La rassegna stampa odierna propone una serie di nuovi temi che rappresenteranno lo sfondo al panorama calcistico da qui alla prossima Pasqua. Oltre agli aggiornamenti sull’emergenza coronavirus, con una piccolissima luce in fondo al tunnel, si parla del fondo da 2,5 miliardi stanziato dalla FIFA a sostegno di tutte le realtà calcistiche del mondo, da quelle di prima fascia a quelle che l’emergenza Covid-19 metterà più in difficoltà. A rilanciarlo è Tuttosport citando fonti interne all’organo calcistico internazionale.

Si prosegue all’interno del Corriere dello Sport con la proposta, simile a quella ipotizzata in Premier League di cui vi raccontavamo ieri su Buoncalcioatutti, di giocarsi lo scudetto e le restanti gare del campionato in campo neutro, nelle regioni dove l’emergenza sarà maggiormente contenuta. Poi vengono rilanciate le parole del presidente della Serie C, Francesco Ghirelli, il primo a fermare il campionato in tutta Italia, il 21 febbraio. Il suo annuncio – che è solo una conferma di una proposta già rilanciata settimane fa – è di venire incontro ai club eliminando le fideiussioni, garanzia di iscrizione ai campionati. “Le togliamo – sentenzia Ghirelli nell’intervista – ma aumenteremo i controlli per evitare che qualcuno ne approfitti o che restino penalizzati coloro che seguono le regole di gestione e di pagamenti. Vede, ora dobbiamo compiere un salto di qualità molto importante, direi perfino etico”.

Il Corriere Sport non si ferma qua e torna anche sulla tematica del taglio stipendi dei calciatori in Serie A. Ieri l’incontro in video-conferenza tra AIC e Lega Serie A non ha partorito nessuna bozza di accordo, ma ha portato nuove discussioni. Non si è trovato l’accordo relativo al mese di marzo così come a quelli successivi e si discute ancora sulle quattro mensilità sino a giugno. Laddove non ci fosse accordo (ma dovrà in qualche modo il bene comune), scatterebbe la messa in mora e i giocatori potrebbero svincolarsi. Il sindacato dei giocatori avrebbe soprattutto fatto notare che in alcune squadre si attendono ancora gli stipendi di febbraio, quando non di gennaio, e prima di discutere dei mesi successivi andrebbero ripianati gli arretrati. Sul tavolo, da parte dell’AIC, vi è l’ipotesi di pagare la tranche dei salari di marzo con scadenza al 30 maggio. Una proroga, dunque, alla scadenza. Mentre anche l’Inter è pronta ad allinearsi alla Juventus, il resto della Serie A sembra ancora molto lontano dal raggiungere un’intesa col sindacato dei calciatori. 

Non da meno, sempre nell’edizione del Corriere dello Sport, l’indiscrezione secondo cui DAZN sarebbe pronto a non liquidare la restante parte dei diritti televisivi alla Serie A. “Dazn liquiderà i servizi che gli sono stati consegnati, mentre non lo farà per eventi o partite di competizioni sospese, rinviate o annullate – si legge sul quotidiano sportivo. “E soprattutto: altro che anticipi sulla stagione 2020-21, i rubinetti resteranno chiusi finché non vi sarà chiarezza sui calendari“.

Chiude la Gazzetta dello Sport, che in prima pagina parla soprattutto dell’ormai quasi scontato addio di Ibrahimovic al Milan e dell’azione dell’Inter sul fronte stipendi: intesa coi giocatori per un taglio di cui le casse nerazzurre beneficeranno per circa 20 milioni di euro. All’interno del quotidiano in rosa si tratta ancora del fondo FIFA per aiutare le federazioni di tutto il mondo. E, all’interno di un breve trafiletto, si legge della proposta della FIFPro, sindacato internazionale dei calciatori. “Chiudere la stagione ed estendere i contratti” è la proposta del sindacato, che spiega come “bisognerebbe interpretare il contratto immaginando che la durata sia dall’inizio alla fine della stagione“. In altre parole: finché la stagione non è conclusa con le ultime gare da disputare i contratti rimangono in essere, anche se fossero andati in scadenza al 30 giugno. FIFPro, ad ogni modo, non esclude che a monte dovrebbe esserci una trattativa attenta a livello legale e burocratico. 


