A BREVE L’AUDIO CON LE PAROLE DI DAVIDE NICOLA IN CONFERENZA STAMPA 

 


Il Genoa lotta per tutta la partita, segna due reti alla Lazio dei record ma perde 2-3, in una giornata che verrà ricordata per i rinvii a seguito dei primi casi di Coronavirus riscontrati in Italia (clicca qui). Punito da un gol a freddo di Marusic, il Grifone prova a rimontare nella ripresa (1-2 con Cassata, poi 2-3 su rigore di Criscito) ed esce dal Ferraris fra gli applausi di tutto lo stadio. Applausi che hanno emozionato l’allenatore genoano Davide Nicola. “È stato un Genoa davvero “over the top” esattamente come questo pubblico – scriverà sui social a fine partita – Ci avete emozionato: grazie a tutti di cuore. Ora avanti insieme con questa mentalità”. Di seguito invece le dichiarazioni di Nicola in conferenza stampa:

Più contento di uscire fra gli applausi arrabbiato per non essere riuscito a raccogliere un punto? “Direi che oggi forse vince più l’emozione. La mia squadra mi ha emozionato fortemente, e io cerco quello, poi perché la reazione della tifoseria mi ha reso particolarmente orgoglioso. Ho visto voglia di costruire e un senso di immedesimazione che poi è quel che cerco di fare io. Credo che non si possa aprire la testa se prima non si apre il cuore: mai detto fu più vero, questo non l’ho detto io ma Platone. La cosa che mi è piaciuta è stata l’amarezza costruttiva per non aver preso un punto visto che nei numeri è stata una prestazione costruttiva. Chiaro, la Lazio ha continuità e ha dimostrato di avere qualità importanti anche oggi. Forse il vantaggio ha messo la loro partita su binari favorevoli ma ci ha proiettati sul piano di dover e voler fare la partita. A parte il risultato mi sono divertito ed emozionato. Dobbiamo mantenere questa amarezza, non dico rabbia, per dire che noi ci siamo. Non troviamo scuse, continuiamo a lavorare come stiamo facendo perché ci sono molti margini di miglioramento. Possiamo fare di più, vogliamo fare di più. Non sentiamoci inferiori a nessuno, con questo atteggiamento e questa simbiosi possiamo toglierci grandi soddisfazioni: dobbiamo arrivare ad avere un’incazzatura generale a pensare che noi oggi abbiamo perso qualcosa, perché non è vero e non si deve pensare che non si possa far risultato con la Lazio. Se passa questo concetto possiamo essere ancora più continui di quanto già non siamo”.

Dove si può migliorare? “I ragazzi stanno seguendo quello che vogliamo fare e lo stanno facendo con un senso di appartenenza. In una marea di cose possiamo migliorare: nell’espressione di squadra, nella capacità di saper muovere ancor più velocemente la palla o attirare la pressione per poter attirare gli avversari in altre zone del campo, dobbiamo migliorare tecnicamente in tante cose ma pensiamo che se solo uno di noi ne migliora una contribuisce a compensare e migliorare il resto della squadra”

Sull’applauso della Nord a fine partita: “Molto semplicemente, c’è un’immedesimazione in corso: ora sta a noi far vedere alla nostra gente che viviamo per questo. A parte lo stadio, la sala stampa e l’hotel in cui vivo ho visto molto poco della città e credo che vedrò poco e nulla fino a fine campionato. Devo dare il massimo per guadagnarmi quello per cui sono stato chiamato qui”.

Sulla direzione arbitrale ha ricevuto spiegazioni? “Con l’arbitro non ho parlato, ho parlato solo con il quarto uomo per chiedere spiegazioni ma sinceramente non me ne frega niente. Non perché l’analisi non abbia del vero, ma non mi importa perché così sposterei l’attenzione dalla voglia di migliorare, che è quello che vogliamo fare noi. Significherebbe alla prima difficoltà spostare l’attenzione su cose che noi non possiamo controllare. Dobbiamo arrivare a un punto tale in cui non ci interessi nulla se non quello che facciamo noi. Cosa ne potevamo noi di più rispetto alle dinamiche che si sono verificate? Ci sono stati dei momenti in cui avrei voluto metterla in mezzo con più insistenza, soprattutto nel finale, ma aspettavamo troppo il momento giusto: in alcuni momenti la pressione deve tradursi in un gioco verticale, un dato di fatto da cui dobbiamo migliorare. Abbiamo accettato l’uno contro uno con giocatori importantissimi dall’altra parte e questo vuol dire avere consapevolezza e coraggio”. 

La Lazio può vincere il campionato? “Può vincerlo perché c’è un progetto dietro da anni, progetto che li ha portati ad avere una consapevolezza che gli permette di gestire equilibri emotivi. La Lazio oggi ha vinto nel momento in cui stavamo facendo il massimo che avremmo potuto fare e lo ha fatto con un colpo balistico importante. Certo che può competere per lo scudetto”. 

Dopo i primi casi di Coronavirus e i primi rinvii in Serie A, è viva l’ipotesi di giocare i prossimi turni di campionato a porte chiuse. “Non è facile rispondere a questa domanda. O meglio, non è facile farlo senza dire stupidaggini. Credo che anche questa sia un’opportunità: in Italia c’è gente capace e competente che ora dovrà trovare il modo e risolvere una situazione che sta avendo un impatto mediatico immenso e di conseguenza un impatto emotivo anche su tutti noi. Dobbiamo sperare di avere alle spalle persone competenti, che spieghino in maniera semplice cosa sta accadendo, così come abbiamo organi preposti che lavorano in maniera competente: speriamo che si riesca ad avere una scelta di qualità per tutti, mantenendo la regolarità per tutti. Alla fine bisognerà trovare un equilibrio per cui si debba mantenere la veridicità di tutto”.


Genoa 2-3 Lazio, non bastano cuore e grinta. Grifone cade in casa, ma esce tra gli applausi