Gioco verticale batte gioco orizzontale. Il Genoa alla seconda giornata di campionato è una squadra, la Fiorentina no. Il Vecchio Balordo ha fatto gioco e ha vinto, il Giglio Fiorentino no e ha perso.

Quella di Andreazzoli è una squadra che nel suo gioco volante e quasi spericolato contro la Viola, pur attaccando, non ha trovato motivi di squilibrio in difesa rispetto alla prima gara di campionato. Questo Genoa, se continuerà a giocare a modi, no in bellezza sempre, potrà dare grattacapi alle altre 19 del campionato.

Il Genoa ha esordito al Ferraris sacrificando la Fiorentina alle sue ambizioni mattatorie non solo in campo, ma anche sugli spalti. Ha vinto 2 a 1 (un regalo il rigore su Dalbert) e  avrebbe potuto vincere per almeno il doppio.

Il Vecchio Balordo ha incantato il Ferraris ma non Andreazzoli e il suo staff, consapevoli che la macchina dovrà continuare a lavorare in officina al “Pio Signorini” per poter rombare meglio prossimamente.

Finalmente il centrocampo rossoblu a quarti non è più minuzioso. Il grande protagonista arrivato dall’Ajax ha ispirato Radovanovic, mai visto così pimpante e in palla, e il connazionale Lerager. Nessuno dentro il Tempio avrebbe mai pensato che i due “gregari” possedessero tanta potenza di tiro e anche senso di rifinitura nei confronti dei compagni: tutto a conferma che la mancanza di un gioco o di idee soffoca anche i giocatori bravi.

Schöne dà l’impressione di non agitarsi con la bacchetta del maestro perché non deve dirigere la banda d’Affori, ma una squadra che conosce i principi di gioco del tecnico e del suo staff. Schöne non si spreca.

A proposito di principi di gioco, mentre il pallone rotolava sul prato del Ferraris negli appunti da cronista non potevo che scrivere i principi di Maestro Andreazzoli: scaglionamento-profondità. Ampiezza. Mobilità-imprevedibilità.

In Genoa-Fiorentina si è visto realizzato quello che il tecnico aveva in testa dal primo allenamento austriaco. Il lavoro dà l’impressione di diventare più efficace gara dopo gara  ripetendo le esercitazioni. Esercitazioni, allenamenti chiari ed efficaci che si possono usare in partita.

La verticalità, la profondità, l’ampiezza sono carte importanti, ma rompere gli schemi degli avversari con mobilità e imprevedibilità creando disordine con le punte, i centrocampisti e gli esterni e favorendo il gioco da chi arriva da dietro è la vera chicca del “Vecchio” e saggio  Andreazzoli.

Pinamonti, centravanti che oltre per il gol lavora per la squadra, e Kouamè con la sua anarchia calcistica sono al centro di questo schema tattico.

Contro la Fiorentina, rispetto alla gara dell’Olimpico, ha funzionato anche la fase difensiva con il 2+3 nelle retrovie che ha permesso di recuperare meglio in pallone in avanti cercando di rimanere nella metà campo avversaria.

Radu ragiona da numero 1 tra i pali, sempre pronto anche se scarsamente impegnato. In difesa Zapata ha subito abbattuto la litania genoana sulla lentezza di qualche calciatore, mentre Criscito sempre più leader. Romero un gradino più basso: da capire se per concentrazione oppure perché gradisce poco giocare vicino alla linea di gesso laterale nella difesa a tre così come Biraschi in quella a quattro.

Di quello che è successo nel cuore del gioco ne abbiamo già scritto, di quello che succede sulle corsie laterali no. Barreca ritrovato nelle due fasi di gioco, autore di una diagonale nel primo tempo che ha illuminato la sua gara più che le sgroppate e i cross.  Ghiglione ormai non è più una sorpresa: se continua così verrà convocato da Mancini in Nazionale. Oltre la corsa ha messo in mostra una capacità di cross al volo e mantenendo la stessa intensità di corsa con avversari di fronte disegnando una traiettoria aerea mancante nel campionato italiano.

Pinamonti e Kouamè, come già scritto nelle righe precedenti, migliorano nelle fasi di smarcamento in profondità, in larghezza e a sostegno. Il lavoro di Muzzi cresce, il gol di Kouame ne è la prova non tanto per il tiro ma per lo stop che ha disorientato la difesa viola. Migliorando e lavorando sul primo contatto del pallone per entrambi le soddisfazioni non mancheranno.

Al gioco bisogna aggiungere i palloni inattivi sui calci d’angolo: viste almeno quattro tipologie d’uso che hanno creato gol e azioni di gol non finite in porta per traverse, pali e parate del portiere avversario.

La Fiorentina i colleghi di Firenze al Ferraris la hanno descritta come un cantiere in movimento. C’è da crederci, anche se qualche dubbio arriva dai risultati ottenuti da Montella dal suo arrivo al Franchi in Serie A:  in 10  gare di campionato solo 2 pareggi e 7 sconfitte. Dubbi sul falso nueve, malgrado Boateng sia in grado di fare gol in qualsiasi  momento. Dubbi sul doppio play Pulgar e Badelj. Tutti bocciati da Montella intorno al 65’ di gioco. Passando al 3-4-3, l’Aeroplanino è uscito dall’Hangar probabilmente perché il Genoa ha abbassato il baricentro, gli esterni rossoblu avevano finito la benzina (bravo Andreazzoli a sostituirli) e ringalluzziti dal rigore-regalo di Giacomelli di Trieste.

A proposito del Grifo che ha rinculato: pensare che abbia finito la benzina è giusto senza dimenticarsi che siamo alla seconda giornata di campionato.

Oggi finisce il calciomercato e dovrebbe esserci poco in casa genoana. Confermando quello che avevano detto Preziosi e confermato da Andreazzoli da qualche settimana: “inutile ingolfare la rosa, ingaggiare o acquistare calciatori che non aumentino il tasso tecnico della rosa“.

Probabili più delle uscite che delle entrate se non lanciate nel futuro. In uscita anche qualche scontento, non solo del ruolo, ma di avere poche possibilità di poter giocare con continuità. Uno su tutti Favilli.

Aspettiamo la serata. Ad ora, alle ore 12,30 del 2 settembre 2019, confermato e verificato quello detto in precedenza ma come diceva Trapattoni “non dire calciomercato finché non lo hai nel sacco” per non essere “strunz” alla fine.