A Pegli si è lavorato a porte chiuse. Giustamente perché si sta rifinendo qualcosa di bello per chi lo calcherà sul prato verde e per chi andrà a sedersi sulla tribuna.

Andreazzoli e il suo staff avranno esaminato la gara dell’Olimpico suddividendo ed esaminando tutto sotto due punti di vista: il momento in cui il Grifone era in possesso di pallone e il momento in cui non era in possesso di pallone. Tutto sarà stato   analizzato nei minimi particolari per non ripetere gli errori, indipendentemente dalla zona di campo dove si giocava. Bisogna trovare in questo momento del campionato e della preparazione le soluzioni migliori e soprattutto gli equilibri necessari e giusti per non sprecare il lavoro preparato in funzione non solo della gara da giocare.

Il Genoa contro la Roma ha dato l’impressione di sbagliare la fase di transizione del pallone tra le due fasi di gioco, in particolare in quella di non possesso, viste le imbucate giallorosse ad alta velocità con difesa non coperta e perciò scoperta alla mercé dei dribbling.

Importante che la band di Andreazzoli assimili alla svelta il passaggio tra le due fasi di gioco. In questo momento di gioco sarà utilissimo Schöne. Il professore dovrà essere bravo a dettare i tempi delle due manovre.

Andreazzoli dal primo giorno di allenamento ha sempre predicato di contrattaccare immediatamente per cogliere l’avversario sbilanciato. L’attesa di giro pallone vista davanti a Radu contro la Roma prima dell’imbucata di Under dopo 5’ minuti di gioco (peccato) ha fatto saltare tutto, ma non l’idea di gioco. Era scelta specifica che dipendeva dalla situazione di gioco proposta dagli avversari.

Il Genoa contro la Roma è stato sbranato dalla Lupa nei primi venti minuti di gioco in fase di non possesso perché non ha agito con la mentalità difensiva oppure perché la Roma non ha dato la possibilità di essere aspettata visto che la squadra non era corta?

Andreazzoli e il suo staff spiegheranno e cercheranno di farsi capire diranno che in campo parecchie volte non è sempre la tattica a fare la differenza, ma dovrà essere il protagonista in campo ad essere sempre utile alla squadra indipendentemente dove si trova sul terreno di gioco, cioè capire subito in quale delle due fasi di gioco si trova mettendo a frutto le proprie capacità. Prima scatta il meccanismo attacco o difesa, meno saranno gli errori e le soluzioni utili e positive per non perdere l’equilibrio.

Andreazzoli e il suo staff continueranno a predisporre il maggior numero di tattiche possibili per dare migliori soluzioni, ma tutto si rivelerà inutile se non sarà sostenuto e supportato  da una sufficiente capacità tecnica da parte chi è su terreno di gioco. Tutto questo dovrà fare ragionare tutti in questa ultimi giorni di calciomercato.

Servirà non molto correre, fare sovrapposizioni, creare e occupare spazi se al momento top chi è in possesso del pallone non è in condizione di fare un passaggio positivo o concludere adeguatamente verso la porta avversaria non essendo in grado, con il primo stop giusto, di dominare il pallone studiando quasi in anticipo i tempi e i modi adatti allo scopo.

A tal proposito Muzzi, festeggiato e abbracciato nelle viscere dell’Olimpico da tutti i magazzinieri e dirigenti romani di vecchia data,  con la su maglietta da Pirati nera dovrà continuare ad insegnare i principi di gioco nel vedere e sentire la porta a Pinamonti, Kouamè e gli altri davanti. Dopo aver fatto più di 120 gol in carriera, con pazienza e passione dovrà insegnare a dei professionisti facendo loro capire che nel calcio, specialmente dentro le aree di rigore, è questione di abilità e non solo di prestazione fisica: i principi basilari della tecnica e la postura sono fondamentali per fare gol.