Nella 5ª di Serie A nessuno ha suonato la quinta di Beethoven. Qualcuno aiutato da  Eupalla, la dea del pallone: solo Atalanta e Lecce, con le due vittorie in trasferta, hanno a che fare con il calcio. Paradossalmente si sono dimezzati i gol rispetto alle 4 precedenti giornate pur non giocando nell’estate mediterranea che sopravvive imperterrita ma giocando di sera e di notte. La classifica in testa si è spaccata.

La  prima partita giocata al martedì tra Hellas Verona e Udinese è stato un brutto zero a zero sul piano del gioco. Un  risultato pieno che ai punti Juric avrebbe meritato di portare in porto per la voglia di conquistarlo, provando a giocare ma sbagliando troppo sotto porta. Tudor ha dato l’impressione di essere in crisi, con il solo obiettivo di non perdere, dopo 5 step della stagione e per di più in casa di una possibile concorrente dalla parte destra della classifica. Fari accesi in serata su Balotelli, che tornava a giocare nel campionato italiano. Tanta voglia di spaccare tutto, ma ha dovuto fare i conti non con il gioco di Sarri, ancora assente ma con le individualità bianconere. Pjanic ha asciugato le lacrime della Signora per l’assenza di CR7 con un gollonzo che è passato in una selva di gambe. Ha giocato quasi meglio il Brescia, pimpante con i suoi giovani Tonali e Bisoli trascinati da Romulo che ha iniziato da trequartista, passato a mezzala per finire da esterno destro.

Al mercoledì alle 19 un aperitivo con pochi salatini ma tanti dolci lo ha servito Gasperini in casa della  Roma. La Dea è tornata, anzi è una certezza, con una grande prova di maturità e di gioco innestando nuovi calciatori apparsi dei veterani del G&G. La differenza? Che quello di Fonseca è un progetto, Gasperini invece una certezza. 10 punti su 15 per l’Atalanta con la Champions a stretto giro di campionato è il miglior bottino assoluto di Gasp.

Alla tarde della sera, alle 21 quasi come in Spagna, i protagonisti principali sono stati Maran ed il suo Cagliari, che giocando all’italiana ha gelato Ancelotti facendolo così precipitare a 6 punti dalla capolista. I sardi si sono chiusi benissimo, gli Azzurri hanno sprecato. Sul podio dei risultati anche il Lecce di Liverani con un acuto salvezza in casa della SPAL e grazie a due rigori realizzati da Mancuso; la crisi degli estensi incomincia a preoccupare con 3 punti in classifica. Siro, patrono di Milano, con una testata di D’Ambrosio confeziona la quinta, anche qui senza Beethoven, per Conte e l’Inter. Handanovic per la prima volta in stagione ha salvato il biscione. Troppi gli errori laziali di Correa e Caicedo, con Immobile in castigo.

A Firenze nella partita dei due soci in affari Montella e Di Francesco (hanno una attività in comune a Empoli) un suntuoso Ribery ha fatto rifiorire la Viola trascinando anche Chiesa. La Samp si è vista solo a sprazzi, ad inizio gara e alla fine, quando c’era da recuperare. Di Francesco le ha tentate tutte per rivitalizzare l’attacco, inserendo Bonazzoli per Gabbiadini. Finito il digiuno di vittorie, Montella continua quello doriano: i blucerchiati sono ultimi in classifica con 3 punti. In Parma-Sassuolo gioia last-minute per i ducali: gol con autorete di Bourabia. Genoa-Bologna: il giorno dopo si potrebbe pensare di non essersi fatte male. Il tutto non era preventivato, e i più arrabbiati a fine gara sono stati gli allenatori.

Torino-Milan l’ultima del primo turno infrasettimanale. La partita di chi fatica a far gol si è risolta a favore dei granata. I rossoneri hanno giocato solo 45 minuti, dopo si sono spenti e non per colpa di Giampaolo, sulla griglia a Milanello. Difficile far girare nel verso giusto dopo 5 giornate di campionato struttura atletica e anche mentale, visto il vertiginoso calo. Mazzari salvato da Belotti, Giampaolo condannato da Piatek che dopo aver fato gol su rigore si è divorato un’altra massima punizione in movimento.

VAR quasi silente. Solo in Parma Sassuolo è stata la tecnologia ad aiutare il direttore Marinelli, in organico di Serie B con 4 gare in A. Nasca al monitor ha salvato in due occasioni il Maresciallo degli Alpini.

Tiene banco il razzismo negli stadi. Le parole del Presidente della FIFA Infantino: “In Italia la situazione del razzismo non è migliorata, questo è grave” ha scatenato politici e FIGC, manca solo la Lega Calcio. Tutti assenti e nessuno ha fatto rumore, fra i tanti personaggi sempre in vetrina e i dirigenti di FIGC e Lega, in merito alla vicenda-denuncia della Juventus. Il calcio ha un nemico ancora più feroce del razzismo e della violenza: la reticenza. Razzismo, violenza, solo luoghi comuni e abusi di passione popolare quando avvengono? Basta ascoltare le voci dei protagonisti per rendersene conto. Scambiano i “buu” per goliardia; potrebbero avere anche ragione se non fossero accettati da tutti, tutti che dovrebbero sconfiggere pochi deficienti.


Lazio-Genoa affidata a Pairetto, VAR Mazzoleni. Calvarese per la Samp