A due giorni dalla conferenza di presentazione agli organi di stampa, Thiago Motta presenta la gara contro il Brescia, esordio del nuovo allenatore italo-brasiliano sulla panchina del Genoa dopo l’esperienza da giocatore nel 2008/2009. Di seguito le dichiarazioni di Motta dalla sala stampa di Villa Rostan.

Attesa finita, domani si gioca, Le tue sensazioni per questo esordio?

“Buonissime, anche perché da quel che ho visto in allenamento i giocatori hanno dato tutto quel che dovevano dare. La disponibilità è stata enorme e sono convinto che domani faremo una buona partita”. 

E invece le sue sensazioni personali? 

“Adesso con questi giocatori mi sento meglio, li conosco meglio. Ho visto il lavoro fatto in questi giorni e sono contento”.

Partita da vincere: che Brescia ti aspetti?

“Una partita difficile, dobbiamo aspettare tante cose che possono succedere. Non solo il Brescia deve vincere, anche noi dobbiamo vincere: tutti devono vincere. L’unica cosa importante è che dal primo all’ultimo minuto il Genoa scenda in campo e dimostri di essere una squadra. Per me è la cosa che conta”.

Quale dev’essere l’elemento che non deve mancare? 

“Ci sono tanti elementi che non possono mancare nel calcio. Non possiamo mancare in niente. È una partita importante per noi e anche per loro. Dovremo affrontare la partita così, con la convinzione che abbiamo la qualità necessaria per far bene e vincere questa partita”. 

In questi quattro giorni il lavoro è stato più psicologico o tattico? 

“Alla fine fare tanta distinzione fra psicologia e tattica non mi piace. Oggi nel calcio possiamo passare le istruzioni ai giocatori, ma la cosa più importante è quello che hanno in testa: che abbiano la stessa idea. Come ho detto, dal primo all’ultimo minuto, bisogna lottare e dimostrare che abbiano voglia di fare una grande prestazione. Questo è quel che conta e conterà sempre per me”.

Hai detto che il Genoa deve dimostrare di essere squadra. Vedendo le altre partite, pensi che la squadra sia un po’ mancata sotto quell’aspetto?

“La mia idea del passato non conta. La mia idea del futuro, da quando sono tornato in poi, è questa e io voglio vedere questo dalla mia squadra. Questo è il punto finale. Non voglio e non devo parlare del passato del Genoa. Non voglio anche per rispetto verso un collega che ha svolto il suo lavoro nel miglior modo possibile. Io voglio vedere, da oggi in poi, che noi vogliamo essere e possiamo essere una squadra difficile da battere per il carattere ed anche per il gioco”. 

Domani partirete con lo stadio senza gran parte dei tifosi. Ci avete pensato o è un aspetto che non consideri? 

“Sicuramente ci ho pensato e in questo momento, appena arrivato, è difficile per me giudicare quel che sta succedendo con i tifosi. Quel che posso fare è chiedere, per il bene del Genoa – perché lo voglio io, i giocatori, i tifosi e il presidente, tutti quanti vogliamo che esca da questa situazione – che ci sia positività da parte di tutti. Dobbiamo averla da tutti, soprattutto dai tifosi. Gli chiedo domani di stare con la nostra squadra: noi in campo dimostreremo che saremo squadra e daremo tutto quel che abbiamo per ottenere un risultato positivo. Della conseguenza della prestazione che faremo in campo, questa è la cosa più importante”.

Come hai trovato Sinan Gumüs? Tornerà fra i convocati?

“L’ho visto molto bene, come gli altri. Adesso abbiamo un allenamento al pomeriggio e decideremo i convocati, ma Gumus l’ho visto molto bene così come tutti gli altri”.

Lei è entrato nello spogliatoio come entrava Van Gaal o come entrava Ancelotti? 

“Sono entrato come sono io. Io sono io e non riesco a cambiare. Per il bene e per il male, non riesco a fare l’attore o cercare di essere un’altra persona che non sia io. Sono così e sarò sempre così: giusto o sbagliato. Ognuno può giudicarmi come vuole, io sarò sempre Thiago Motta”.

Come hai trovato la squadra a livello fisico? Perché precedentemente qualcuno ha alimentato qualche dubbio

“Benissimo. L’ho trovata benissimo negli allenamenti che abbiamo fatto. Abbiamo fatto allenamenti belli anche dal punto di vista fisico”. 

Corini ha detto che il tuo arrivo l’ha messo un po’ in difficoltà. È sicuro che cambierà qualcosa? 

“Si, può essere positiva ma posso solo dire che da questa parte non conta – a mio modo di vedere – se giocheremo a tre o a quattro dietro. Possiamo giocare anche a cinque, ma l’idea che abbiamo è la stessa per me. Cambia il modo in cui andiamo ad affrontare la partita. Giochiamo in casa e quindi dobbiamo affrontarla nel modo giusto, di una squadra che vuol fare una bella prestazione in casa: allora saremo una bella squadra, che vuole andare a fare questa prestazione bellissima. Per noi in primis e poi per i nostri tifosi”.

Con una difesa a tre si gioca contro due attaccanti e con la difesa a quattro contro tre?

“Si può giocare anche tre contro tre. A volte giochi a tre ed una squadra gioca a due, ma loro si muovono e giochi magari anche tre contro uno. Io a questa cosa dei numeri non faccio troppa attenzione, perché nel calcio ci sono tante altre cose. Ci sono i moduli che sicuramente contano, ma contano altre cose. Bisogna fare attenzione a tutto”.

Radovanovic e Schöne sono compatibili? 

“Si, tutti sono compatibili. Anche trattandosi di grandi giocatori come loro due, tutti sono compatibili. Si, perché no?”. 

Novità sugli assenti? Forse Pajac?

“Si”.

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