Che domenica bestiale la domenica con te, Vecchio Balordo. Dopo i tre punti contro la Signora i sostenitori del Genoa non possono ancora cantare Destinazione Paradiso. Passare dall’inferno dei risultati del sabato al Paradiso della vittoria è stato qualcosa che ha fatto dimenticare la fame. I tifosi del Genoa felici e contenti, anche se digiuni, perché hanno pranzato al Ferraris con antipasto, primo, secondo e dolce in salsa rossoblu a quarti.

Un marchio da Grifone verrà lasciato su questo campionato con 4 punti su 6 sparigliati alla Regina del campionato. Un marchio di gioco del Genoa di Prandelli che aveva già fatto vedere solamente con Atalanta e Lazio: pallone a terra, intensità, raddoppi di marcatura, pressing individuale e collettivo. Tutti a correre, tutti a difendere e tutti ad attaccare.

Fare una partita da Grifoni con Huevos…dentro un Tempio affamato – e non perché si è giocato all’ora di pranzo – è stato come passare dalla polvere del mezzogiorno all’altare delle 14.30. Questo dovrà far ragionare tutti in società, sul campo, sugli spalti e sui social.

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Scrissi presentando la gara al sabato: “Sogno o son desto alla Totò. Son desto perché non avevo contato le lastre per terra e le stelle, le illustrazioni della gare del Genoa al Ferraris con la Juventus sono sempre state qualcosa di anormale come è la squadra rossoblu“.

Travolti i bianconeri. Quando il gioco si è fatto duro e i punti valevano molto più del doppio,  il Vecchio Balordo non ha mollato una zolla in campo, non perdendo un colpo, non facendosi prendere dallo stress , non facendosi schiacciare dalla pressione, più psicologia, che tecnico tattica dei bianconeri.

I commenti saranno tutti che la Juve  si è scansata mettendo poco in risalto per colpa del Genoa. La Juventus era senza CR7, avrebbero perso lo stesso. La delusione dei tifosi bianconeri, oltre per il risultato, dopo aver riempito il Ferraris la mancata convocazione del “marziano” di Champions.

I bianconeri, questi simpaticoni, Bonucci e Allegri nelle loro interviste pensavano di venire  a Genova per mangiare le “trofie” dimenticandosi del pesto alla genoana. I bianconeri hanno snobbato i rossoblu considerando la prova del Ferraris un “galoppo salutare”, dopo il  viaggiare a gonfie vele in campionato e in Europa. Prandelli & Co. ci hanno messo poco  a smentire tutto. La Juventus ha perso perché al calcio è il cervello che comanda i piedi e quello bianconero dopo la scorpacciata contro l’Atletico Madrid era gonfio non di adrenalina, ma di presunzione. La Juventus ha perso contro il Genoa perché il suo centrocampo, già scritto altre volte, non è il massimo per fare risultato. La ciambella con il buco tante volte gli è riuscita bene pur giocando male, ieri no.

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I media a livello nazionale hanno gratificato il Genoa della loro più totale indifferenza in attesa di Genoa-Juventus: basta leggere solo i titoli, per non sprecare tempo, apparsi domenica mattina. Il loro atteggiamento a fine gara era tanto più comico in quanto, vista giocare la Juventus, non è che se ne potessero dire incantati.

L’Harry Potter principale di Genoa-Juventus è stato Pandev e la sua pietra filosofale di calcio: 20’ di grande calcio che hanno scombussolato il cambio tattico di Allegri. Oltre il gol, scambi di prima, ricerca del gioco dalla trequarti in su, falli e ammonizioni per gli avversari,  uno scatto di 50 metri da non crederci in occasione della rete a Perin. Al macedone mancava  il gol alla Juve con il Genoa dopo averla castigata con Lazio e Inter.

Le altre figure di Genoa-Juventus sono Sturaro e Kouame, oltre a Romero. Il matuziano appena entrato si è calato subito nella parte da Grifone, tentando di alzare il baricentro della squadra basculando tra corsia di sinistra e centrocampo. Un gol d’autore a giro, qualcosa a Vinovo ha imparato lavorando con i Top.

Kouamè rituffato nell’anarchia calcistica è stato una spina per Bonucci e compagnia. L’ivoriano è bestiale se non viene ingabbiato nei numeri tattici. Quando seguirà gli insegnamenti tecnici nel trattare il pallone negli ultimi 16 metri lascerà il segno in parecchie gare. Romero ammonito dopo due minuti come all’andata non si è scomposto continuando ad anticipare e martellare.

La vittoria del Genoa è di tutti: Prandelli, giocatori, quelli dietro la scrivania. In silenzio senza  sussurri e grida hanno ragionato e cambiato strategia tattica. Il 4-4-2 ha rivalutato non solo Kouamè, ma anche Sanabria senza spalle alla porta o Radovanovic  che finalmente ha fatto vedere la profondità del passaggio grazie allo smarcamento dei compagni che gli dettavano il passaggio. Questione di modulo? Tutti bravi e tutte sufficienti – anche con qualche più – devono essere le pagelle.

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Le foto “vive” che hanno fatto venire i brividi: il gol di Sturaro dopo due minuti dal ritorno in rossoblu e contro la Juventus, la gioia di Stefano che ha abbattuto la Nord che ha fatto lacrimare qualche occhio, la botta del Matuziano a Emre Can per non farlo ripartire, la gioia di tutti ai gol genoani dalla panchina a quelli che si scaldavano. A fine partita mentre uscivano dal campo Criscito e Sturaro abbracciati hanno fatto venire giù i Distinti da Vecchi Cuori rossoblu.

Le domande si sprecheranno perché il Genoa realizza due reti alla Juventus e non colpisce mai quelle sotto in classifica. Aveva già risposto Pandev dopo la gara con la Lazio: un conto è avere spazi, un altro giocare contro muri e squadre chiuse. Genoa, due gol alla Juventus: la speranza è che non sia solamente un caso.

Solo due parole su Di Bello di Brindisi, bravo se accompagnato da un VAR che conta. E bravo nella gestione dei cartellini.

Keep Calm and Sweeten Your Life, godetevi la sosta, il campionato partita dopo partita, lo zucchero ce lo dovranno mettere Prandelli e la sua Band, già dalla prossima trasferta. Adesso due settimane di sosta non per ricaricare le pile, ma la mente, non guardando la gara con la Juventus ma quelle precedenti e capire se ci sarà la svolta.

Genoa non dimenticare chi sei, sprigiona le tue migliori energie con grande generosità e fatica. Genoa, non dimenticare chi sei!