Il tecnico del Genoa, Davide Nicola, terminata la partita contro la Roma di Paulo Fonseca persa dalla formazione rossoblu per 1-3 (clicca QUI per leggere la cronaca), si è presentato nella sala stampa del “Ferraris” per rispondere alle domande dei giornalisti. Di seguito le sue dichiarazioni.

Non mi interessa degli errori dei singoli: sicuramente ci si concentra sull’ultimo errore, su quello che appare decisivo, ma in realtà ci sono passaggi prima con altri errori. Gli errori singoli si possono migliorare, ma bisogna lavorare di squadra. Nel secondo tempo abbiamo fato molto bene: volevamo fare anche il primo tempo come il secondo. La squadra sente il disagio di togliersi da questa situazione, ma ci vuole tempo per farlo e bisogna fare prestazioni come quella del secondo tempo. Dopo una settimana di lavoro, ho visto una squadra che riesce ad accettare l’uno contro uno. Ero convinto di poter pareggiare, Lopez ha fatto due parate molto importanti. Comunque, di tutte le partite viste della Roma, non ho visto una squadra che l’ha messa sotto come abbiamo fatto noi nel secondo tempo. Loro sono bravi, è chiaro che abbiamo fatto degli errori, ma sono stra-convinto che giocando con questa mentalità, ordine, agonismo alla fine possiamo migliorare. Aspettiamo di recuperare tutti: non ho ancora potuto vedere Zapata, così come Lerager. E Kouamè starà lontano per un po’. Tutti, come Barreca e Goldaniga, iniziano a sentirsi importanti in questo gruppo e dare il loro contributo.”

Come ha visto il primo tempo?

“Noi siamo partiti contratti. Il nostro pubblico ha dimostrato a tutti che se c’è una certa voglia anche di rischiare di poter far gioco, aggredire l’avversario, l’ambiente diventa magnifico perché ti dà una spinta in più. Nel primo tempo ci deresponsabilizzavamo nelle uscite, nelle mercature. Siamo stati un po’ contratti all’inizio sicuramente, abbiamo preso gol a squadra schierata ma questo a me non importa: voglio concentrarmi sulle azioni fatte nel primo tempo e soprattutto sulla prestazione del secondo tempo.”

Il Genoa ha fatto il 12esimo errore che ha costato i tre punti, perché? È questione di tattica, cervello, testa?

“Gli errori sono figli di molte situazioni: sicuramente la lettura del gioco, la forma mentale del momento, poi c’è anche la componente tecnica. Sono sicuro che si possano migliorare gli errori attraverso allenamento: l’errore non è l’ultima parte dell’azione ma è iniziato molto prima. Bisogna analizzare come mai non si è usciti con i tempi giusti quando si doveva, perché non c’è stata pressione congiunta da parte di giocatori della stessa catena. Su quello si può lavorare. In questa settimana ho avuto delle risposte, questo non mi preoccupa. La voglia che ho visto nella settimana è stata dimostrata nel secondo tempo, adesso mettiamoci anche il primo e mettiamoci nella condizione di giocare con questo ardore e idee.”

Rispetto a Verona non siete stati mai prese alle spalle: hai fatto qualcosa di particolare o no quando hai visto cosa faceva Pellegrini?

“In realtà era già una difesa a cinque che doveva diventare a quattro, però abbiamo fatto più fatica nel primo tempo nella posizione di Pellegrini. Il paradosso è che nel secondo tempo abbiamo aggiunto un trequartista e siamo rimasti due a centrocampo, nella prima parte i miei centrocampisti sono usciti come volevamo. Dietro i giocatori si responsabilizzano a coprire il buco del centrocampista centrale, quindi tu riesci a controllare gli appoggi. Siamo riusciti a fare molto meglio quello. Ripeto, secondo me questa è la strada per poter sentirci sempre più capaci, per poter proporre molto di più.”

Cosa ti aspetti dal mercato?

“Dalle prossime partite mi aspetto un miglioramento di ciò che stiamo facendo: giocare qui è diverso, quando entro so già che ci sarà qualcuno in più che ti dà una mano. Fuori casa bisogna migliorare la prestazione e renderla simile a quella che si può fare in casa. Di Verona non mi era piaciuto il fatto che fossimo contratti, nella mia idea di gioco la costruzione da dietro è importantissima ma non voglio che sia lenta. Con la società c’è un confronto continuo: sanno benissimo la mia disamina, il mercato è compito della società e il mio compito è dire dove si può migliorare e completare. Loro si mettono a disposizione, hanno la voglia di poter fare un certo tipo di discorso. Il mercato dura un mese e rompe le scatole a tutti. Del mercato rispondo ora, ma mi interessa concentrarmi su chi ho a disposizione perché non voglio che nessuno possa pensare che non venga considerato importante: è il caso di Goldaniga che ha fatto un’ottima partita, Barreca, che sta riprendendo le qualità che conoscevo quando era a Torino. Noi abbiamo riscoperto giocatori che non venivano tanto presi in considerazione.”

È preoccupato se Perin e Romero non trovano le giocate giuste?

“No, ho risposto prima. Non siamo contenti di sbagliare, bisogna vedere l’errore: c’è quello che viene fatto perché non si ha coraggio, altri che si fanno perché si prendono responsabilità. Si voleva creare densità: io chiedo di giocare e di andare a prendere degli spazi con dei movimenti pre-ordinati e delle soluzioni libere. Ci sono state 4/5 azioni dove siamo riusciti ad uscire veloci, un altro concetto è il fatto che chiedo di uscire dalla zona di pressione, chiedo di difendere in dieci e attaccare in dieci ma è chiaro che questa abitudine a rimanere compatti dev’essere presa dai difensori e dagli attaccanti per sottrarsi alla marcatura e ripartire con fraseggio. Non mi interessano gli errori, ma la consapevolezza di quello che si sta facendo.”

Questo secondo tempo piò invogliare Preziosi a fare qualcosa di più?

“Per quello che conosco il presidente – cioè non da molto – lui è il primo che vuole capire cosa fare per poter migliorare. Il miglioramento deriverà da analisi attente e serene. A me interessa in questo momento parlare con voi della partita, perché se ci fate caso anche nel secondo tempo contro il Sassuolo siamo riusciti a proporre cose interessanti. Oggi c’è da dire che questo è il nostro quarto gol con gli attaccanti, dobbiamo mettere tutti nelle condizioni di esprimersi al massimo. Il risultato ci deve fare incavolare perché quando non prendi punti devi sempre rosicare, però ti deve dare la consapevolezza che il secondo tempo e alcune azioni le abbiamo fatto bene. Io controllo quello perché secondo me è la cosa più importante.”

Nel secondo tempo cos’è successo che ha cambiato la partita?

“Di sicuro noi volevamo già fare il primo tempo come il secondo. Tenga presente che le condizioni di convinzione sono diverse tra noi e la Roma: noi siamo in una situazione di classifica in cui bisogna fregarsene di un potenziale risultato negativo, sapendo che devi crescere. La Roma è una squadra tecnica, ben allenata, ha messo sotto tutti per gran parte della partita. Ad Udine ero appena arrivato, avevo raccolto impressioni e avevo cercato di operare per le priorità. psicologico e di tante altre cose.”


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