Sabato sera intorno alle ore 19.30 altra Conferenza stampa del Presidente del Consiglio che annunciava elargizioni di “buoni spesa” confermando che il cibo c’è, ma mancano gli euro per comprarlo. Subito mi è arrivato un messaggio da un amico datato: “se continua ancora così l’andazzo istituiranno la vecchia tessera annonaria intestata al Capo famiglia per fare la spesa”.

Tanto imbarazzo davanti alla TV mentre il Governo presentava i buoni spesa da 300 euro per famiglia in grado di comprare generi alimentari di prima necessità perché sul Web in contemporanea usciva la notizia che i calciatori della Juventus rinunciavano a 4 mesi di stipendi per un totale di 90 milioni di euro per alleggerire il bilancio della Juventus e della famiglia Agnelli.

Impaccio  che il calcio dovrebbe constatare con tutte le chiacchiere e cifre che girano in questi giorni se non si finiscono  il campionato e le Coppe, che la fame degli uni non è compensata dalla digestione degli altri.

Le giornate di stop a causa del Covid-19 sono tante: 22 tra le mura casalinghe,   trascorrono  aspettando alle 18  Radio Londra non clandestina via tubo catodico che annuncia i dati giornalieri dell’epidemia. Ci siamo assuefatti ai bollettini Coronavirus, ai grafici curvati che nascondono la vita , le persone. L’angoscia ci fa aggrappare ai numeri e fare un sospiro di sollievo quando 500 sono meno di cinquecentocinquanta e la Protezione civile ci manda a fare la nanna annunciando che è iniziata (si spera) la discesa verso la fine del Virus, facendo dimenticare il lutto degli oltre 10.000 morti.

Il Covid-19 ha sgonfiato per la terza domenica consecutiva il pallone. La scorsa settimana tutti gli organismi del calcio mondiale ed europeo hanno  dato assist (non da gol) alle federazioni con indicazioni su come salvare la stagione dal default, con poca consapevolezza nel fare i conti e non solo con la Pandemia.

Ieri Buoncalcioatutti, che cerca di stare sulla notizia come sempre da testata giornalista, ha pubblicato i messaggi del Ministro della Sport Spadafora: “Per tutto Aprile proporrò il blocco delle manifestazioni sportive, allenamenti compresi”. Esternazione che oggi dovrebbe aver conferma non gradita presso la Lega Serie A, neanche interpellata.

Tommasi, presidente dell’Associazione Calciatori, ha aggiunto in seguito: “Seguiamo il protocollo del medici. Il calcio non è una priorità”. Impressioni e parole che sicuramente metteranno i bastoni fra le ruote degli scenari che giorno dopo giorno sembrano sempre più fondali per finire i campionati.

Facciamo un riassunto per punti delle ipotesi dopo quanto deciso la scorsa settimana dall’Uefa per finire i campionati e  ritornare in campo  dai  primi di giugno, metà giugno o in avanti, comprimendo i calendari e giocando gli stessi giorni campionati e Coppe.

  1. Porte chiuse per i campionati, porte aperte per le competizioni europee.
  2. Se si dovesse ripartire le società e i calciatori  chiedono un congruo numero di giornate di preparazione.
  3. La resa, se non si dovesse partire entro la metà  di giugno, è annullare i campionati.
  4. Con stop definitivo la “patata  bollente” passerà nelle mani della delle Federazioni che dovranno decidere se assegnare scudetto, solo  i posti alle competizioni europee future,   retrocessioni.
  5. La FIGC  prima della cancellazione  dei campionati  pensa a playoff e playout. Operazione difficilissima come  la possibilità di  un prossimo campionato a 22 squadre.
  6. L’ultimo jolly nel fine settimana se lo è giocato il Presidente dell’Uefa Ceferin. Iniziare campionati da finire ai primi di agosto compattandoli ancor di più finendo tutto con le Coppe Europee per metà  settembre. Iniziare la stagione 2020/2021 ad ottobre facendo calendari compressi  per arrivare in tempo a metà maggio per lasciare spazio a Euro 2021.
  7. Ipotesi da manipolare molto bene l’ultima perché bisognerebbe sgarbugliare i nodi dei contratti che terminano il 30 giugno e quelli del mercato.
  8. L’ipotesi di fare un calciomercato da agosto a dicembre non è stata presa bene da Presidenti di calcio, allenatori e giocatori: giocare con destini incerti, parole di calciomercato che non mancherebbero, come sarebbe vissuto da coloro che andranno in campo e seduti in panchina?

Sulla tavola dell’Uefa mancano ancora due comandamenti che saranno aggiunti in questa settimana?

L’ultimo non lo scriverà il calcio ma il Coronavirus, che deciderà il  destino di questo campionato. In questa settimana saranno i picchi dell’epidemia a tenere in ansia i padroni del Vapore calcistico con la speranza che si possano allentare le rigide misure di isolamento. Nella giornata di oggi gli incontri tra Lega di Serie A e AIC saranno per discutere la riduzione degli ingaggi.

Il modello Juventus non gradito alla Lega Calcio, ma alla FIGC sì,  perché effettuato senza consultare  nessuno come sempre. Chiellini e compagnia lasciano in braghe di tela i colleghi calciatori che non gradirebbero essere sottoposti al Giudizio – anche se non sarà universale – dei tifosi. Qualcuno ha già chiesto a qualche calciatore amico della Signora dove è il trucco?

Sulla riduzione degli stipendi, dopo almeno 15 giorni di discussione, siamo soltanto al calcio d’inizio. Trovare un accordo tra club e calciatori sembra dura. Incontri, trattative, telefonate anche con il Ministro dello Sport sullo stop fino a fine aprile. Se succederà pronto il paravento del Governo deciso dagli scienziati sull’evolversi del Virus.

Oggi di sicuro solamente un’ora di più di luce che non si potrà godere.