LE PRIME PAGINE

CORRIERE DELLO SPORT – Sul fronte Genoa vi è soprattutto una breve intervista all’ex rossoblu Vincenzo Torrente, da qualche mese tornato allenatore del Gubbio. “Sono in ansia per chi soffre e alle famiglie più colpite, spero che tutto questo finisca presto. Siamo sottoposti a qualcosa di veramente duro. Sono vicino, con i giocatori, lo staff e la società, ai medici e al personale sanitario che lotta ogni giorno in prima linea. Tornare in campo? Ora tutto è incerto per un’eventuale ripresa: se succederà ci vorrà una nuova preparazione come se fosse estate, con tre settimane di lavoro fisico prima di tornare a giocare. Una ripartenza sarà difficile, sia per le paure che per ritrovare la condizione atletica e mentale. Oggi la priorità è la salute e serve rispetto per chi è venuto a mancare e chi ha la vita in pericolo“.

GAZZETTA DELLO SPORT – All’interno del quotidiano in rosa si legge esclusivamente dell’operazione Koray Günter, che l’Hellas Verona sarebbe pronto a riscattare dal Genoa in vista della prossima stagione. Un’operazione da 4 milioni di euro per le casse del Grifone, anche se il club rossoblu si è riservato un possibile controriscatto ad un milione e mezzo.

REPUBBLICA – Oggi all’interno dell’edizione genovese di Repubblica sono nuovamente riunite Genoa e Sampdoria, Preziosi e Ferrero. I due presidenti, senza nascondersi, hanno fatto sapere che per loro la stagione potrebbe anche concludersi qui visto il panorama epidemico che sta colpendo duramente tutto il Paese. Della medesima idea sono anche molti altri club. Ad insistere sono soprattutto Lazio, Roma e Napoli. Senza contare che diversi calciatori tra Genoa e Sampdoria hanno già lasciato – o lo faranno presto – il capoluogo ligure per tornare in patria dalle rispettive famiglie.

SECOLO XIX – All’interno del Secolo XIX questa mattina troviamo un’intervista esclusiva al presidente Enrico Preziosi, che parte raccontando dell’epidemia cominciata in Cina, che ha toccato a suo tempo anche le fabbriche di produzione del presidente rossoblu. “In Cina avevamo le nostre fabbriche chiuse durante la quarantena e nei mesi scorsi la preoccupazione principale era legata alla produzione bloccata. Tutti abbiamo sottovalutato la situazione, compresi i nostri governanti. In questo momento abbiamo 450 negozi chiusi, il mio primo pensiero è per i dipendenti: prima di tutto bisogna salvare il loro posto di lavoro”.

Enrico Preziosi parla apertamente di “disastro difficile da quantificare” in relazione al danno economico che potranno subire le sue attività e di “disastro incalcolabile” riguardo al duro colpo che il coronavi ha inflitto alle regioni Lombardia e Veneto, motore produttivo dell’Italia. E l’Europa che ruolo può giocare in tutto questo?O interviene o è finita. Ha ragione Draghi, se non si stampa denaro non ci si rialzerà più. Servono interventi molto forti per evitare il crollo”. 

Il calcio, in tutto questo scenario drammatico, non è una priorità, ma non per questo non se ne deve parlare. “È un’azienda ed è in difficoltà, come tutto il resto. Bisognerà probabilmente restare fermi fino al 3 maggio, dopo non so cosa accadrà. Certo in questo momento conta la salute delle persone. Dovremo decidere tutti assieme cosa fare, ma non è il momento di giocare. Vi pare possibile che le aziende restino chiuse e che invece si giochi a pallone?”. 

E se il presidente Preziosi ribadisce l’assurdità di un’idea come quella di playoff e playout per decidere le sorti della Serie A, torna a parlare di quali ripercussioni potrebbe avere il coronavirus su questa stagione e direttamente sul Genoa, sportivamente parlando. “Di certo a essere penalizzato non sarà il Genoa: a gennaio ho investito tanto, anche se parecchi dicono che abbiamo fatto solo prestiti. In realtà ci sono i riscatti da pagare e valuteremo quello che sarà da fare. Prima bisogna tornare alla normalità”.

Da dieci anni sento dire che siamo in difficoltà, ma abbiamo sempre onorato tutti gli impegni e non abbiamo mai preso un punto di penalizzazione – conclude poi il presidente rossoblù sul come ne uscirà il Genoa da questa emergenza – Difficoltà ce ne sono state, specie quando la Giochi Preziosi ha dovuto affrontare la crisi. Ma non mi sono mai tirato indietro e continuerò a farlo. Non sono uno che si arrende”.


LE PRIME PAGINE (clicca su ogni prima pagina per ingrandirla)