Altra chance gettata al vento dal Genoa a Ferrara. Partita importante per la classifica e anche per il futuro del campionato, ricordando che la vittoria di Empoli dello scorso anno salvò il Grifo dalla B. Partita da vincere con 40’ da giocare dopo il pareggio lampo di Sturaro, arrivato un minuto dopo il rigore di Petagna, vista la depressione degli estensi sicuri di aver raggiunto l’obiettivo, confidando nella crisi da gol del Grifone.

Thiago Motta probabilmente aveva studiato due strategie vista la formazione del primo tempo: il mister non parla di numeri o di moduli e asserisce che gioca al calcio. I numeri non contano e la formazione del primo tempo probabilmente portava scorie della gara con l’Udinese: contro un centrocampo avversario schierato a doppia mandata, con un 3 5 1 1, non poteva perdere il cuore del gioco. Motta ha rinunciato a Schöne regista di spessore e alla qualità di Pandev davanti per affidare la fase difensiva da schermo davanti alla difesa a Radovanovic. Davanti alla difesa ha alzato il muro richiesto e lo ha fatto bene, ma nelle ripartenze in fase di possesso con gli altri di centrocampo ha rallentato la velocità del gioco alla ricerca del buco per vie centrali. Bastava allargare il gioco sulle corsie laterali oppure utilizzare di più i cambi campo a favore di Ghiglione a destra e Sturaro a sinistra per abbattere il muro dei ferraresi davanti a Berisha. Invece il risultato è stato negativo per il povero Pinamonti, unico attaccante bloccato tra i centrali avversari facendo tanto lavoro fuori dall’area ma troppo poco nei 16 metri per un centravanti. Le occasioni sono arrivate solo dai centrocampisti.

Nel secondo tempo dopo il pareggio di Sturaro, un Genoa a trazione anteriore con lo spostamento di Agudelo in una posizione più gradita dopo l’entrata di Favilli e Pandev. La musica è cambiata, SPAL alle corde, un gol sfiorato per centimetri da Cleonise, titolare per Thiago ed uno clamoroso mangiato da Favilli di testa, perché non in possesso della criniera alla Balotelli. Gol partita mancato da Favilli, che rispetto al collega precedente, visto il cambiamento di gioco ha giocato più da centravanti cercando di sfruttare un tiro in precedenza, lasciando sul posto Felipe, e un assist per Cleonise. A proposito: su Cleonise, in quell’occasione in cui ha fatto la barba al palo, poteva starci il rigore? L’idea di attaccare e fare gol con i centrocampisti del primo tempo è giusta, come quella di fare gol nel secondo tempo con gli attaccanti. A questo punto, per fare gol Thiago dovrà lavorare per portare i centravanti al centro del villaggio dei 16 metri e non delegare solamente (in particolare a Pinamonti) tutto il presidio dell’area di rigore e spazi limitrofi. I due attaccanti dovranno essere pronti a sfruttare il piede magico di Ghiglione e le imbucate di Sturaro.

C’è amarezza per questi tre punti mancati, che potevano essere quelli della svolta. C’è amarezza: quando si è sgonfiata la SPAL non si è riusciti a punirla per scarsa sfortuna e per gol importanti mancati. Altra partita in cui resta l’illusione del risultato mancato, perché la squadra di Thiago Motta come nelle precedenti gare ha sempre dato l’impressione di essere in grado di determinare e controllare il contesto intorno a sé. Gli errori banali, gli errori tecnici termineranno e se la coperta è troppo corta e solo là davanti dovrà pensarci il calcio mercato. Bene la difesa: Radu Superman salva il risultato nel primo tempo come il dirimpettaio. Superbo Romero, preciso Zapata. Da Criscito al rientro non si poteva chiedere di più, peccato per il rigore. Il capitano, come già successo in passato, si farà perdonare alla svelta. Del centrocampo del Genoa ha stupito il giro pallone troppo lento con la collaborazione dei centrali difensivi, che dovevano sfruttare di più Ghiglione ormai terzino bravo nelle due fasi di gioco e lucido anche negli ultimi metri nella metà campo avversario. Di Agudelo, Pinamonti e Favilli già scritto: il primo deve giocare nella posizione che gradisce di più, gli altri due più dentro al cuore delle difese avversarie.

Sturaro al rientro, oltre a fare gol come lo scorso anno alla Juventus, appena messo il piede sul prato verde dopo altro infortunio c’è la conferma che potrà fare la differenza. La sostanza c’è tutta, la cazzimma anche ed essere stato qualche anno con Allegri lo ha migliorato in fase offensiva a ragionare con il pressing, quello giusto e non a vuoto. Thiago a fine partita molto soddisfatto: il Grifone cresce insieme alla consapevolezza di giocare bene da parte di tutta la squadra. Ora però occorrono risultati e punti fino alla fine di dicembre e dopo, se la coperta (meglio ripetere) è corta,  allungare con un calcio mercato mirato e non di scommesse. Per aver successo, il Vecchio Balordo e Thiago Motta dovranno cercare oltre ancor più maturità tattica in difesa e centrocampo  e una soluzione per fare gol in attacco.

Foto TanoPress