Giornata di appelli da parte degli ex rossoblu, da Sidio Corradi a Tomas Skuhravy. L’appello è quello di avere sabato un Ferraris colmo di tifosi, per spingere il Genoa ad una sofferta salvezza. Attraverso i social network, l’ex capitano rossoblu si è unito al coro di chi chiama a raccolta il popolo rossoblu. E lo fa, peraltro, ricordando un aneddoto di quando giocava in rossoblu.

Condivido pienamente quello che ha scritto il mio amico ed ex compagno Sidio. La contestazione legittima e civile ritengo sia nata anche dal fatto che comunque, nel momento in cui è stata effettuata, chi l’ha condivisa era anche perché con ogni probabilità pensava che il pericolo retrocessione fosse piuttosto “lontano” e quindi influente riguardo la società ma non per il raggiungimento della salvezza. Ora non è purtroppo più così, la partita col Cagliari è decisiva e bisogna essere tutti uniti al Ferraris a spingere l’acceleratore e levarsi di torno ogni paura.

Ricordo una partita, mi sembra con la Fiorentina, dove ad ogni fallo non concesso protestavo da capitano e s’alzava un polverone sugli spalti impressionante. E allora sul finire della gara, su un fallo fischiato a nostro favore, la palla andò avanti di 8/10 metri e io ho battuto subito col pallone che ancora girava e dopo due passaggi facemmo gol. Non mi ricordo chi lo segnò né chi era l’arbitro al quale alla fine andai vilmente a stringere la mano. Non me la diede e mi guardò dicendo con lo sguardo “c’hai anche sto coraggio!?”. Dentro di me pensai “e chissene frega se non mi stringi la mano, io col pubblico sentivo di aver fatto il mio dovere. Domenica ci deve essere questo clima e speriamo che l’arbitro designato non voglia stringere la mano a Mimmo a fine partita!“.


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