Juventus, Roma e Inter, quella del Triplete, sono le ultime squadre in ordine di tempo con le quali ha lavorato il professore Riccardo Capanna, nelle vesti di preparatore atletica. Nella sua carriera arrivarono però anche il Parma di Ranieri, che nel febbraio 2007 lo volle nel suo staff, ma pure le esperienze liguri col Genoa di Delio Rossi (stagione 1999/2000), Reja (stagione 2001/2002), Scoglio (2001/2002), Onofri (2002/2003) e con le formazioni di Entella e Spezia. Lo abbiamo contattato telefonicamente per chiedergli come si gestisce, dal punto di vista della preparazione atletica, una situazione di impasse come quella che sta vivendo il campionato di Serie A, colpito dall’emergenza coronavirus.

In una stagione come quella che si sta delineando ora con l’emergenza coronavirus, con tante partite a distanza ravvicinata sul finire di campionato, come si prepara una squadra dal punto di vista atletico?

“Posso cercare di arrivarci con un po’ di ragionamento e con l’esperienza che ho. Sicuramente sarà un campionato completamente stravolto, con tante sorprese. Non avendo programmato in anticipo quello che poteva succedere, ora tutte le squadre sono impegnate a fare fronte a questa evenienza, che non corrisponde solamente all’impegno fisico delle tre partite per settimana, ma anche al fatto che nei prossimi giorni – o settimane – si giocherà a porte chiuse con un aspetto emotivo ed emozionale importante. Non è certamente la stessa cosa. La preparazione, secondo me, sarà soprattutto in funzione della preparazione tattica. La partita già di per sé è un impegno e rappresenta un’attività allenante per quanto riguarda la resistenza. Poi un risultato dipenderà anche dall’attitudine dei giocatori a giocare queste partite: alcune squadre hanno trovato la soluzione giocando anche partite internazionali ed europee, ma le piccole squadre, che si ritrovano per fare allenamento e giocare due giorni dopo, non essendo abituate possono incorrere in situazioni spiacevoli. Non in ultimo infortuni e affaticamento crescente: significa che magari, verso fine campionato, certe squadre non avranno più un rendimento così efficace come giocando una volta a settimana”. 

Un allenatore ritrova la squadra ad inizio settimana convinto di affrontare una squadra “X”. Un rinvio o lo slittamento del campionato impone di affrontare invece la squadra “Y”. Quanto incide questo aspetto nella preparazione della partita?

“Incide tantissimo. Ovviamente quando uno programma un’attività riferita ad una certa difficoltà nell’affrontare determinate squadre, non è solamente un discorso tattico, ma anche emotivo o emozionale. Dipende, ad esempio, se una squadra è vicina in classifica o si combatte per la salvezza. E per questo credo che il campionato sarà completamente stravolto perché proprio l’aspetto emotivo dei giocatori può cambiare – non in meglio – rispetto alla squadra che si andrà ad affrontare. Per quanto riguarda i risultati delle partite potrebbero succedere davvero cose inattese”.

Spesso si dice che le gambe e il fisico funzionano, ma se collegate alla testa. La psicologia quanto sarà ancor più determinante sull’aspetto fisico di una squadra?

“Quando si parla di un uomo o di un atleta, si dice che è una struttura integrata. Significa che ogni elemento che lo compone e che lo fa vivere – come le parti psicologica, intellettiva, fisica – vale uno. E cosa vuol dire “che vale uno”? Vuol dire che se una cosa non va bene, non è che vale in percentuale aspetto alle altre, ma vale il cento per cento. Se una cosa non va bene, come l’aspetto emotivo, si rischia di avere una crisi totale. Le percentuali, quando si parla di uomo, non contano. Una piccola parte di noi stessi vale per tutto il resto. Anche per questo c’è da aspettarsi di tutto, visto che l’aspetto psicologico può determinare in varia misura. Si sente tantissimo e potrebbe incidere anche in squadre con giocatori di molta esperienza. Perché attenzione: questa vicenda del coronavirus è veramente particolare, ce la ricorderanno i nostri nipoti. Non è una cosa che lascia indifferenti e, di conseguenza, può incidere tantissimo anche sui risultati sportivi”.