RIPONDE PETAGNA – Nell’anticipo delle ore 15 la SPAL riesce nell’intento – e non di certo nell’impresa – di superare un Parma poco incisivo, colpito alla mezz’ora dalla rete di Petagna e dal brio del giovane Strefezza, espulso a 20′ dalla fine. Leonardo Semplici, oltre a tirare un sospiro di sollievo, stacca momentaneamente Genoa e Sampdoria attaccandosi al treno di squadre appostate a quota 6 punti.

VERONA SAMP – Chiamata alle armi per i blucerchiati di Eusebio Di Francesco, impegnata al Bentegodi in una sfida decisiva contro un avversario sbarazzino e fino ad oggi decisamente brillante. Ivan Juric lancia persino Eddie Salcedo, che vivrà la sfida contro la Sampdoria come un derby a tutti gli effetti. Dopo l’esordio in Serie A, ora la prima da titolare. Alla prima occasione, tanto per cambiare, passa in vantaggio l’Hellas Verona: cinque giocatori in fila al confine dell’area di porta, testata vincente di Kumbulla. De Paoli vanifica una buona sfuriata sulla fascia incespicando sul pallone, poi Ekdal cerca e trova l’imbucata per Bonazzoli, fermato sul più bello in scivolata. Al quarto d’ora ammonito Ferrari per un intervento rischioso ai danni di Stepinski, al 24′ giallo per Lazovic; poco dopo la mezz’ora viene sanzionato anche un altro difensore sampdoriano, il tedesco Chabot, colpito duramente al volto qualche minuto prima ed ora colpevole di una rischiosa scivolata su Salcedo nei pressi dell’area di rigore. La barriera respinge il tentativo su punizione calciata da Miguel Veloso, uno fra i tanti ex genoani nella squadra di Juric. Il tecnico dell’Hellas, come al solito incontenibile all’interno dell’area tecnica, viene anch’egli ammonito dall’arbitro Fabbri. Gli ospiti provano prova a creare pericoli nell’area di rigore, dalle fasce o in ripartenza, ma l’unico episodio da segnalare fino al termine del primo tempo arriva dai padroni di casa. Questa volta è una sgroppata di Amrabat, non finalizzata a dovere da Stepinski, a scatenare il panico nella metà campo doriana. Il terzo ammonito della Samp è Bonazzoli.

La ripresa viene aiutata a prendere quota dai cambi, due per parte e tutti a gara in corso: Di Francesco butta dentro Rigoni e Caprari (fuori Jankto e Bonazzoli), Juric punta su Vitale e concede una standing ovation a Salcedo, rimpiazzato da Verre. La prima occasione capita proprio sui piedi di Caprari, il cui tiro da posizione ravvicinata è respinto da Silvestri, e bisognerà attendere lo scoccare del 70′ per rivedere all’opera l’estremo difensore del Verona, questa volta decisivo su un colpo di testa sferrato sotto porta da Quagliarella. L’ingresso di Gabbiadini per il difensore Bereszynski sbilancia notevolmente  la squadra, punita su calcio piazzato al minuto 81 da un tiro potente di Miguel Veloso nettamente deviato in porta con la nuca da Murru. Henderson per Pessina è l’ultimo cambio della partita, non basta un tiro di Rigoni a riaccendere la fiammella della speranza. Niente da fare, della candela blucerchiata rimane solamente la cera. E Di Francesco? Ha da passà ‘a nuttata.