è in gran parte contraria alla ripresa della Liga. 


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