Lecce-Genoa, alla luce di quello visto, poteva essere una partita da omicidio  preterintenzionale  dell’arbitro Rocchi contro il Vecchio Balordo. Omicidio “oltre l’intenzione” dell’arbitro di Firenze. La punizione sul giallo in tre minuti a Pandev, anche se oggi viene giustificato dagli adulatori varristi del giorno dopo, non è congrua ed è sembrata eccessiva  per un arbitro della sua esperienza e carisma.

Sul fallo da simulazione bisognava valutare lo scatto del macedone in mezzo a tre avversari e la caduta è figlia di mancanza di ossigeno e non deve fregare il top degli arbitri. La seconda, dopo tre minuti, punta contro punta dei piedi contro l’ex greco del Genoa Tachtsidis, non si può giudicare grave fallo di gioco che ha messo in pericolo l’incolumità dell’avversario ed è stato commesso con vigoria sproporzionata.

Rocchi non voleva dare una lezione al Genoa e lo ha capito subito visti i 10’ di gioco finali. La prova sono i 210 secondi di recupero, con il cambio di Ankersen, di cui si è giocato solo 50”.

La designazione di Rizzoli alla vigilia, quella di tre internazionali fra arbitro e due assistenti – più al VAR il professionista Banti – ci aveva lasciato perplessi. E fiduciosi perché si è deciso di non commentare in anticipo l’operato arbitrale, ma alla fine visto il livello arbitrale sperando che possa migliorare gara dopo gara. Il primo tempo aveva confermato la bontà della designazione, il secondo tempo, con cartellini giusti ad Agudelo, ma non congrui a Pandev a distanza ravvicinata, potrebbero invece far pensare male considerato che il Grifone era già in inferiorità numerica. Nel mirino più Preziosi che il Genoa vista la sua presa di posizione sul calcio in Lega e l’esposizione nel gruppo Lotito?

Il suicidio genoano è avvenuto per la troppa baldanza da protagonista di Agudelo nel fare due falli inutili nella trequarti e dentro l’area avversaria. Per suicidio su Wikipedia si legge di un “gesto autolesionistico di uccidere stessi”, procurandosi in questo caso non la morte, ma il risultato. E questo anche da parte di Thiago Motta per una mancanza di savoir-vivre: la sostituzione di Schöne, ad esempio, fra l’altro giustificata in conferenza stampa con: “Lasse ha giocato benissimo“.

Meglio precisare in anticipo che quello scritto non mette in controversia l’operato di Thiago Motta. L’anno brutto del Vecchio Balordo continua non per colpa di Thiago, per quanto riguarda la classifica, e non per l’identità di gioco in tutte le gare giocate, anche se è da palpitazioni vista la rosa a disposizione. L’annata rossoblu è in salita, gira male non per colpa di Thiago e di Andreazzoli che lo ha preceduto. Chi ha allestito la squadra a luglio agosto non ha calcolato che senza una punta da doppia cifra, spendendo male i soldi, perché è difficile in un ruolo importante come quello del centravanti puntare su due giovani. Anche se questi giovani diventeranno famosi.

Scritto tutto ciò da cronista sportivo non affetto da voglie moralistiche, ma solamente dall’aver voluto riferire i fatti che non hanno permesso di portare a casa il risultato pieno. Altra partita da vincere vista la differenza tecnico-tattica, averne riferito subito serve per dimenticarla subito. Qualcosa di psicologico efficace, tanto contro chi avventarsi con le parole. Così stanno le cose, così vanno e andranno fino alla fine del girone di andata. L’aspettativa è che si faccia qualche punto in più e dopo avere ancora la fiducia di potercela fare a salvare la stagione mettendo mano al portafoglio.

Venendo alla partita, il solito film: partita con gioco, senza punte e gol facili sbagliati. Dispiace che il Genoa di Thiago Motta non vinca perché in tutte le gare giocate non è mai stato alla deriva delle onde degli avversari, anzi il contrario. Le occasioni per segnare in tutte le gare giocate sotto la sua gestione sono state tante, ma i risultati sono mancati.

Thiago alla fine di ogni gara continua a parlare di episodi e di partita che poteva finire diversamente. La squadra ha un gioco, questo è giusto, ma sui giocatori che ci sono, qualche perplessità. Lui continuerà sulla sua strada finché avrà il consenso della proprietà. Cambiare non servirebbe a nulla perché rispetto al passato, con il VAR in agguato, è difficile mettere autobus davanti alla porta di Radu.

Dopo il primo tempo contro il Lecce e il vantaggio di due a zero all’intervallo si pensava che Thiago puntasse sulla difesa del vantaggio, invece le sostituzioni per la sua voglia di fare risultato attaccando hanno lasciato perplessità.

Perché non è stato sostituito Agudelo già ammonito, spuntato e non brillante invece di Schöne? Una ripetizione di quello detto in precedenza: non è stata capita e digerita da molti.

Sarebbe stato meglio fare entrare Cassata al posto di Toto,  spostando Schöne al posto di Agudelo nella terra di mezzo e Cassata vicino a Sturaro che, come ha detto Thiago, può dare molto a centrocampo?

Giusta e indovinata la strategia iniziale di Thiago Motta, con difesa a tre calciatori, con laterali larghi e centrocampisti stretti centralmente, uno o due trequartisti di fantasia e qualità. Il sistema era prevalentemente offensivo per cercare di sfruttare al meglio il fronte d’attacco (i tabellini annunciano 36 azioni d’attacco nel primo tempo) assicurando adeguata copertura non solo in fase difensiva, ma anche sulle corsie laterali. In campo c’erano giocatori di personalità, compattezza tra i reparti, squadra corta, applicazione del pressing in attacco e a centrocampo. Operazione che ha mandato in tilt tatticamente quello di Liverani.

Il Grifone si è salvato da un’altra Caporetto da trasferta grazie alla difesa a tre dello scorso anno e la voglia e grinta di Biraschi, Romero e Criscito, freddo come una vipera in occasione del rigore realizzato al 48’ di gioco del primo tempo.

Oltre i tre senatori genoani bisogna metterci anche Pandev e soprattutto Sturaro. “Born to run”, nato per correre da uno dei successi del Boss Springsteen. Dalla carriera passata alla Juventus ha immagazzinato non solo corsa , ma anche grinta e determinazione figlie di una personalità spiccata. E proprio la personalità è quel quid che è mancato al Genoa in  altre partite.

Non si dovrebbe assistere alle solite 24 ore di Teatrino per capire se cambiare allenatore o dargli la fiducia a tempo. La società deve prendere decisioni quando serve, in questo momento in particolare sul prato verde e capire se c’è una presunta guerra dei Roses. Se c’è qualcuno che vive o vuole vivere da separato in casa, come succede tra molti che girano intorno al Presidente Preziosi fuori da Pegli pronti a svegliarsi quando inizia il calciomercato proponendo calciatori giudicati “tanta cosa” e dopo sparire come i loro assistiti quando fanno fiasco.

Sabato derby? Stracittadina da mal presi. Non deve generare i soliti sfottò e carrellata di personaggi a commentare in anticipo. Una settimana di riflessione da parte di tutti sul calcio sotto la Lanterna sarebbe opportuno, questa volta non si è neanche sicuri che un derby vinto possa cambiare una stagione.

Può darsi di sì, solo per una settimana se non si prenderanno prima di fine gennaio provvedimenti tecnici più da parte delle due società che degli allenatori.